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Erboristeria casalinga

Come preparare gli oleoliti di calendula e iperico

Giulia Sama - 21/05/2014




 

 

 

Eccoci qua con una rubrica tutta nuova e fresca come la primavera. Perché è proprio lei che bussa alle porte e che presto entrerà dalle finestre col cinguettio degli uccellini, e spunterà, giorno dopo giorno, nei giardini e nei campi.

Mentre il prato intorno a casa è ancora ricoperto dalla brina del mattino e immobilizzato da un incantesimo che sembra eterno, una bella mattina ci accorgiamo che ha tirato fuori il suo vestito migliore: è un vestito verde a pois arancioni, bianchi, gialli e rosa e azzurri Prodotti di bellezza naturali Impariamo a conoscere questi piccoli tesori che abbiamo attorno a casa e a trarne qualche beneficio.

 

 

 

 

 

Calendula (Calendula officinalis L.)

Di un arancione inimitabile, sembra che abbia trattenuto il sole tutto l’inverno per farlo esplodere a primavera. È un arancione che attira le api, ma non solo. La sua semplice bellezza colpisce sin da subito e ci invita a raccoglierla. I fiori sembrano vanitosi ma in realtà fanno di tutto per comunicarci quanto possono esserci utili nella vita di ogni giorno.

La Calendula, che appartiene alla famiglia delle Asteracee, la stessa delle margherite, è una potente pianta officinale che, come dice il nome dal latino calendae, fiorisce ogni mese e per quasi tutto l’anno! E infatti è una delle prime piante erbacee a fiorire (in alcuni posti fiorisce persino già a febbraio) corposamente: ogni singola pianta genera una quantità enorme di fiori tranne che nei mesi più caldi e in quelli più freddi.

Durante il giorno la corolla rimane aperta solo fino al primo pomeriggio; un tempo i contadini guardavano la Calendula per prevedere il tempo: se i fiori rimanevano chiusi dopo il levar del sole era garantita la pioggia!

L’arancione brillante viene un poco sminuito dall’odore quasi sgradevole di fiori e foglie che sono cariche di resine vitali per la pianta, ma sono proprio queste resine che accorrono in nostro soccorso quando sono in atto processi di disgregazione della pelle come piaghe, ulcere e ferite.

Raccolta

Si raccolgono i capolini appena aperti, meglio la mattina presto, e nei periodi in cui i fiori contengono più resina (maggio-giugno), anche se si attacca alle mani ed è difficile da mandare via. Cercate un posto in aperta campagna, lontano dall’inquinamento e dove ci siano parecchie piante così da non rovinare un piccolo prato che rimarrebbe spoglio dopo il nostro passaggio.

Una volta a casa procedete con una breve essicazione che deve avvenire in un luogo ventilato e all’ombra; i fiori sono pronti quando i petali si sono ristretti, sono di colore arancio scuro ma non ancora del tutto secchi.

Oleolito di Calendula

L’oleolito si ottiene facendo una macerazione dei fiori in olio all’interno di un contenitore di vetro seguendo il metodo del sole. Per 100g di fiori usate 300g di olio; potete usare sia quello di oliva, sia quello di girasole o di jojoba se volete un migliore assorbimento da parte della pelle.

Il vaso non dev’essere riempito per più di ¾ e i fiori all’interno devono essere ben costipati. Quindi si inumidiscono con una piccola quantità di alcol etilico e poi si procede a ricoprirli di olio, che deve sempre superare i fiori. La macerazione deve durare almeno 40 giorni di sole effettivo: il vaso va cioè esposto al sole.

Una volta passati tali giorni potete filtrare il vostro oleolito e conservarlo in bottigliette scure per non più di 18 mesi. Se l’odore dell’oleolito proprio non vi piace (il profumo dell’olio per molte persone non è piacevole), potete aggiungere circa l’1% di un olio essenziale a vostro piacere. 

Proprietà

La Calendula ha tantissime proprietà: l’oleolito è cicatrizzante, antisettico, antimicotico e antinfiammatorio. È un rimedio eccezionale per varie affezioni della pelle come eczema, micosi, geloni, arrossamenti, acne, ferite e punture di insetti ma anche per varici, ragadi, ulcere e calli.

Per uso interno, si prepara un infuso con i fiori. La calendula viene in aiuto in caso di coliche, per regolarizzare il ciclo mestruale e come fluidificante delle secrezioni biliari.

Iperico (Hypericum perforatum)

Chiamato in mille modi diversi, fra cui “millebuchi”, “erba di san Giovanni”, “Cacciadiavoli”, l’Iperico ha sempre goduto di grande popolarità fin dai tempi più antichi.

È l’erba “solare” per eccellenza e fiorisce da fine primavera per tutta l’estate, ravvivando con il suo giallo brillante i margini dei sentieri, gli incolti o i campi aridi e sassosi, spuntando qua e là con il suo fusto eretto alto anche fino 1 metro.

Raccolta

Si raccolgono i fiori in piena fioritura, che di solito avviene nella seconda metà di giugno, tradizionalmente il 24 giugno, festa di San Giovanni, che gli antichi dedicavano alla “raccolta dei semplici”, in quanto rappresenta il momento migliore dell’influenza del sole sulle piante, essendo massima la sua intensità radiante.

È meglio raccoglierli al mattino presto, in assenza di umidità e pioggia. Durante la raccolta le mani si colorano di un rosso rubino, dovuto alla resina che rilascia il fusto, e un caratteristico odore di incenso si diffonde intorno a noi: raccogliere l’iperico è un gesto semplice quanto meraviglioso!

Oleolito di Iperico

Si prepara con il metodo del sole, esattamente come per l’oleolito di Calendula. 

Proprietà

Per analogia con l’aspetto esterno e il colore rosso sangue che fuoriesce dai suoi petali, Paracelso e i suoi seguaci (XVI secolo) ne fecero un rimedio per le ferite e le piaghe, sulla base del principio delle somiglianze e non si sbagliarono: l’oleolito infatti è eccezionale per la cura di ferite, piaghe, scottature, emorroidi e processi infiammatori a carico di articolazioni e schiena.

Avendo potenti proprietà ossigenanti e rigeneranti a livello delle cellule, questo oleolito può sostituire con efficacia tutti i vari anti-age come collagene, placenta e acido ialuronico e non solo sul viso: è ottimo da usare sul seno (in associazione con salvia, luppolo, galega e fieno greco) può ridurre la perdita di tono.

Molto utile anche per combattere le smagliature sia come prevenzione che come curativo (in questo caso meglio usarlo in associazione con olio di germe di grano e olio essenziale di geranio); può inoltre essere utilizzato sulla pelle grassa per riequilibrare la produzione di sebo e avere un’azione astringente sui pori dilatati. Da brava pianta solare è ottimo come dopo-sole o in piccole dosi come abbronzante (può dare fotosensibilizzazione) ma anche come protezione dal freddo.

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 36


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Categorie: Critica al Sistema Sanitario

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