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Finalmente piove!

La crescente siccità che sta interessando anche il nostro Paese sarà uno dei problemi maggiori da affrontare nei prossimi anni

Francesco Rosso - 27/12/2012




È quasi buio anche se sono le 10:00 di mattina: il cielo è carico di nuvole scure che portano pioggia. Siamo alla fine di agosto e in Fattoria è freddo, la temperatura si è abbassata sensibilmente nel giro di poche ore; forse ieri è finita l’estate più torrida della storia della Fattoria. Non abbiamo praticamente mai smesso di innaffiare negli ultimi 3 mesi per tenere in vita il nostro lavoro. Ringrazio e sono felice per questa pioggia: è una vera benedizione anche per un luogo caratterizzato da una grande ricchezza d’acqua. 1400 mm di acqua all’anno è la media storica di precipitazioni annue a Paganico dove si trova la Fattoria dell’Autosufficienza, nell’Appennino romagnolo al confine con il Parco delle Foreste Casentinesi. Uno dei luoghi più piovosi di tutto il centro Italia. Ma non quest’anno. Viviamo sempre più agli estremi climatici. Dove è finito il clima temperato? 

Un anno di instabilità climatica 

L’inverno passato non è mai piovuto fino a febbraio, quando è nevicato ininterrottamente per 2 settimane, portando nelle nostre zone fino a 3-4 m di neve. Quando lo dico le persone sono incredule, ma quando faccio vedere le foto partono le esclamazioni perché è qualcosa di difficilmente immaginabile e allo stesso tempo di straordinario nella nostra epoca. Io amo la neve. Sono nato con la neve e tutti gli inverni vado in montagna: sono abituato ad andare in snowboard con 2-3 m di neve ma vi assicuro che quando aprivo la porta di casa e mi trovavo un muro di 3 m era una scena veramente incredibile anche se molto divertente. 

Sono seguiti, da marzo a fine maggio, 3 mesi di pioggia quasi ininterrotta per poi passare a 3 mesi di caldo africano e neanche una goccia di pioggia all’orizzonte. Fortuna vuole che in Fattoria c’è sempre venticello in quanto siamo a 750 metri di altitudine. Ma in periodo di siccità il venticello peggiora la situazione dei vegetali, che oltre a non avere l’acqua nelle radici, traspirano l’acqua che conservano nelle foglie, finendo per seccarsi. E mi riferisco alla sofferenza di piante che hanno 30 – 40 anni e apparati radicali enormi, non di piante giovani o erbacee. 

I dati della Coldiretti parlano di 20-30% della produzione agricola estiva andata perduta: eppure viviamo in un mondo così strano che quasi non ci accorgiamo di questa perdita. Ma cosa vuol dire 20-30% della produzione agricola? Provate un attimo a pensarci: è una notizia da prima pagina sui giornali, perché la produzione agricola è il nostro sostentamento, senza la quale non possiamo sopravvivere. Non a caso gli Stati Uniti volevano addirittura chiedere lo stato di calamità naturale per la siccità che ha colpito una parte del Paese, mentre l’altra parte è colpita dal fenomeno opposto: uragani che devastano tutto ciò che incontrano.

L’acqua è la risorsa principale 

Quando io e la mia famiglia decidemmo di acquistare il terreno della Fattoria, una delle cose in assoluto che ci piacque maggiormente fu l’abbondanza di acqua e il fatto che il luogo fosse già autosufficiente grazie a sorgenti che approvvigionano la Fattoria solo per caduta, quindi senza pompe. E le sorgenti hanno retto benissimo a questa ondata di caldo. Non è mai mancata l’acqua con la quale potevamo innaffiare anche diverse ore al giorno. Una ricchezza per la quale ringrazio! In ogni caso c’è ancora tanto da fare. I laghetti realizzati ancora non sono sufficienti e senza telo impermeabile non riescono a trattenere a sufficienza l’acqua. Vogliamo creare altre zone di accumulo, perché l’acqua è troppo importante per trascurarla. Ho tanti amici in giro per l’Italia che non hanno avuto questa fortuna e hanno perso tutto il raccolto. So che molte persone che mi leggono hanno intenzione di trasferirsi in campagna. Mi sento di darvi alcuni consigli basilari che sono quelli che ho seguito io e ringrazio chi, a sua volta, li ha dati a me. 

Cercate un posto che sia ricco di acqua, ma senza avere l’abitazione troppo vicina a un fiume/torrente. Andiamo verso un periodo che sarà caratterizzato sempre da maggior instabilità climatica. L’acqua sarà l’oro dei prossimi anni ma può essere anche una grande tragedia se non è gestita adeguatamente, quindi possibilmente non andate in una valle. L’ideale sarebbe che il terreno avesse anche una certa stabilità idrogeologica, ma ottenere questa condizione nell’Appennino è molto difficile quindi dovrete stabilizzarlo voi con opere di regimazione e piantumazione. Evitate anche il cucuzzolo di una collina o di una montagna perché la vostra abitazione sarà esposta a tutti i fattori atmosferici. 

A chi volesse poi approfondire l’argomento, consiglio di leggere Introduzione alla Permacultura di Bill Mollison, edito da Terra Nuova Edizioni.

I dati della Coldiretti parlano di 20-30% della produzione agricola estiva andata perduta; eppure viviamo in un mondo così strano che quasi non ci accorgiamo di questa perdita 

Che situazione ci aspetta? 

Probabilmente con la fine dell’estate comincerà la stagione delle piogge e chissà cosa succederà nei prossimi mesi dal punto di vista climatico. Quello che è sicuro è che nei prossimi anni dovremmo produrre sempre più cibo perché la popolazione aumenta, ma lo dovremo fare sia con sempre meno energia, perché i combustibili fossili si stanno esaurendo sia con sempre più instabilità climatica (ne abbiamo infinite dimostrazioni). Secondo un recente studio, il bacino del Mediterraneo – Italia compresa – nel 2030 sarà una delle principali aree maggiormente interessate dalla siccità, molto più di quanto lo sia già adesso. Abbiamo sfide enormi di fronte a noi da affrontare. 

Un altro anno in fattoria 

La Fattoria dell’autosufficienza è ancora un progetto, un piccolo embrione, un grande sogno. Abbiamo appena iniziato a coltivare e a costruire qualcosa, ma chi viene ne è quasi sempre subito entusiasta. Come disse un nostro corsista: «Quando arrivi c’è poco più di qualche rudere, degli orti, qualche giovane frutteto in partenza e la foresta che si estende intorno.

Ma quando poi inizi a sentire l’energia, a conoscere le persone che frequentano il posto e a immaginare il sogno, tutto cambia e non andresti più via». È stato così anche per i corsisti che hanno partecipato al secondo corso di Permacultura che si è tenuto in Fattoria ad agosto 2012. Fra partecipanti, organizzatori, docenti e volontari, per 2 settimane una quarantina di persone hanno vissuto insieme progettando la Fattoria con i principi della permacultura. Il corso si è concluso con la presentazione di 4 bellissimi progetti, uno diverso dall’altro, dei quali dovrò decidere quali realizzare. Mi aspettavo che dopo 2 settimane di corso, i partecipanti non vedessero l’ora di scappare a casa e invece molti sono restati per tutto il pomeriggio, la sera e anche la mattina successiva.

La fattoria attira splendide persone ed è sempre difficile poi salutarsi una volta che si è creato il gruppo. Quest’inverno, un po’ di tregua sui lavori agricoli ci darà tempo di continuare a progettare la Fattoria per poi ripartire a primavera con gran carica e diverse novità. Il sogno della Fattoria, di diventare un’azienda agricola autosufficiente dal punto di vista alimentare e un centro di autoproduzione e risparmio energetico, inizierà a farsi più concreto con l’inizio delle attività di ristrutturazione e autonomia energetica lasciate in secondo piano in questi primi due anni anche per via della lunga burocrazia. 

La Fattoria dell'Autosufficenza

 

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 31


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Categorie: Ambiente


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