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Cosa si nasconde in un bicchiere di latte?

Dieci bugie da sfatare su questo alimento

Sonda Edizioni - 01/03/2017




Il latte è l’alimento perfetto, l’unico completo in sé che esista in natura. Basta nominarlo per rievocare subito immagini di bambini paffuti e in salute, famiglie felici attorno alla colazione, fiumi bianchi di abbondanza e purezza.

Ma le cose stanno proprio così?

L’amara verità è che il nostro rapporto con il latte è fondato su miti. Bere latte non è affatto naturale, necessario o normale, e può portare parecchi problemi di salute.

Scavando più in profondità, Élise Desaulniers, canadese, blogger e avvocato che si interessa di etica in campo alimentare e diritti degli animali, ha scritto Il libro nero del latte, concentrandosi sui dieci miti creati attorno a questo alimento.

Bisogna prepararsi alla lettura di questo saggio, aggiornato con i dati europei e italiani: demolisce le nostre convinzioni più radicate e ci fa capire quanto sia rischioso credere a quanto sentiamo o ci raccontano, anche da fonti ritenute più affidabili e attente al nostro benessere.

Il tutto coniugando aspetti etici, scientifici, antropologici, culturali, legali ed economici con il rigore dell’indagine giornalistica. Dopo averlo letto non sarà più possibile guardare un bicchiere di latte o una fetta di formaggio con gli stessi occhi.

1. Il latte è naturale

Per i neonati certamente, per gli adulti no. Mentre tutti i bambini nascono con la lattasi, un enzima che si trova nella flora intestinale e che ci permette di digerirlo, negli adulti smette di essere prodotto, subito dopo lo svezzamento.

In tutto il mondo, gli adulti che possono digerire il latte sono una minoranza, grazie a una mutazione genetica avvenuta in alcune popolazioni settemila anni fa.

Bere latte di vacca è quindi l’eccezione, non la regola. Più che “naturale”, il nostro gusto per il latte è culturale. Come dimostrano le svariate etichette di latte ad alta digeribilità (cioè alterato) che invadono gli scaffali dei nostri supermercati.

2. Un bicchiere di latte per ossa sane

Il latte non è assolutamente la nostra unica fonte di calcio. Ci sono molte alternative di origine vegetale che l’organismo assimila meglio.

La vitamina D e abitudini sane, inoltre, sono essenziali per una buona salute delle ossa.

3. Più latte beviamo, meglio è

Dati alla mano, Élise Desaulniers solleva una serie di dubbi. I prodotti lattiero-caseari contengono ormoni, allergeni, lattosio, grassi saturi, colesterolo e pesticidi: tutte sostanze che possono causare nel tempo problemi di salute.

4. Possiamo avere fiducia negli esperti

Per ogni studio che raccomanda il consumo di latte e derivati, ce n’è almeno un altro che collega il consumo di latticini a problemi di salute di varia natura.

Com’è possibile? A causa di condizionamenti e faziosità: gli studi finanziati da un certo settore tendono a fornire risultati a favore dei propri interessi.

5. Gli studenti hanno bisogno del latte

Il marketing rivolto ai bambini è sempre stato centrale nella strategia dei produttori lattiero-caseari. Ragazzi: bevete latte, meglio se al cioccolato, mangiate merendine al latte, divorate biscotti farciti di crema al latte.

Come se il latte garantisse la “bontà” a qualsiasi schifezza.

E così ci dimentichiamo di zuccheri, conservanti, coloranti e delle malattie collegate, come obesità, intolleranze e in primis allergie.

6. Le vacche non sono infelici

Le vacche non producono latte per renderci felici. Lo fanno perché obbligate. Sono animali sociali con un’intelligenza complessa, in grado di soffrire, sia fisicamente sia psicologicamente.

Nelle stalle in cui sono costrette a vivere, i vitellini vengono strappati via alla nascita, le ventose collegate alle mammelle per aspirare loro il latte.

Vivendo così possono essere felici?

7. L’abuso sugli animali è illegale

In questo caso tra teoria e realtà, norma e animale, il divario non potrebbe essere maggiore.

Nella realtà degli allevamenti le vacche non hanno alcuna difesa legale e l’industria è autorizzata a decidere che cosa sia considerato una pratica lecita.

8. Il formaggio è “verde”

Non nascondiamoci dietro a certificati, non alziamo lo scudo del biologico o del Km 0. Per una mucca non c’è grande differenza.

E per quanto riguarda l’impatto ambientale il formaggio, come la carne, è una delle maggiori fonti di gas serra.

Mangiare solo alimenti del posto? Sarebbe più ecologico astenersi dal consumo di prodotti animali un giorno alla settimana.

9. È un’industria come tutte le altre

Non lasciamoci ingannare dal nostro immaginario e dai ricordi legati al latte. L’industria lattiero-casearia è una azienda e una lobby come tutte le altre.

Anzi, gioca proprio sul nostro attaccamento emotivo per fissare i meccanismi necessari ad assicurare la sua prosperità.

10. Non potrei vivere senza formaggio

Il nostro desiderio di cibi grassi e dal sapore intenso è un retaggio ancestrale. Ma non viviamo più in un ambiente selvaggio e ostile come i nostri antenati.

Carestia e miseria, almeno per noi, non sono più una minaccia reale.

Cerchiamo allora di mangiare con il cervello e ricordiamoci che delle consuetudini, come pure delle dipendenze, possiamo imparare a farne a meno.

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 47


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