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5 regole fondamentali per un orto naturale

Cosa fare o, meglio, cosa non fare per avere una coltivazione naturale

Grazia Cacciola - 26/06/2017




 

Quando ci si avvicina alla coltivazione naturale, sembra che le informazioni da acquisire siano tante: sinergico? O biodinamico? Permacultura come? E così via.

In realtà fare un orto naturale è molto più semplice rispetto a qualsiasi tecnica tradizionale che preveda l’uso di prodotti chimici e di grandi lavori di aratura e diserbo.

Resterete sorpresi da quanto sia semplice e quanta fatica in meno richieda questo tipo di coltivazione! Nell’orto naturale è la natura a fare la maggior parte del lavoro, noi dobbiamo solo assecondarla.

 

 

 

1. Non arare

Dopo una prima aratura e preparazione del terreno, la terra si lavorerà da sola grazie alle radici, all’attività dei microrganismi e dei lombrichi.

L’aratura della terra destruttura il terreno e finisce per indurire il suolo rendendo le particelle sempre più piccole, facili al compattamento e incapaci di trattenere l’acqua. La natura lavora da sola il terreno da migliaia di anni, utilizzando microrganismi, decomposizioni, lombrichi e altri animali. Arando, roviniamo il lavoro della natura e ci carichiamo di un lavoro tanto dannoso quanto faticoso.

2. Pacciamare, pacciamare!

Osserviamo cosa fa la natura: gli alberi perdono le foglie, che si posano sul terreno, sopra a piante erbacee che nascono e muoiono di stagione in stagione, restando lì dove sono.

Ciò che resta sul terreno si decompone lentamente, nutrendo le nuove piante in crescita. Il terreno si rigenera, ricevendo nutrimento dalla decomposizione in superficie e restando fresco, soffice, umido e idratato grazie alla mancata esposizione diretta al sole e agli agenti atmosferici.

Osservando questo ciclo perfetto creato dalla natura, possiamo facilmente dedurre che estirpare tutte le “erbacce”, mantenendo il terreno dell’orto nudo ed esposto agli agenti atmosferici è una scelta controproducente.

Per ricreare le condizioni ottimali di crescita, dobbiamo allora provvedere alla pacciamatura, e la più classica di un orto naturale è una copertura in paglia.

3. Un impianto d’irrigazione

Se esiste una fonte di acqua nelle vicinanze, già incanalata, sarà semplicissimo predisporre un impianto di irrigazione a goccia, che rilasci un apporto idrico sufficiente, a poco a poco, durante la crescita della pianta.

L’impianto va posizionato sotto la pacciamatura. Se non esiste una fonte vicina, possiamo recuperare l’acqua in diversi modi, per esempio raccogliendo l’acqua piovana da grondaie nelle vicinanze e incanalandola nel nostro orto.

Oppure utilizzare metodi come il cippato in copertura, che aumenta la capacità del terreno di trattenere l’acqua.

4. Piantare alberi e cespugli

Gli alberi, con le loro radici, aiutano la risalita capillare dell’acqua e mantengono il terreno più umido, gli essudati delle radici nutrono il terreno: se vi è capitato di scavare vicino alle radici di un albero, avrete notato che lì il terriccio è migliore e più ricco.

Posizionare qualche albero da frutto nell’orto, aiuta anche a evitare che alcuni ortaggi soffrano durante le ore più calde, e darà riparo a molti animali utili. Una recinzione biodiversa di frutti di bosco, rovi e lavande terrà lontani molti predatori e attirerà api e altri insetti utili all’impollinazione.

5. Fertilizzare senza letame

Il letame non serve, è anzi dannoso. Con il letame, il terreno diventa molto acido o molto arido, inospitale per le piante.

Se invece il terreno viene lasciato a se stesso, è in grado di conservare la propria fertilità grazie ai cicli naturali.

Utilizziamo solo prodotti naturali fatti da noi per aiutare le piante in qualche caso particolare, per esempio con i macerati di erbe, l’humus, il compost, tutti prodotti di fermentazioni e decomposizioni naturali.

Aiutiamo poi le piante con opportune consociazioni e rotazioni, in modo che abbiano sempre i nutrienti adatti alla loro crescita.

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 49


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Categorie: Ecologia e Localismo




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