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Amico lombrico

Lombricoltura: trasformare i rifiuti in humus, semplicemente. Intervista al lombricoltore Luigi Compagnoni

La Redazione - 17/01/2012




Semplice, inodore, a basso costo, a chilometro zero: la lombricoltura rappresenta un metodo facile, economico e sostenibile per trasformare rifiuti organici in terriccio fertile. Se praticata su larga scala, potrebbe aiutare a ridurre il volume della frazione organica (umido, sfalci e potature) del rifiuto solido urbano, fornendo allo stesso tempo una valida alternativa a concimi e fertilizzanti chimici. Abbiamo approfondito questo interessante tema intervistando Luigi Compagnoni, titolare dell’omonima lombricoltura e allevatore di lombrichi a tempo pieno.

Che cosa si intende per lombricoltura?
La lombricoltura è un metodo pratico, semplice e alla portata di tutti (dallo studente alla massaia, dall’impiegato al professionista) che permette di trasformare i rifiuti di natura organica (letami animali di ogni genere, erba, fogliame, residui di potatura, scarti dell’orto, carta, cartone, cassette di frutta e verdura da ortomercati, segatura, umido da cucina, sansa delle olive, resti di industrie conserviere, scarti agro-industriali) in terriccio con un processo ecologico, naturale al 100% e del tutto gratuito. Attraverso l’instancabile opera del lombrico – “lo spazzino del mondo” che si alimenta di tutto ciò che marcisce – si accelera la trasformazione degli scarti che vengono arricchiti dai suoi succhi gastrici e resi inodore.

Per quali scopi viene allevato il lombrico?
La funzione naturale del lombrico è la produzione di vermicomposta, prezioso concime organico comunemente conosciuto come humus. Il lombrico è anche un ottimo cibo per animali e viene utilizzato come integratore proteico per lo svezzamento di polli, anguille, uccelli e animali esotici (il 70% della carne di lombrico è costituito da proteine). È conosciuto e rinomato anche come esca da pesca, usato da migliaia di pescatori.

Che cos’è l’humus?
L’humus (o vermicomposta) è un terriccio ricco di sostanza organica indispensabile per mantenere e reintegrare la stessa nel terreno, (la quale diminuisce continuamente per gli “asporti colturali”) non ottenibile solo con fertilizzanti chimici. L’humus è pronto per l’immediato nutrimento delle piante, in quanto ha già subito tutte le trasformazioni chimiche e microbiologiche. Utilizzandolo si hanno piante più sane e forti, prodotti genuini e più saporiti; inoltre si usano meno concimi chimici e meno antiparassitari. L’humus di lombrico rappresenta un valido aiuto all’ambiente contro l’impoverimento dei suoli e la conseguente desertificazione.

A livello domestico, come possiamo utilizzare in maniera pratica il lombrico?
Si dedicano degli appositi spazi (1-2 mq) in un angolo del giardino o dell’orto (direttamente sul terreno), dove convogliare tutti gli scarti di natura organica. In questo modo otteniamo due importanti risultati: ordine e pulizia nell’orto e giardino (in quanto abbiamo un luogo in cui mettere tutti gli scarti); produzione in casa di ottimo terriccio e (da non sottovalutare) per i pescatori, produzione di ottime esche da pesca (lombrichi). Questo processo richiede pochissimo impegno, quasi nullo, non produce odori e ci permette di disporre di ottimo humus. I costi per l’acquisto dei lombrichi necessari per un allevamento domestico sono molto bassi: si va dai 50 ai 200 euro circa, per uno spazio di 1-2 mq. In questo caso non ci sono altre spese: non servono strutture di alcun genere o attrezzature particolari, bastano una forca, una carriola e un badile.

L’utilizzo del lombrico per il trattamento dei rifiuti può avere un impiego anche su larga scala? Ci sono amministrazioni e imprese che stanno investendo in questo senso?
L’utilizzo della lombricoltura su larga scala è una soluzione semplice ed efficace, oltre che non onerosa, per il trattamento di tutti gli scarti di natura organica. Si diminuisce la quantità di rifiuti da mandare in discarica, si abbattono i costi di trasporto e relativo inquinamento da emissione da fumi di scarico. Si consuma e si produce scarto sul posto, che poi si trasforma e si usa, sempre sul posto: non si hanno costi di smaltimento: possiamo dunque parlare di chilometro zero e filiera corta. Ci sono diverse imprese che stanno investendo sulla lombricoltura come mezzo per trasformare i propri scarti e riutilizzarli all’interno dell’azienda. L’argomento è di pressante attualità e stiamo collaborando con diverse Amministrazioni Comunali e Provinciali – con l’appoggio delle Università e di Istituti di Ricerca – per l’applicazione pratica di questo metodo nel trattamento di grosse quantità di FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano).

PER SAPERNE DI PIU'...
Lombricoltura casalinga

- 1-2 mq in un angolo del giardino, a contatto diretto con il terreno
- scarti di natura organica provenienti dall’orto e dalla casa
- un investimento in lombrichi che va dai 50 ai 200 euro
- una forca, una cariola, un badile

Carta d’identità del lombrico
È un anelide ermafrodita, si feconda ogni 10 giorni e produce una capsula che si dischiude dopo 20 giorni, dando vita da 2 a 20 piccoli che diventeranno sessualmente maturi dopo 3 mesi. Il lombrico “Rosso della California” utilizzato per la produzione di humus vive fino a 16 anni e di raddoppia ogni tre mesi, raggiungendo una lunghezza da 2 ad 8 centimetri. Possiede 5 cuori e 6 reni e mangia ogni giorno il doppio del proprio peso. Si alimenta di tutti i rifiuti di natura organica e, in particolare, di letami di qualsiasi tipo: questi ultimi rappresentano il suo cibo preferito.

Lombricolture in Italia
Mandello del Lario (LC): lombricolturacompagnoni.it
Manduria (TA): lombricoamico.com
Ponte Lambro (CO): tardonatopaolo.wordpress.com
Campagna (SA): lombriculturabuccella.com

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 25


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Categorie: Autoproduzione e Riciclaggio creativo














Commenti

Buongiorno se ho ben capito bisognerebbe soltanto creare una lettiera di circa 2mq direttamente in un angolo del giardino e in circa 3 mesi si può ottenere l'humus giusto?

Fabrizio Santini - 16 giugno 2015

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