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La Fabbrica del Terrore
Made in USA

Il long-seller a firma di Webster Griffin Tarpley finalmente pubblicato in Italia da Arianna Editrice!


Dall'11 settembre ai futuri obiettivi
Un'indagine coraggiosa sul Terrorismo di Stato nell'Era Globalizzata e sul ruolo attivo dei servizi segreti Anglo-Americani negli attentati attribuiti ad Al-Qaeda

Arianna Editrice - settembre 2007
Pagine 653 - euro 18,50

La Fabbrica del Terrore (titolo originale Synthetic Terror) è acclamato come la più esauriente storia non ufficiale dell’11 settembre. Caso unico nel suo genere, ha fatto parlare di sé sulla CNN e resta un autentico long seller in USA e in Francia. Il libro è insieme un lucido esempio di giornalismo investigativo, un manifesto del movimento per la verità dell’11/9, e una storia del terrorismo manipolato e diretto da reti criminali interne ai governi (dalla Congiura delle Polveri alle Brigate Rosse, ad Al Qaeda). Ma è anche una panoramica sull’attuale geopolitica delle Grandi Potenze, in cui le guerre al mondo islamico – così come gli eventi di terrorismo sintetico nei paesi NATO (11/9, Beslan, o l’11 marzo di Madrid) – sono stati escogitati per continuare la Guerra Fredda, in campagne di guerra pluridecennali necessarie alla strategia egemonica angloamericana.
Esperto mondiale di terrorismo internazionale, Webster Griffin Tarpley ha diretto, nel 1978, lo studio Chi ha ucciso Aldo Moro, commissionatogli da un membro del Parlamento Italiano.
Tarpley ha scoperto che le operazioni false flag (un'operazione false flag viene perpetrata da qualcuno e attribuita a qualcun altro) portate avanti dallo Stato sono la risorsa fondamentale per alimentare il terrorismo internazionale.

Cosa hanno detto di questo libro straordinario?
«Scritto in maniera brillante, anzi, direi eccelsa; non si riesce a smettere di leggerlo. Webster formula un giudizio devastante. Congratulazioni! Lo appoggio con tutto il cuore».
Andreas von Bülow, ex Ministro tedesco della Ricerca e delle Tecnologie. Ex commissario parlamentare sull’intelligence. Ha scritto Die CIA und der 11/9

«Leggere queste pagine significa affacciarsi su un incubo. Gli Stati Uniti sono in mano a un gruppo di pericolosi sovvertitori della pace mondiale. Né il “New York Times”, né il “Washington Post” hanno recensito il libro. Si presume che non lo faranno nemmeno i grandi giornali italiani. Che, infatti, hanno tutti mentito sull'11 settembre».
Giulietto Chiesa, parlamentare europeo e giornalista

«Con gran rammarico, concludo che questo libro di Tarpley è il più forte tra gli oltre 770 libri da me recensiti su Amazon, quasi tutti di saggistica. Devo concludere che l’11/9 è stato come minimo lasciato accadere come casus belli […]. Questo libro è, senza dubbio, il principale testo di riferimento moderno sul terrorismo di Stato, e anche il testo dove si suggerisce nel modo più puntuale che gli elementi canaglia nel governo USA […] sono i più colpevoli di terrorismo di Stato. […] È innegabile che il Governo USA ha voluto uccidere i suoi stessi cittadini e ha voluto costruire attacchi per mobilitare l’opinione pubblica».
Robert D. Steele, ex alto ufficiale della Marina USA e spia della CIA, da sempre repubblicano, imprenditore e teorico dell’Intelligence e docente alla Marine Corps University. È recensore n.1 della non-fiction di Amazon.com

«Arrivato alla quarta edizione negli Stati Uniti, La Fabbrica del Terrore è un libro che compie un salto di qualità nelle indagini alternative sull’11/9 e sugli altri atti di terrorismo che hanno scosso il mondo negli ultimi anni: dopo le denunce delle molte incongruenze presenti nelle versioni ufficiali, Webster Tarpley offre una ricostruzione riccamente documentata sull’azione dei servizi segreti e dei loro mandanti nel perseguire interessi strategici ben precisi».
Franco Cardini, storico, docente all’Università di Firenze

«Tarpley ha creato un genere del tutto nuovo […] paragonando le tecniche utilizzate dalle agenzie di Intelligence statunitensi nella creazione dell’11/9 e i metodi usati in passato dall’Intelligence USA. […] Si continuerà a tornare su questo libro per sollevare nuove domande lungo questa linea d’indagine».
Thierry Meyssan, ex segretario nazionale dei radicali di sinistra francesi. Presidente del “Réseau Voltaire”, autore dei bestseller L’incredibile menzogna e Il Pentagate

Visita sul sito del CONSAPEVOLE la sezione dedicata all'11 settembre!

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Il mito dell’11/9
un assaggio da LA FABBRICA DEL TERRORE di Webster Griffin Tarpley

«Il resoconto ufficiale sull’11/9 – scrive Tarpley – finora ha assunto tutte le fattezze di un mito. Nella mente di molti, la credulità su questo mito ha assunto toni di religiosa sacralità. Si è radicato negli oscuri meandri della mente americana. Il mito è un soggetto sensibile, circondato da timorosi tabù e da potenti formazioni reattive (nel senso psicanalitico). Metteteli in discussione e il soggetto spesso risponderà con rabbia e indignazione irrazionali. Tuttavia, il fatto resta: la versione ufficiale non è mai stata verificata. È un’asserzione non provata e, alla fin fine, un mito. […]
Dovremmo ricordare che furono gli stessi nazisti ad abbracciare avidamente il mito come base della politica: il principale ideologo ufficiale del movimento nazista fu Alfred Rosenberg, e la sua famosa opera fu Il mito del XX secolo. La storia di Osama nella sua caverna sperduta è già il mito del ventunesimo secolo.
A causa degli avvenimenti dell’11/9, il regime proclama che il mondo così come lo abbiamo conosciuto è scomparso. Ci troviamo di fronte a un nuovo mondo di guerra preventiva e di attacchi a sorpresa, di utilizzo di armi nucleari come prima opzione, di aggressione unilaterale, di razzismo e odio barbarici, di glorificazione della violenza e dell’assassinio, di uso della forza e minaccia della forza. Eppure prima di andare di buona voglia in questo nuovo mostruoso mondo, è nostro diritto chiedere che gli eventi dell’11/9 – precisamente perché è stato detto che hanno causato tutto questo – siano esaminati più in profondità. Prima di accettare l’ordine di esecuzione nei confronti della civiltà, della cultura e di ogni valore umano, chiediamo il diritto di un appello alla corte della ragione».

Presa di coscienza
Tarpley invita dunque a una vera e propria presa di coscienza: dobbiamo avere il coraggio di smascherare il mito, di rivelare che il mondo oggi ruota attorno ad una verità non provata, ad una credenza.
«Vi esortiamo a venire alle prese con i problemi qui esposti – continua interpellando direttamente i lettori. Questo è importante per via dell’imminente minaccia di nuovi attacchi terroristici, organizzati in gran parte dai reali criminali di settembre. È importante anche perché questo è un periodo di aggravate crisi economiche, politiche e strategiche, un periodo di guerre, depressione e catastrofi. […]
Le oligarchie dominanti degli USA e di vari altri paesi commisero un grave errore decidendo di accettare la rudimentale teoria complottista sull’11/9 approvata dal regime di Bush. Questa era una materia in cui una classe dirigente più attenta e giudiziosa avrebbe esercitato più controllo, tenendo aperte più opzioni. L’adesione indiscriminata su vasta scala al mito ufficiale dell’11/9 da parte dei media ufficiali controllati, da parte dei due principali partiti politici e da ampi settori del mondo accademico ha creato una situazione in cui il mito dell’11/9 è ora la base indispensabile di molti ambiti della vita americana. Di fatto, molte istituzioni hanno legato indissolubilmente a quel mito tutta la loro credibilità. Questa è stata una cosa molto sconsiderata. Non possiamo essere del tutto certi che la verità sull’11/9 sarà mai accettata universalmente dalle masse, ma tali rivelazioni, se fossero fatte, distruggerebbero non solo il mito dell’11/9, ma anche molto altro».

Distruggere le credenze
«Lo smantellamento del mito in favore di un resoconto per lo meno più vicino alla realtà – prosegue Tarpley – avrà le più profonde implicazioni istituzionali. Il Partito Repubblicano, avendo presieduto all’istituzionalizzazione e allo sfruttamento del mito, tenderebbe all’estinzione. Le contraddizioni interne al Partito Democratico esploderebbero. Molte carriere andrebbero distrutte. Poiché l’intera società ha investito così pesantemente sul mito, l’intero ordine sociale sarebbe messo in questione. E lo sarebbero quindi anche le relazioni di proprietà prevalenti, almeno riguardo ai media, alle industrie della difesa, ai settori petroliferi e ad altri settori. Lo stato attuale del mito dell’11/9, che fa da substrato a così tante istituzioni egemoniche, aiuta a spiegare i fortissimi attacchi d’isteria che colpiscono la classe dirigente ogniqualvolta si sollevino critiche che intaccano la sostanza del mito, che, in quanto mito, si attirerà sempre queste critiche.
Ogni cosa dipende da attivisti intellettuali come voi. Il mito dell’11/9 è l’ultima linea di difesa di un regime in bancarotta. La guerra all’Iraq era basata su menzogne? Le atrocità di Abu Ghraib violano le leggi di guerra e la Convenzione di Ginevra? La classe media sta per essere annientata? Il regime, con le spalle al muro, ha solo una risposta: “l’11 settembre”. Il mantra dell’11/9 da carta bianca alla propaganda nera, ai crimini di guerra, a uno Stato di polizia, e a ruberie fino alla fine del mondo, se stiamo ad ascoltare chi ora è al potere.
L’11/9 è la leva usata da tutte le fazioni dell’oligarchia per tenere sottomesse le masse. Questa leva noi la romperemo davanti alle loro facce».

Tratto da il CONSAPEVOLE n.12 agosto/settembre 2007
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