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Io faccio scuola nel bosco

L’esperienza di educazione parentale a Torino per bambini dal nido alle scuole elementari

La Redazione di Vivi Consapevole




A Torino esiste un progetto di educazione parentale per bambini del micronido e della scuola materna ed elementare, portato avanti dall’Associazione culturale La vita al centro. Bambini e genitori.

Convinti che l’educazione non si limiti a imparare nozioni da un libro, l’Associazione porta avanti il progetto di educazione parentale da ormai 8 anni.

Abbiamo fatto loro alcune domande per conoscere la loro bella esperienza

Com’è nata l'idea di una scuola parentale?

Il nostro progetto nasce nel 2009 come associazione di genitori ed educatori, che desiderano per i propri figli e per i bambini e le bambine un approccio educativo attento alle singole potenzialità e ai singoli sviluppi. L’attenzione è centrata sulla famiglia, riconosciuta come nucleo centrale non solo della vita individuale, ma della società.

Noi crediamo che l’epoca di rapida trasformazione che stiamo vivendo richieda un apprendimento che abbia alla base lo sviluppo dell’affettività, come capacità di stabilire relazioni significative con sé, l’altro e il mondo.

Quanti bambini coinvolge la scuola e di che età?

Al momento nella nostra sede ospitiamo 12 bambini al micronido, 20 alla scuola materna e 45 sulle cinque classi elementari.

Dove si svolgono le lezioni?

Le lezioni si svolgono sia in classe che all’aperto. Siamo immersi nel verde, molto vicini a un bosco che spesso diventa la nostra aula, così come la città, i musei e il teatro sono per noi i luoghi dell’apprendimento.

Chi insegna ai bambini: genitori o insegnanti?

Alcuni insegnanti sono anche genitori, altri no. Inoltre collaborano con noi diversi professionisti che integrano l’insegnamento delle materie scolastiche con laboratori di coro, storytelling, tai-chi, biodanza, manualità creativa ecc.

Spesso intervistiamo i nonni o persone che svolgono i mestieri più diversi o che provengono da altre culture: anche loro sono nostri maestri.

Da cosa si caratterizza il vostro metodo rispetto a quello classico?

Ci sono dei valori su cui si basa il nostro metodo. Il fine della nostra educazione è: “apprendere a vivere” (Rousseau nell’Emile) secondo la pedagogia del vivente, in cui il segnale del piacere indica le condizioni favorevoli, quello del dolore le condizioni sfavorevoli all’evoluzione della vita.

Un altro valore è l’apprendimento esperienziale: i nostri bambini imparano con il corpo e tutti i sensi e non solo con la mente, insieme e non da soli, sperimentando la cooperazione, imparando a chiedere aiuto.

La curiosità è il motore dell’apprendimento: noi educatori custodiamo questo impulso in modo che il viaggio attraverso la conoscenza abbia come compagna costante la creatività.

Senza dimenticare la felicità, che a scuola si nutre con l’ascolto reciproco, il rispetto del ritmo dei bambini e delle bambine, la cooperazione, il contatto con la natura, il piacere di esprimere se stessi e di scoprire il mondo.

È poi basilare sviluppare il contatto con la natura: nel nostro bosco possiamo fare lezione intorno ad un albero, disegnare, conversare sulla natura e le sue mille forme, cercare la poesia che vi abita, camminare per comprendere i concetti di misura, raccogliere materiali, camminare insieme come usiamo noi: “un grande e un piccolo”.

Infine, crediamo nell’importanza di valorizzare l’errore che è parte necessaria del processo di conoscenza: non esistono risposte giuste o sbagliate, ma possibili soluzioni che poggiano sull’amore per la ricerca, la curiosità e la passione. Per questo non utilizziamo il sistema dei voti ma valorizziamo il percorso che è fatto di prove ed errori.

Come si svolge una giornata tipo di lezione?

Le nostre giornate cominciano in cerchio, sul tappeto: è il momento della condivisione prima dell’inizio delle lezioni, che abbiamo preferito organizzare in due grandi momenti piuttosto che in ore perché pensiamo che una scuola “lenta” sia più vicina al ritmo dei bambini.

Il primo va dall’entrata a scuola fino alle 10.45, ora della merenda in giardino. Verso le 11.30 torniamo nel gruppo classe per continuare le attività di apprendimento in classe, nel bosco, sui tavoli sotto i pini o in giardino fino alle 13.00 quando, pian pianino, apparecchiamo e ci prepariamo per il pranzo.

Durante questo momento bambini e bambine si trasformano in camerieri, “acquaioli”, custodi dell’armonia. La lettura accompagna il primo piatto, le chiacchiere il secondo, poi si sparecchia, laviamo i denti e tutti a casa o a rilassarsi un po’ prima dei laboratori del pomeriggio.

Che benefici avete notato nei bambini che apprendono con il metodo parentale?

Il nostro metodo biocentrico si avvale di metodi attivi e globali, come l’iniziativa, la ricerca delle soluzioni, l’utilizzo della sperimentazione e dell’osservazione per l’elaborazione teorica, il coinvolgimento reale e intimo degli allievi, sapendo che essi portano a scuola non solo la “mente”, ma anche il corpo, i sentimenti e la volontà.

I nostri bambini e bambine sviluppano la capacità di osservare i fenomeni da più punti di vista integrandone la complessità.

Non ultimo, tutti loro amano venire a scuola, la loro sete di sapere è inesauribile e non è inquinata dalla paura o dalla competizione, bensì soddisfatta attraverso il piacere e la bellezza.

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 50


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Categorie: Naturalmente bambini e genitori

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