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Acqua in bocca? Noi preferiamo parlarne

Il bene più prezioso che abbiamo risulta spesso uno “sconosciuto” ma imparare a risparmiarlo è una pratica fondamentale.

- 20/11/2010




L’aria e l’acqua sono il fondamento della vita sulla Terra e anche della vita dell’umanità.
Per proteggere l’acqua come bene pubblico di tutti noi, nei mesi scorsi in Italia è avvenuta la più grande raccolta di firme della storia referendaria italiana.

Un milione e quattrocentomila italiani in pochi mesi hanno firmato per un referendum che assicuri la proprietà dell’acqua e la sua distribuzione ai cittadini, perché l’acqua è nostra, viene dalle sorgenti, dai fiumi e dai laghi di tutti. E gli acquedotti sono i nostri, sono stati costruiti dalle nostre comunità, con le tasse di tutti noi.
Quindi privatizzare il servizio idrico significa sottrarre ai cittadini ciė che hanno pagato ed è di loro proprietà. Sottrarlo ai cittadini per pochi soldi, per poi rivenderglielo più caro. A noi, in questa sede, interessa però l’aspetto più “privato” della faccenda, ovvero ciò che si puė fare per conoscere meglio l’acqua che usiamo tutti i giorni e darsi da fare, ognuno nel suo piccolo, per preservarla, assieme al nostro benessere.
Primo dubbio immediato: meglio bere l’acqua del rubinetto o quella comprata al supermercato?
D’istinto vorremmo dire: molto meglio l’acqua del rubinetto! Ma poi per forza prevale una sorta di mediazione: è meglio bere l’acqua del rubinetto ma a volte questo non è vero, tuttavia l’acqua del rubinetto, nella maggioranza dei casi, è migliore di quella comprata al supermercato.

Ovvero:

• La Commissione Europea ha fatto valutare le acque potabili italiane che provengono dai rubinetti di casa e ci ha trovato, in molti casi, livelli pericolosi di arsenico, boro, fluoruro. In alcune regioni i livelli sono 5 volte superiori a quelli consentiti. Noi siamo il Paese con più deroghe all’interno della Comunità europea: 13 regioni ne hanno usufruito per “risolvere” il problema alzando il livello minimo di pericolosità. Pratici ed efficienti!!

• ...ma le acque minerali sono peggio. Tra gli elementi presenti in tracce nelle acque minerali italiane ci sono arsenico e uranio, ma anche alluminio, berillio, fluoro e altro ancora. Ma soprattutto dobbiamo ricordare che i limiti che regolamentano i contenuti di questi elementi nelle acque minerali sono più alti di quelli fissati per le acque potabili, se non, in alcuni casi, addirittura inesistenti.

L’acqua del rubinetto risulta più controllata, l’acqua minerale lo è molto di meno. L’acqua del rubinetto, inoltre, crea meno problemi con la plastica delle bottiglie e diminuisce gli effetti del trasporto su gomma.

• Nel nostro territorio, il Consorzio Hera distribuisce e potabilizza la nostra acqua e ultimamente ha avviato una campagna di sensibilizzazione per l’uso dell’acqua del rubinetto. Il dubbio c’è: Hera se le dice e se le canta! Ma a onor del vero fornisce anche una documentazione (disponibile dal sito www.gruppohera.it ) per stabilire una propria opinione.

Non scordiamoci che l’Italia è il paese con il più alto consumo pro-capite al mondo di acqua minerale (oltre 190 litri/anno): quindi solo riflettere di più su questo primo dilemma e scegliere di conseguenza per l’acqua del rubinetto comporterebbe un bel cambiamento di rotta, su molte direzioni.
Lo stesso ragionamento devono averlo fatto chi ha ideato la “Casa dell’Acqua”, ovvero una mini struttura dove è possibile tirarsi giù (come alla spina) l’acqua, naturale e minerale. Per giunta gratuitamente. Il tutto sotto il controllo di una societą che realizza e gestisce impianti di depurazione di acque civili e industriali. In Italia ce ne sono adesso 172, concentrate nel Nord e Centro; in Emilia Romagna sono 6 gli impianti attivi (Sant’Ilario d’Enza, Reggio Emilia, due impianti in provincia di Piacenza e altri due in provincia di Parma). Un’altra piccola realtà ma in crescita che sottolinea l’importanza di un uso ragionato dell’acqua pubblica che “virtuosamente” incide sulla salute, sull’ambiente e, perché no, sul vivere meglio insieme.

Articolo tratto da "A tutto GAS" n°1, nuovo giornale gratuito dei Gruppi d'Acquisto Romagnoli.

 

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