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Agorafobia? Una Sviluppata Sensibilità

Sentirsi "strano", spaventato, ansioso o addirittura in panico in alcuni luoghi o situazioni senza capire il perché.. Si chiama Agorafobia. Vediamo come prenderci cura di noi stessi

Lucia Regini - 23/05/2014




Ci sono momenti in cui alcune persone si sentono “strane”, apparentemente senza motivo.

Come se ci fosse qualcosa che sconvolgesse tutto il suo essere, come delle scariche elettriche, dei blocchi comunicativi che danno senso di smarrimento, di confusione e fanno crescere la paura.

Una paura così forte che dice “scappa” o “nasconditi”, a volte fino alla sensazione di impazzire o morire, portando così la persona al tentativo di mantenere il controllo di queste sensazioni (fino a quando ci riesce) o all’isolamento (per evitarle), accrescendo un senso di vergogna e di svalutazione di se stessi.

Si tratta di agorafobia.  

Che cosa è l’agorafobia? viene definita la paura degli spazi vuoti o luoghi pubblici, o meglio è quella sensazione di grave disagio in ambienti che il soggetto non sente rassicuranti e spesso dove è presente folla.

E’ una fobia molto diffusa, anche se non sempre riconosciuta dal soggetto. In questi casi, invece di comprendere cosa sta succedendo e farsi aiutare, ci si rifugia in soluzioni che fanno scappare da queste sensazioni e da se stessi (come l’uso di farmaci, droghe, alcool,..).  

I sintomi possono essere dei più diversi ed anche mutevoli nel tempo su uno stesso soggetto:

  • reazioni fisiche come palpitazioni, capogiri, tensioni o debolezza muscolare, sudorazione, respirazione affannosa, fino ad avere attacchi di panico;
  • reazioni cognitive come stato di confusione, stordimento, impressione di impazzire, di svenire, di perdere il controllo, di morire;
  • reazioni comportamentali come l’evitare tutti i luoghi che creano sensazioni di angoscia e ricercare i luoghi o la compagnia di persone rassicuranti. 

 

Per molti anni queste sensazioni possono rimanere inconsce e contenute, e molto spesso non condivise con nessuno in quanto si teme che anche gli altri, oltre alla persona che le prova, possano giudicare “folle” quanto si verrebbe ad esprimere.

Ad ogni modo, quando si raggiunge il limite personale, dopo un periodo di contenimento, e specie in fasi di importanti cambiamenti di vita (una separazione, un trasloco, un lutto, un cambio di lavoro, ma anche l’entrata nell’età adulta, ecc.), l’agorafobia può mostrarsi nella sua massima espressione e le paure diventare coscienti e manifeste. 

In realtà dietro a tutto questo c’è una verità molto semplice: si tratta di una forte sensibilità del soggetto nel percepire le altre persone, sviluppata molto probabilmente in tenera età nell’ambiente famigliare. Una sensibilità che si esprime nel sentire il campo vibrazionale delle energie dell’altro.

Si tratta di un'empatia molto sviluppata.
E’ semplicemente una capacità umana più evoluta in alcune persone. 

Faccio un esempio: il lupo come animale ha la capacità di vedere qualcosa con il suo fiuto anche a molto metri o chilometri di distanza. Ascoltando il suo naso sa già cosa c’è in lontananza, quindi ha già la visione prima di vedere. Si tratta di un senso sviluppato che è insito della natura di quella razza. Nessuno dice del lupo “E’ strano!”. Sappiamo che quel lupo ha quella decodifica e quel modo di sentire. 

Allo stesso modo l’uomo può avere una percezione più sviluppata nel sentire gli altri. E anche questa è una verità, anche se non sempre accettata dall’essere umano. 

Provare empatia per gli altri induce spesso, erroneamente, a sentirsi responsabile della felicità o infelicità degli altri, così come si pensa che siano gli altri ad essere responsabili della propria felicità o infelicità.

Una persona empatica percepisce le emozioni altrui, ma, se questa sensibilità viene mal gestita, se ne lascia invadere, fino a provare come già detto stati di paura e angoscia, anche molto limitanti nel proprio vivere quotidiano. 

Allora quali sono i modi per poter uscire da questa invasione? 

Proviamo di seguito a riportare alcuni elementi fondamentali di questo percorso di guarigione e, ricordando che ognuno ha la sua storia personale, speriamo che possano essere di aiuto nel superamento di questo disagio a chi ne ha riconosciuti i sintomi descritti: 

  • Riconoscere i sintomi di agorafobia con tranquillità sapendo con estrema certezza che non si è “pazzi” e non si sta per morire, ma si è solo altamente sensibili. Questa sensibilità va gestita in modo che sia benefica. 
  • Accettare questo disagio ed iniziare a parlarne senza temere il giudizio degli altri, proprio come si fa normalmente per un fastidio fisico, più socialmente accettato. Parlarne crea una dimensione diversa al tutto. 
  • Imparare che l’unica responsabilità che abbiamo è verso noi stessi, rispettando quello che siamo veramente. Non è invece essere quello che pensiamo dovremmo essere per rendere felici gli altri. E’ un aspettativa irraggiungibile che crea frustrazione e non rispetta la responsabilità che ha l’altro verso la propria felicità. 
  • Accrescere il rispetto per noi stessi imparando a capire cosa ci piace e ci fa stare bene e coltivandolo un po’ tutti i giorni. Ti fa sentire bene dipingere? Ballare? Suonare? Scrivere? Correre? Costruire con le tue mani? Fallo! Cosa aspetti?! Oppure ti piace farti massaggiare? fare un bagno caldo? Organizzati in modo tale che entro qualche giorno tu possa soddisfare questa tua voglia per il tuo piacere personale, che alimenterà la tua energia. Ridere e sorridere ogni giorno porta alla calma di cui hai bisogno. Facendo quello che piace e fa sentire bene, si ha energia per fare tutto. 
  • Saper chiedere aiuto: in molti casi può essere necessario farsi aiutare da un terapeuta che conosce questo disagio e come aiutare la persona nel suo cammino di guarigione.
    Chiedere aiuto può anche significare semplicemente avere fede, pregare e imparare a sapersi affidare al personale Dio interiore. E’ il nostro Dio interiore che manda quei segnali di malessere per indicare che la strada che stiamo seguendo va percorsa in un altro modo. Questi segnali vanno ascoltati e seguiti proprio per il rispetto e la responsabilità che dobbiamo avere verso noi stessi per essere felici. 

 

Siamo esseri di luce ed ogni esperienza che la vita ci offre è per la nostra evoluzione. 

Consigli pratici 

Letture consigliate: 

 

 Pratiche consigliate:

  • Coltivare la calma interiore tramite meditazione, yoga e passeggiate nella natura. 

 

Alimentazione consigliata: 

  • Un centrifugato al giorno di frutta e verdura.
  • Alternare cereali integrali, legumi (specie fagioli azuki), verdure (specie a foglia verde).
  • Evitare latticini, lievitati, farine bianche, zuccheri semplici, caffè, tè, cacao. 

 

Alcuni Fiori di Bach consigliati: 

  • Rescue remedy (per il momento di malessere acuto)
  • Rock rose (per gli stati di panico)
  • Pine (accettazione di se e senso di colpa)
  • Crab apple (vergogna e purificazione da fobie inutili) 

 

Integratori consigliati: 

 

Aromaterapia:

 

L'Autore: Lucia Regini 

Laureata in Marketing e comunicazione d’azienda, ha lavorato molti anni per un azienda di servizi pubblici e ora si occupa dell’assistenza clienti in Macrolibrarsi. 

Da sempre è alla ricerca dei “perché” della vita e di come prendersi cura di se in modo naturale. Appassionata di cucina naturale, meditazione e yoga. 

In questo momento sta portando avanti con impegno il suo percorso di studi per diventare Naturopata. 

 

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