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Carezze alle cellule

Sapevi che esistono le “cellule delle coccole”? Scopri come stimolarle per benefici effetti positivi sulla salute e sull’umore

Istituto di Medicina Naturale - 10/04/2017




Abbiamo un segreto della felicità che si nasconde sottopelle. Sono delle specifiche cellule nervose, diverse da quelle che con grande rapidità trasmettono le sensazioni tattili.

La loro velocità di comunicazione con il cervello non è altissima, ma l’effetto che generano è così forte da arrivare a influenzare il nostro patrimonio genetico.

Stiamo parlando delle “cellule delle coccole”: esse soddisfano un bisogno primordiale che appartiene a tutte le specie viventi, e la loro appropriata stimolazione è in grado di generare effetti positivi di portata sorprendente.

«Le carezze, le coccole – dice la dottoressa Katia Berardi, naturopata – fanno parte dei bisogni innati del “cucciolo d’uomo”, e non solo. La carezza significa attenzione, presenza, contatto fisico, protezione, amore.

Gli effetti di un massaggio affettuoso sono molto più pronunciati di quanto si possa immaginare. È dimostrato che nei bambini nati prematuri, tenuti in incubatrice, le carezze hanno un effetto terapeutico in grado di accelerare lo sviluppo neurologico, psichico e cognitivo.

Le attività cerebrali migliorano e le situazioni di difficoltà vengono superate con maggiore rapidità.

Il contatto fisico, il massaggio amorevole è in grado di fornire al bambino prematuro quegli stimoli che avrebbe avuto nel ventre materno, ma che non ha fatto in tempo a sperimentare».

Varie ricerche scientifiche hanno dimostrato che la carezza è un potente mezzo per generare sensazioni di benessere, abbassare il livello del cortisolo – definito l’ormone dello stress – e migliorare la predisposizione alla socialità.

Studi diversi hanno evidenziato che l’apprezzamento del contatto fisico unisce specie viventi lontane fra loro: dalla scimmia, al topolino da laboratorio, fino al moscerino della frutta. Questi risultati dovrebbero dare sempre più rilievo al valore terapeutico del massaggio.

Tante coccole per crescere sicuri e sani

«Il tocco, il contatto fisico – ricorda Katia Berardi – è il primo linguaggio che sperimentiamo come esseri umani. Il bambino nel grembo materno risponde al contatto con la madre. E dopo la nascita, la carezza, l’abbraccio protettivo dei genitori è un fortissimo elemento di comunicazione e di reciproca conoscenza.

Il bambino che cresce in un’ambiente ricco di calore umano, successivamente è una persona con una marcia in più. Una persona equilibrata, sicura di sé, aperta alle relazioni, che si inserisce meglio nella società.

L’epigenetica sta dimostrando che il nostro DNA non è un patrimonio rigido e immutabile. L’ambiente che ci circonda, fin dal periodo prenatale, ha un’influenza decisiva sulla nostra personalità e sul nostro futuro.

L’essere umano assorbe dal contesto in cui vive e influenza le generazioni successive: è come se avessimo uno “stampino”, una matrice che inscrive informazioni e comportamenti che si tramandano. Abbiamo una memoria inconscia che caratterizza il nostro modo di essere e di rapportarci con gli altri».

Carezze e coccole anche da adulti

In anni recenti si è registrato un proliferare di lavori scientifici che si interessano alla relazione fra sensazioni fisiche ed emozioni. In uno studio condotto da Lauri Nummenmaa e altri, pubblicato nel 2013 su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, coinvolgendo 701 soggetti espressione di diverse culture e nazionalità, è stato possibile fissare una mappatura “universale” delle sensazioni fisiche-corporee associate alle emozioni.

«Da adulti – afferma la dottoressa Berardi – forse ci dimentichiamo di quanto siano importanti le coccole derivanti dal contatto fisico. Non teniamo presente che il nostro corpo è un grande generatore di emozioni e tendiamo a perdere di vista il valore dell’affetto e della carezza. Un bisogno che non si ferma con il procedere dell’età anagrafica.

Spesso le coccole sono sostituite da dei surrogati: un acquisto, un oggetto, una compensazione materiale che solo in parte, o per breve tempo, attenua quella ricerca di benessere e gioia che per un bambino, in modo del tutto naturale, si riversa nella ricerca di affetto e calore umano. Su tutto questo dovremmo riflettere».

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 48


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Categorie: Naturalmente bambini e genitori


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