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BASSOLINO, SANTO SUBITO!

Come tutti vediamo, in questi giorni non si parla d’altro che di “emergenza rifiuti”, con fotografie e video che testimoniano la drammatica presenza, in tanti luoghi della Campania...

Stefano Montanari - 11/01/2008




Oggi avrei voluto solo festeggiare la prima candelina di questo blog unendomi idealmente a tutti coloro che, in un anno, hanno letto e hanno fatto sentire la propria voce. In 365 giorni, dopo un inizio timido, abbiamo avuto oltre 440.000 ingressi di cui 40.000 circa a partire dal 1° gennaio 2008, il che, da un canto, è molto triste, visti gli argomenti che si trattano qui, ma dall’altro la cosa significa che non siamo tutti sotto anestesia.

Avrei voluto, ma non è possibile. Come tutti vediamo, in questi giorni non si parla d’altro che di “emergenza rifiuti”, con fotografie e video che testimoniano la drammatica presenza, in tanti luoghi della Campania, d’immense catene montagnose (di cui io ho sentito varie volte gli effluvi) in cui si ammucchia di tutto. Di tutto: bucce, bottiglie, lattine, imballi, indumenti. Beh, sì, per gli addetti ai lavori si tratta di materiali compostabili o recuperabili senza particolari sforzi, ma, se si voleva creare l’emergenza, questa roba era preziosa in quelle condizioni e non si poteva toccare. È successo che, con questa volontà che ha affratellato destra, sinistra e centro, si è cercata una regione adatta e la si è individuata nella Campania, poi, con infinita pazienza, si è fatta una splendida opera di “ignorantizzazione” della popolazione locale perché producesse rifiuti con buona lena e non pensasse nemmeno che, per la maggior parte, quel che buttava poteva non essere affatto un rifiuto. Se qualche napoletano avesse fatto visita a Sydney, avrebbe visto che una città di dimensioni quadruple rispetto alla loro ha i marciapiedi puliti. E a Sydney l’immondizia, quel poco che non si differenzia, si tratta in gran parte a freddo. Se qualcuno fosse stato a Canberra o a San Francisco avrebbe potuto accorgersi – oh, meraviglia! – che ci si sta avviando a quello che i nostri sapienti, quelli che la sanno lunga, considerano una ridicola utopia: rifiuti zero. Se qualche curioso avesse dato un’occhiata a certi numeri, avrebbe avuto di che meditare davanti al fatto che tutti i paesi civili producono via via meno spazzatura mentre noi non solo l’aumentiamo, ma ne incentiviamo subdolamente la produzione, stando il fatto che qualche furbetto lungimirante ha legiferato in modo da fare dei rifiuti una risorsa. Economica e solo per lui e gli amichetti suoi, naturalmente. Insomma, dopo aver costruito la bomba - va da sé, sulla pelle e a spese dei contribuenti accuratamente tenuti all’oscuro di tutto - adesso è ora di farla scoppiare: Napoli sommersa dai suoi rifiuti, un po’ di teppistelli di borgata scelti fra i meno intellettualmente dotati (ammesso che ce ne sia qualcuno con qualche dote) che danno fuoco ai cassonetti senza sapere che quella roba farà venire il cancro pure a loro, un po’ di gente che rovescia automobili, qualcuno che fa a botte con le forze dell’ordine, strilli, pianti e il gioco è fatto. Sull’onda di un’emozione costruita con maestria ben conoscendo l’italica indole, adesso si va a raccogliere un frutto maturo: una bella fungaia d’inceneritori, ribattezzati “termovalorizzatori” grazie all’efficace scuola di marketing di Wanna Marchi, su cui ingozzarsi di tanti bei quattrini pubblici, non solo infischiandosi delle conseguenze economiche e, soprattutto, sanitarie di una strategia così palesemente demenziale e priva di qualunque sostegno scientifico, ma, addirittura, forti di un consenso popolare che stanno guadagnando giorno dopo giorno. E come si fa per finalizzare l’azione, come si dice nel calcio? La palla ormai è in area e per spingerla dentro occorre solo un ultimo sforzo. Si pubblicano un po’ di articoli allestiti per la bisogna firmati da giornalisti sempre pronti ad affittare la penna che saranno sì ignoranti dell’argomento, ma che, in un’Italia dove essere noti equivale ad essere autorevoli non importa in che cosa, sono le persone giuste al posto giusto ed un passaggio smarcante è fatto. Poi si organizza una bella raffica di trasmissioni radio e TV (RAI e Mediaset, ormai lo abbiamo visto, sono pappa e ciccia) in cui si fanno sedere in un salotto politicanti di ogni risma (“dove si manducca Dio mi conducca” si diceva un tempo a Bologna), magistrati, sindacalisti, professori e gl’immancabili tuttologi pennivendoli, e l’arbitro indica il centrocampo: gol convalidato. Ieri sera, contrariamente alla mia abitudine di prestaiolo, ho acceso la TV e ho visto una parte di Ballarò, uno dei tanti salottini radical-chic di RAI3. Bisogna ammetterlo: sono bravissimi. Non c’era una voce discordante: Bassolino ne ha fatte più di Carlo in Francia e bisogna fare i “termovalorizzatori”. A nessuno, nemmeno al magistrato che stava lì, è venuto in mente di dire che se spariscono due miliardi di Euro offerti obbligatoriamente dai contribuenti per il problema della “monnezza” bisogna scoprire il colpevole, farsi restituire il maltolto e ficcare in galera il reo. A nessuno è venuto in mente di dire che l’ARPA si è ben guardata dal dare l’allarme già molti anni fa e ha pigramente e benevolmente assistito allo scempio. A nessuno è venuto in mente di rilevare come due miliardi di Euro (ma temo che la cifra sia parecchio più alta se si fanno i conti giusti) borseggiati ad una nazione come la nostra si ripercuotano in uno slittamento verso la povertà per i cosiddetti “ceti più deboli”. Le famiglie da 1.000 Euro al mese mostrate con gusto nel servizio seguente sempre di Ballarò sono fra quelle che fanno azione mecenatesca verso i lussi dei nostri amministratori. A nessuno è venuto in mente di dire come nei quattordici anni di dominio assoluto del citato Bassolino si siano succeduti vari governi e nessuno di loro abbia mosso un dito. A nessuno è venuto in mente di dire che tutto il personale ridondante assunto da chi prospera anche e soprattutto grazie al clientelismo devono (non ho scritto possono, ho scritto devono) essere messi finalmente al lavoro a differenziare ‘a monnezza. A nessuno è venuto in mente di dire che Bassolino se lo sono votati liberamente, e per tempi degni di un Re Sole o di una Regina Vittoria, i Campani, e questo per ragioni statisticamente forse non troppo nobili ("signo’, un posticino per mio cognato…"). A nessuno è venuto in mente di chiedersi se l’incenerimento sia la soluzione giusta, una domanda se non altro da porsi per rispetto a un po’ di Ordini dei Medici che si sono chiaramente espressi in proposito (vedi i vari pdf di questo blog). A nessuno è venuto in mente di chiedersi come mai il cast della sceneggiata di Ballarò non comprendesse almeno una voce dissonante ma i diligenti coristi fossero tutti intonati in un armonico ed ecumenico canto di regime. A nessuno è venuto in mente di dire che Gianantonio Stella, ora immancabile come il prezzemolo, diceva una fesseria quando proclamava che bruciare l’immondizia di Napoli, come qualche regione pare si sia offerta di fare, significa guadagnare quattrini. A nessuno è venuto in mente di girarsi altrove quando l'ineffabile Stella ha menzionato l'altrettanto ineffabile Ermete Realacci (Legambiente e PD) quale autorevole sostenitore delle sue pirofilie, contrabbandando il personaggio per ambientalista. A nessuno è venuto in mente di avanzare qualche dubbio sui costi reali dell'operazione "Terra Bruciata". Tutti i costi, intendo. E, infine, a nessuno è venuto in mente di ringraziare Bassolino che, con l'eroico sacrificio della sua faccia, ha permesso a una masnada di mascalzoni di avere a disposizione uno splendido argomento per attingere dalle tasche degl’Italiani che, stavolta, le apriranno addirittura con entusiasmo. Altro che San Gennaro che trasforma il sangue da secco a liquido: Bassolino trasforma ‘a monnezza in oro. Dunque: Bassolino santo subito!

Fonte: stefanomontanari.net - 9 gennaio 2008

 

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Categorie: Ambiente,Emergenza Rifiuti





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