“Aiutami a fare da solo”
Maria Montessori: perché il suo metodo è ancora attuale e come possiamo metterlo in pratica, anche a casa
La Redazione di Vivi Consapevole
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Molti di noi se la ricordano come la signora delle Mille Lire: Maria Montessori, classe 1870 è stata una delle prime donne medico italiane, filosofa, educatrice e scienziata di calibro internazionale, e deve la sua fama al metodo pedagogico che porta il suo nome e che è stato recepito e applicato in tutto il mondo: ne parliamo con Elena Balsamo, pediatra omeopata, specialista in puericultura e studiosa di Maria Montessori.
Quali sono le basi della pedagogia montessoriana?
Se dovessi scegliere alcuni concetti chiave direi che la libertà di scelta, la preparazione di un ambiente ordinato e a misura di bambino e la formazione interiore-spirituale dell’insegnante ne sono i pilastri fondanti e i cardini principali.
Nelle scuole Montessori di ogni ordine e grado – dal nido alle superiori – sono i bambini a scegliere a quale attività dedicarsi in ogni momento della giornata in base ai loro specifici interessi, ma lo fanno all’interno di un ambiente sapientemente predisposto e sotto la guida di un insegnante che è più che altro un saggio mentore, un “rianimatore” come lo chiamava Maria: qualcuno che sa accendere la scintilla dell’entusiasmo e sa risvegliare i poteri che giacciono addormentati nell’animo di ogni bambino.
In cosa si differenzia una scuola montessoriana da un istituto tradizionale?
Lo dice già il nome: la scuola montessoriana si chiama “Casa dei bambini” perché vuole essere un ambiente caldo, accogliente e familiare come una casa, non un luogo istituzionale volto a trasmettere conoscenze.
L’approccio Montessori (Maria non lo ha mai chiamato “metodo”) è completamente diverso da quello tradizionale: in esso i valori primari sono il rispetto massimo del bambino e delle sue scelte, per cui è prevista libertà di movimento (non ci sono banchi in cui stare seduti otto ore al giorno ma i bambini possono lavorare a terra su tappeti e spostarsi dentro e fuori dall’aula); si impara divertendosi, attraverso i sensi, utilizzando anche materiali scientifici predisposti a questo scopo.
Non ci sono voti, né premi e punizioni eppure i bambini sono molto disciplinati perché la loro disciplina viene da dentro e non è imposta dall’esterno.
Ci tengo anche a dire – credo sia importante sottolinearlo – che la scuola Montessori è basata su una visione spirituale e pedagogica molto rigorosa e al suo interno vige l’ordine e non l’anarchia.
Come mai le scuole montessoriane sono diffuse in tutto il mondo, mentre in Italia è una realtà di “nicchia”?
Purtroppo “nessuno è profeta in patria”, come recita un antico detto. Ci sono 22.000 scuole Montessori nel mondo, sparse negli angoli più remoti della terra e qui da noi in Italia solo poco più di un centinaio.
Il messaggio di Maria Montessori è un messaggio scomodo, rivoluzionario e talmente innovativo da far paura, come tutto ciò che è nuovo e diverso.
Il suo approccio, volto a formare individui liberi, dotati di spirito critico, spaventa in quanto non è funzionale al sistema: è molto più comodo crescere piccoli automi ubbidienti che delegano a qualcun altro il potere. La verità è che la libertà, oggi come allora, fa paura.
Inoltre il messaggio della Montessori è talmente grande e spiritualmente elevato che solo pochi sono riusciti a capirlo. Ecco perché il figlio Mario l’ha definita «l’educatrice più incompresa di tutti i tempi».
Come possiamo integrare la pedagogia montessoriana nella vita quotidiana dei nostri bambini a casa?
Ci sono molte possibilità: qui dirò solo che si può cominciare dall’arredo della cameretta dei bambini con un lettino basso (20 cm da terra) che offra ai piccoli la possibilità di coricarsi e alzarsi da soli (il motto del bambino montessoriano è “aiutami a fare da solo!”), per passare agli scaffali alla loro altezza così da avere accesso ai giochi e ai libri da soli, al tavolino a loro misura dove mangiare a partire dai 13-14 mesi.
Poi ci sono tante proposte di gioco-lavoro, dai travasi alle attività “di vita pratica” (simili cioè a quelle domestiche) ma anche di osservazione ed esplorazione a contatto con la natura.
Cosa manca oggi al bambino che ha tutto? Quali consigli ti senti di dare ai genitori?
Ciò che più manca al bambino oggi è la presenza del genitore. Non si tratta tanto di fare delle cose con i bambini ma di esserci per loro. Non per nulla ho intitolato il mio primo libro Sono qui con te: è ciò che più di ogni altra cosa ha bisogno di sentirsi dire un bambino.
Oggi i genitori sono presi da ritmi frenetici, quando non sono al lavoro stanno sempre più spesso davanti a uno schermo e il cellulare è il primo oggetto che anche i piccolissimi imparano a conoscere.
E invece hanno bisogno di braccia che li coccolino ma anche che li portino a contatto con la natura, con la bellezza, fuori da un mondo artificiale in cui essi si sentono estranei e sperduti.
I bambini, ma anche gli adolescenti, hanno bisogno di adulti – genitori, maestri, educatori – che sappiano fare da guida, che sappiano cioè accompagnarli nel viaggio della vita con mano ferma, amorevole e rassicurante, che abbiano fede nella bellezza, che vivano con passione, che offrano loro la speranza che anche l’impossibile può diventare possibile, che tutto si può trasformare.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 50
Categorie: Naturalmente bambini e genitori
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