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Parassiti intestinali

Le infezioni parassitarie sono fonte di sintomi e malesseri: impariamo a riconoscerle e a curarle in modo naturale

Romina Rossi

Noi siamo fatti di parassiti, funghi e virus: nel nostro corpo si trovano fra i 500 e i 10 milioni di microrganismi diversi. Di norma i microrganismi colonizzano il tratto gastrointestinale (dove prendono il nome di flora batterica intestinale), i polmoni, il fegato e altri organi.

L’insieme di tutte queste specie prende il nome di microbiota umano, la cui composizione è unica: esso si sviluppa nei primi giorni di vita e sopravvive, salvo malattie gravi, a lungo, riproducendosi e cambiando in certe fasi.

È talmente specializzato che molti ricercatori oggi considerano il microbiota un organo a se stante, dato che svolge funzioni che non saremmo in grado di espletare altrimenti, come l’assimilazione di cibi o parti di esso che risulterebbero indigeribili, e la sintesi di alcune vitamine.

Si tratta di uno degli organismi più complessi esistente sulla terra. La sua presenza è favorevole alla nostra salute – la nostra omeostasi dipende dai batteri che abbiamo – poiché è una cooperazione mutualistica di reciproco vantaggio.

Accanto a questi parassiti buoni, chiamati probiotici, ce ne sono alcuni che sono invece dannosi e che possono creare malattie anche gravi.

 

 

 

I parassiti che danneggiano la salute

I parassiti cattivi sono quelli che ingeriamo dall’esterno, per contaminazione del cibo da materia fecale (per esempio quando non ci si lava bene le mani dopo essere stati al bagno), cibi – soprattutto carni – poco cotte o crude, spazzatura o acqua contaminata.

Riproducendosi in fretta, questi parassiti interferiscono con le normali attività delle cellule che infettano, fino a dare origine a vere e proprie malattie. Le secrezioni rilasciate dai parassiti possono scatenare una sollecitazione del sistema immunitario, alimentando le malattie autoimmuni.

I sintomi più comuni di una infezione parassitaria sono:

  • perdita dell’appetito;
  • stanchezza;
  • stipsi;
  • allergie alimentari;
  • febbre;
  • dolori gastrici;
  • prurito anale;
  • presenza di sangue o muco nelle feci;
  • colite;
  • morbo di Crohn;
  • feci maleodoranti.

 

Purtroppo non è sempre facile riconoscere una infezione parassitaria, perché spesso questi ospiti indesiderati rimangono silenti per lungo tempo.

I parassiti dannosi più comuni sono:

  • ossiuri (Enterobius vermicularis): le larve si sviluppano nell’intestino tenue e nel colon. Le uova vengono deposte nella zona perianale, provocando un fastidioso prurito;
  • ascaridi (Ascaris lumbricoides): provocano l’infezione umana da vermi più diffusa al mondo. Di solito non dà sintomi, eccetto stanchezza e tosse cronica. Nei bambini può provocare malnutrizione e crampi addominali. L’infezione si trasmette con frutta e verdura poco lavate;
  • verme tondo (Trichuris trichiura): si trasmette per via orale attraverso cibo o bevande contaminate. Questi vermi provocano mal di pancia, diarrea, nausea;
  • giardia (Giardia lamblia): si trasmette attraverso cibo e acqua infetti, per via fecale-orale o tramite rapporto sessuale.

Eliminare i cattivi e rafforzare i buoni

Intervenire contro i parassiti è di fondamentale importanza. Prima di intraprendere un qualsiasi trattamento è bene, però, avere una diagnosi corretta, che si fa attraverso un’esame delle feci.

Un trattamento fatto senza la certezza di avere parassiti dannosi potrebbe provocare seri danni alla colonia batterica dei parassiti probiotici nel nostro tratto intestinale.

Conviene rivolgersi a un laboratorio specializzato che esegua indagini parassitologiche complete. Molti degli esami che vengono eseguiti presso ospedali e cliniche non sono sufficientemente sensibili da rilevare i differenti tipi di parassiti. Alcune infezioni parassitarie sono infatti difficili da rilevare. La medicina convenzionale si affida a farmaci antiparassitari che però non sono privi di controindicazioni o effetti collaterali.

Le terapie naturali sono altrettanto valide. Un protocollo valido è quello messo a punto dalla dottoressa Clark. Il trattamento dura 18 giorni, ma è bene, dopo tale ciclo, assumere le erbe 1 volta a settimana per 1 anno come programma di mantenimento per prevenire nuove possibili infezioni.

Ecco di seguito le piante che si utilizzano:

  • tintura di mallo di noce nera (Juglans nigra), è nota fin dal passato nel trattamento delle infezioni parassitarie. Se ne assume 1 goccia 1 volta al giorno prima dei pasti. Si aumenta progressivamente di 1 goccia al giorno, fino ad arrivare a 2 cucchiaini il sesto giorno. Dal settimo giorno si assumono 2 cucchiani 1 volta la settimana;
  • artemisia (Artemisia absinthium), viene usata abbondantemente nelle terapie antiparassitarie. La pianta è in grado di uccidere gli stadi larvali dei parassiti. Si assume 1 capsula da 200-300 mg 1 volta al giorno prima dei pasti. Dal terzo giorno si passa a 2 capsule, per poi passare a 3 dal quinto giorno e a 4 il settimo e ottavo giorno. Si aumenta progressivamente di 1 capsula ogni 2 giorni. Dal diacessettesimo giorno si assume 1 capsula 1 volta a settimana;
  • chiodi di garofano (Eugenia caryophyllata), le capsule hanno proprietà antifungine, antivirali e antifiammatorie. Si comincia assumendo 1 capsula durante i 3 pasti principali, 2 capsule 3 volte al giorno il secondo giorno, e dal terzo giorno si prendono 3 capsule 3 volte al giorno. Dal dodicesimo giorno si assumono 3 capsule 1 volta a settimana;
  • ornitina, indicata se, a causa del trattamento antiparassitario che libera ammoniaca, non si riesce a dormire. Se ne assumono 2 capsule prima di coricarsi, aumentando di 2 capsule ogni sera, fino a un massimo di 6. Il trattamento si interrompe quando il sonno torna regolare;
  • arginina, che assorbe anch’essa l’ammoniaca rilasciata, ma ha un effetto stimolante per cui durante il trattamento antiparassitario sarebbe meglio smettere di bere caffè. Se durante il giorno si ha sensazione di stanchezza, si può prendere 1 compressa prima dei 3 pasti principali.

Modificare il terreno con gli oli essenziali

Per un’azione più duratura e definitiva, si può associare a questo protocollo una miscela di oli essenziali (OE) maggiori per modificare il terreno e rendere impossibile la vita a questi germi.

Gli OE sono noti per il loro potere antisettico, battericida e antivirale. La seguente miscela è generica e va bene per tutti i tipi di parassiti:

  • 1 goccia di OE di chiodi di garofano,
  • 1 goccia di OE di cannella,
  • 1 goccia di OE di timo CT linalolo,
  • 1 goccia di OE di eucalipto CT cryptone,
  • 1 goccia di OE di lavanda.
 

Si mescolano le gocce in un contenitore facendo una miscela. Si mettono 2 gocce della miscela in una compressa neutra o in un cucchiaio di olio di oliva e si prendono per bocca 3 volte al giorno. Non superare le dosi indicate, dato che gli oli essenziali, se presi in quantità eccessive, possono avere effetti collaterali anche gravi.


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