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Bambino mio, quanto mi costi?

Capire quali sono i bisogni fondamentali dei bambini per risparmiare (tanto) denaro e investire sugli affetti

Marianna Gualazzi - 25/08/2017




Nel 2016, secondo i dati Istat, il numero medio di figli per donna si assesta a 1,34 ed è in calo per il sesto anno consecutivo.

Dell’Italia si parla come del Paese dalle culle vuote. La lettura di questo calo è da mettere in relazione con una crisi economica che sta diventando una situazione strutturale e con politiche a sostegno della famiglia da sempre inesistenti.

Fare un figlio costa. Si sa. Ma quanto costa? Secondo Federconsumatori tra i 7000 e i 13000 euro nel primo anno di vita. E con queste cifre alla mano è facile spaventarsi e rinviare un progetto così importante.

Eppure un modo diverso di gestire la cosa è possibile, soprattutto se ci sganciamo dalla prospettiva iperconsumista, se lasciamo perdere i dati sconfortanti e cerchiamo di capire quali sono i bisogni fondamentali dei neonati e dei bambini più grandi: ne abbiamo parlato con Giorgia Cozza, giornalista e autrice di numerosi libri sul consumo critico, la gravidanza, l’allattamento al seno, la salute della mamma e del bambino

Il tuo libro Bebè a costo zero è giunto alla terza edizione. Quali sono le ragioni di questo successo?

Credo che l’argomento sia di grande interesse. I bambini costano. Lo si legge sui giornali, lo si sente in televisione e, a furia di dirlo, diventa vero.

Il mercato offre una mole vastissima di prodotti, gadget e accessori e la pubblicità sa far bene il suo mestiere facendo leva sul desiderio – sacrosanto – di ogni genitore di garantire tutto il meglio al proprio bambino.

Perché ci può essere la crisi finanziaria, possiamo essere in difficoltà, mangeremo noi pane e cipolla, ma per i figli solo il meglio.

Ecco, Bebè a costo zero parte proprio da qui e si chiede cos’è il meglio per un bimbo che nasce, passando in rassegna vari aspetti legati all’accudimento del bebè. Alimentazione, abbigliamento, igiene del corpo, pannolini, giocattoli, nanna, accessori…

Cosa serve per accogliere un bimbo e soddisfare le sue esigenze? Cosa può aiutarci a farlo crescere bene, a farlo crescere sereno? È un interrogativo cruciale, che ha portato molti genitori a leggere questo libro.

Chi ha apprezzato le risposte contenute in queste pagine ne ha suggerito la lettura ad altri futuri genitori (grazie!) e il passaparola ha aiutato molto la diffusione del libro.

Per il primo figlio ci dotiamo di ogni tipo di accessorio che possa favorire il suo e il nostro benessere. Eppure sempre più spesso sentiamo di neomamme stanche, stanchissime; di bambini che non ne vogliono sapere di dormire; di papà che si lamentano che la loro vita non è più quella di prima… Perché sempre più spesso occuparsi di un neonato sembra un’impresa titanica?

Forse perché la risposta non sono gli accessori? Forse perché il moltiplicarsi di gadget e prodotti invece di favorire il benessere di tutti può ostacolare la sintonia tra i genitori e il bambino che è nato? Quando in famiglia arriva un bimbo, tutto è nuovo e da scoprire.

E in molti casi la prima scoperta è che il nostro bambino è diverso da quello dell’immaginario comune, il bambino della pubblicità che mangia (poche volte), dorme (magari tutta la notte) nella sua culla e ci sorride felice dalla sua sdraietta.

Un bambino nasce con pochi fondamentali bisogni, e nella maggior parte dei casi la risposta a questi bisogni sono proprio la mamma e il papà. Di giorno e di notte. È un impegno a tempo pieno (stancante e meraviglioso), per cui spesso non siamo preparati.

Se non sappiamo che è normale, assolutamente normale, che il bimbo preferisca le nostre braccia all’ultimo modello di sdraietta, se non sappiamo che è normale che abbia bisogno di poppare spesso e che cerchi la nostra vicinanza per dormire bene, potremmo temere che ci sia qualcosa di strano o di sbagliato in lui, e che i suoi comportamenti siano “colpa” nostra.

La consapevolezza è un’alleata preziosa, è la chiave per non nutrire aspettative irrealistiche e arrivare preparati all’incontro con il bambino. La fatica rimane, ma occuparsi della nostra creatura non sembrerà più un’impresa così titanica.

Quali sono i bisogni fondamentali di un bambino nel primo anno di vita?

Contatto. Vicinanza. Contenimento. Latte. Rassicurazione. In pratica ai bisogni fondamentali ha pensato la natura...

La mamma è la risposta a buona parte delle esigenze del bambino. Se poi accanto alla mamma c’è un “buon” papà presente e partecipe, siamo a cavallo!

Prima di nascere il bambino è sempre stato contenuto, cullato, mai solo. Dopo la nascita si ritrova catapultato in un mondo tutto nuovo e sconosciuto, è normale che ricerchi le sensazioni che ha sperimentato nei nove mesi precedenti, per stare bene, per sentirsi al sicuro.

Oggi non siamo abituati a pensare che l’esigenza di stare in braccio o addormentarsi con accanto un genitore sia fisiologica, viviamo in una società dove le coccole sono guardate con sospetto, spesso addirittura criticate. Le madri vengono messe in guardia dal rischio di “viziare” il bimbo accogliendo il suo bisogno di contatto.

In realtà i neonati non hanno vizi (i vizi sono altri) e proprio la risposta amorevole dei genitori getta le basi della sicurezza in se stesso di ogni individuo. Con effetti benefici nell’immediato e a lungo termine.

Superate le prime settimane di vita, ancora una volta mamma e papà possono offrire gli stimoli necessari per favorire lo sviluppo psico-fisico del bambino. Nell’ambiente domestico il bimbo troverà i suoi primi “giocattoli”: per lui ogni oggetto è affascinante, il mestolo di legno, le chiavi, il telecomando...

Se lasciato libero di esplorare (in una casa resa sicura, a misura di bambino), il piccolo sperimenta e conosce la realtà, impara a spostarsi nello spazio, parte alla scoperta del mondo.

E le cinque cose secondo te più inutili sempre nello stesso periodo di vita?

Ahi, a questa domanda non posso rispondere! In Bebè a costo zero si ripete più volte che non ci sono liste di accessori indispensabili, o anche solo utili, che tutti dovrebbero acquistare. La pubblicità vuole farcelo credere, ma non è così.

Soluzioni universali valide per tutti non ce ne sono perché ogni bambino è diverso e ogni famiglia è unica e speciale. Bene, ho scoperto che vale lo stesso discorso anche per gli oggetti inutili.

Per quanto un gadget possa sembrarmi superfluo o addirittura assurdo, non mi arrischio a dichiarare che secondo me è “da non comprare” perché so già che ci sarà almeno una mamma che risponderà che per lei invece è stato molto utile... Ed è giusto così.

Da poco è uscito anche il tuo libro Bebè a costo zero crescono, ricchissimo di informazioni, spunti e riflessioni. Sfogliandolo mi sono confrontata con le sfide di ogni giorno, dato che anche io, come mamma, sono alle prese con bimbi in crescita che sempre più velocemente si orientano al mondo dei coetanei e a quello dei consumi. Eppure vedo che scelte fatte in passato e tenute ferme anche ora stanno pagando, prima tra tutte quella di dire no a tablet, giochi sul telefonino e televisione incondizionata (meglio i dvd). Ci spieghi perché una vita senza schermi fa bene a noi e ai nostri bimbi?

Non è tanto il “senza schermi” che fa bene, quanto il “ricca di...”: ricca di tutte quelle attività a cui, spenti gli schermi, troviamo il tempo di dedicarci. A fare bene è leggere un libro insieme, raccontare una fiaba, uscire di casa e andare al parco, giocare in un prato, cucinare insieme una torta o una pizza o semplicemente lavare la verdura, giocare alle costruzioni, annaffiare le piante, guardare le nuvole, cantare e ballare, annoiarci un po’.

È guardare le persone (piccole e grandi) negli occhi, osservare con attenzione la loro espressione, ascoltare il tono della loro voce, entrare in sintonia.

Dedicarsi a quello che si fa, vivere il momento, al cento per cento, senza distrazioni.

Ovviamente nessuno sostiene che tutto questo sia incompatibile con la tecnologia, sia chiaro. Sta ad ogni famiglia fare le sue riflessioni su come è ripartito il proprio tempo. In Bebè a costo zero crescono ci sono delle tabelle pensate proprio per annotare (e quindi per notare) quanto tempo i bambini dedicano agli intrattenimenti tecnologici nell’arco della giornata e/o della settimana, e quanto tempo ad altri tipi di intrattenimenti.

Una volta osservata la situazione, ogni famiglia farà le sue considerazioni. Gli schermi esercitano un’attrattiva potente, se lasciamo fare loro la parte del leone rischiano di rubarci tante altre cose che possono rendere più ricca e felice la nostra vita.

Per tornare ai bisogni fondamentali dei bambini: di cosa ha bisogno il bambino nella fascia 3-6 anni? E nei 6-11? E l’adolescente?

Possiamo riassumere questi bisogni senza distinzioni di età. E ancora una volta la risposta non ha il cartellino del prezzo. I figli hanno bisogno di essere amati, ascoltati (ascoltati davvero, con attenzione e partecipazione, modalità che non è scontata), accolti e rispettati.

Meno oggetti... più affetti.

Ci sono molte probabilità che bambini trattati con amore, rispetto e gentilezza diventino adulti amorevoli, gentili e rispettosi. E così oltre a regalare un’infanzia felice ai nostri figli, avremo anche contribuito alla costruzione di un mondo migliore.

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 49


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