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Il rituale iniziatico sciamanico della nascita

Dal concepimento alla Tenda rossa: il resoconto di una nascita avvenuta in mezzo alla natura

Prem Antonino - 09/12/2016




Lo sciamanesimo in sé racchiude alcune delle pratiche spirituali più antiche dell'umanità. Lo sciamano è “colui che vede al buio” o “colui che conosce” e possiede la capacità di entrare facilmente in uno stato alterato di coscienza per viaggiare nel “mondo delle cose e delle energie sottili” in modo da guarire se stesso e le persone che necessitano di aiuto.

Gli sciamani sono donne e uomini di medicina e di sapere che celebrano con cerimonie antiche i riti di passaggio della nostra vita. Quando una nascita, una nuova venuta al mondo, è accompagnata non da uno ma da due sciamani moderni, che sono proprio i genitori di questa creatura in arrivo e che stanno percorrendo questa via da anni, allora questa nascita non può che essere un momento assolutamente magico e sacro.

Un evento intimo, ma non nascosto o da tenere segreto, come se fosse impuro e fastidioso, o peggio ancora peccaminoso. La vita va celebrata e raccontata per essere esempio e fonte d’ispirazione e conoscenza.

In questo articolo in nostri due amici prem Antonino e mama Alessia ci racconteranno le fasi di questa loro personale avventura, dal concepimento al parto nativo sciamanico effettuato nella Tenda Rossa di un bosco sacro a Malo (VI).

L’arrivo di una nuova anima

Io e mama Alessia eravamo a Malta, invitati dal nostro amico Italo Cillo a partecipare a una cerimonia con le piante sacre. Per l’occasione ricordo di avere invitato alcuni dei nostri allievi ai quali siamo più legati, le persone del cuore che sentiamo parte della nostra famiglia spirituale.

Per alcuni era la prima volta, per questo ero molto concentrato su di loro affinché potessero vivere nel modo giusto un’esperienza così profonda. Non potevo immaginare che quella cerimonia avrebbe invece cambiato la nostra vita, e che un dono così bello fosse in arrivo.

Proprio nella fase più alta della cerimonia, e nello stesso istante, io e mama Alessia abbiamo ricevuto la visione di un’anima che ci aveva scelti. Non la visione di una forma fisica ma di una forma energetica piena di amore e bellezza. Siamo stati scelti per accogliere un essere di cuore che avrebbe portato un nuovo messaggio all’umanità, per diffondere armonia e benessere attraverso la gentilezza e la gratitudine.

Ci siamo abbracciati e abbiamo pianto dalla gioia. Personalmente il pensiero di diventare padre all’età di 51 anni mi ha connesso immediatamente con la bellezza della vita, con la mia famiglia, con le persone che amo. Mi ha connesso con Roberto, un mio cugino australiano che aveva saputo da poco di essere in attesa di un figlio. Che coincidenze la vita.

Tornati a casa a Ravenna, abbiamo iniziato a mettere in cantiere questo intento, pensando che nel 2017 avremmo iniziato a “provare” ad accogliere una nuova anima su questo pianeta. Pensavamo a come ci saremmo dovuti preparare, a come avremmo dovuto modificare il nostro lavoro pianificando cambiamenti, spostamenti, una casa nuova.

Ma la vita, almeno per noi, ed è sempre stata così, aveva altri programmi e la prima volta che i nostri corpi si sono uniti attraverso le pratiche della sacra sessualità, l’energia di questa anima che ci aveva scelto è scesa attraverso un bellissimo canale di luce.

Abbiamo aspettato una settimana prima di deciderci a comprare un test di gravidanza. Ero davvero emozionato. Un conto è pensare che una vita deve arrivare, prima o poi, un altro è sentire che era già con noi. Il test era positivo. Ci siamo abbracciati dalla gioia, ci siamo sentiti scelti e onorati allo stesso momento.

Eravamo presi da un entusiasmo fanciullesco e ricordo le mie lacrime di felicità incontenibile, avrei voluto abbracciare tutto il mondo.

Ma poi lentamente ci siamo calmati.

Il nostro sentire sciamanico era ormai attivo, sentivamo che una presenza energetica era presente nel corpo di mama Alessia, ma eravamo anche consapevoli del funzionamento della nostra mente e dello spazio occupato dall’ego, così abbiamo ripetuto il test, per non costruire castelli in aria che avrebbero potuto portare a forti delusioni. Anche il secondo test diceva “incinta da due settimane”.

Ho chiamato subito mia madre e mia sorella a Torino e poi la mamma di mama Alessia. Volevamo condividere con le persone più care questa notizia, anche se il tutto avveniva mentre il padre di mama Alessia stava lottando con tutto se stesso contro una brutta malattia.

Una gravidanza consapevole

Abbiamo deciso di procedere con un controllo ginecologico, e abbiamo impiegato alcuni giorni per scegliere la persona alla quale affidarci, perché doveva essere un medico vicino al nostro sentire, volevamo tornare a fare il parto come facevano un tempo i nativi, in modo naturale, semplice, ascoltando le informazioni che ci sarebbero giunte da questa anima, dalla vita e dalle nostre guide. Non volevamo iniziare stressando questa presenza energetica che stava per incarnarsi con esami invasivi, con pratiche costose e non sempre necessarie.

Abbiamo trovato la persona giusta, e ci tengo a dire che tutto il percorso è stato compiuto fin da subito insieme; la gravidanza è un momento che le donne vivono sicuramente in modo più diretto e profondo ma la presenza al loro fianco di un uomo centrato, presente, attento, amorevole, che ascolta, che capisce, che asseconda e che si fa carico dei cambiamenti aiutando la sua compagna, è fondamentale. È un percorso a due oltre che una scelta a due.

Quando siamo arrivati dal medico siamo stati messi subito a nostro agio, era un dottore molto giovane ma anche molto preparato, che sentivamo vicino e partecipe. Abbiamo visto per la prima volta quello che sentivamo essere già nostro figlio e parte della nostra vita. L’ecografia ci mostrava quella piccola forma che assomigliava a un fagiolino.

Io e mama Alessia ci siamo guardati mentre quel monitor sembrava ci inviasse dei messaggi di amore e con amore infinito ci siamo scambiati un sorriso che diceva mille parole contenute nel senso della vita, della nostra vita, del nostro amore, del nostro percorso di crescita personale e spirituale.

Una potenza energetica infinita ci è arrivata all’istante, insieme alla chiarezza di dover essere genitori coerenti con il nostro insegnamento, quello di essere al servizio con amore e in modo consapevole, rispettando tutto ciò che la vita ci avrebbe dato da quel momento in avanti riguardo alla gravidanza, al parto e nell'accompagnare questo figlio nel mondo.

Quel giorno stesso, una volta arrivati a casa, dopo le nostre pratiche sciamaniche quotidiane, abbiamo deciso di provare a capire quale approccio avremmo voluto avere nei confronti della gravidanza e del parto. Il ginecologo ci aveva spiegato tutto quello che sarebbe stato necessario fare, le visite, l’alimentazione, i farmaci eventuali da assumere, gli esami da fare ogni mese, le attività consentite e quelle da evitare.

Tutto quello che normalmente consigliava a tutte le mamme che aveva seguito in modo scientifico da anni. Così abbiamo capito che avevamo incontrato quel medico proprio per capire… come non avremmo dovuto comportarci!

Abbiamo pensato che la “scienza” a volte vuole assumere un ruolo che nel passato è sempre stato assolto dalla natura. Fino a quel momento, nella nostra vita, avevamo imparato ad affidarci alla vita, pronti ad accettare ogni sua manifestazione, e non potevamo fare diversamente proprio adesso, solo perché quello era nostro figlio.

Abbiamo avuto per qualche giorno un po’ di paure: le pressioni sociali, familiari e anche del nostro mondo olistico sono davvero forti. Ma poi, durante una cerimonia condotta dai nostri amici Massimiliano e Valentina, abbiamo chiesto alle nostre guide e ai nostri animali di potere l’aiuto e l’indicazione della giusta strada, e la riposta è stata molto chiara: dovevamo seguire quello che ci ha sempre detto il nostro cuore e avremmo dovuto mandare un messaggio alle nuove coppie illuminate che vogliono dare vita a figli di altre dimensioni, più alte. Loro ci avrebbero protetto e sorretto sempre, noi avremmo dovuto sorreggerci a vicenda e restare sempre nella fiducia reciproca e nell’amore incondizionato.

Così abbiamo deciso che tutti i giorni mama Alessia avrebbe praticato il saluto al sole e altre posizioni della pratica yoga, sotto la mia guida (sono anche un maestro yoga per donne in gravidanza), e che si sarebbe accompagnata con un mantra creato da noi per l’occasione; avrebbe fatto viaggi sciamanici per connettersi con l’anima che si sarebbe piano piano incarnata, in modo da iniziare a conoscersi, e io le avrei fatto un trattamento sciamanico al giorno per equilibrare i corpi sottili; infine ci siamo impegnati a fare lunghe camminate immersi nella natura almeno una volta ogni settimana.

Abbiamo anche deciso di continuare a fare il lavoro come abbiamo sempre fatto, senza rinunciare o rinviare nulla. Mama Alessia non voleva che passasse il messaggio che una donna in gravidanza deve vivere come se fosse una donna malata, perché infatti non è così! Lei ha fatto tutto quello che ho fatto io. E noi giriamo sempre da nord a sud dell’Italia per corsi, seminari, rituali e trattamenti. Non ha mai rinunciato a nulla.

Durante i primi tre mesi ha perduto un po’ il controllo sul “dragone” del cibo, attraverso la giustificazione contenuta nella frase: “Mangia mangia, che devi soddisfarne due adesso…” dando così spazio a tutti i suoi desideri alimentari, ed io ingrassavo come lei per accompagnarla in questo cammino. Ma poi una sera le ho detto che forse non era necessario tutto questo.

Lei ha ascoltato se stessa, le sue guide, l’anima nella sua pancia e le sono arrivate le giuste informazioni, così ha smesso di mangiare “spazzatura” in quelle quantità esagerate ed è tornata a nutrirsi in modo consapevole e adeguato al suo stato. Non ha mai avuto dolori, non ha quasi mai sentito la nausea e le poche volte in cui è arrivata, l’ha accolta, l’ha gestita e l’ha fatta andare via.

Vivere l’attesa senza condizionamenti

Ci siamo presi del tempo per lavorare sulle paure che i condizionamenti della società avrebbero potuto scatenare, influenzando la scelta e il cammino che avevamo deciso di intraprendere. La nostra linea guida era una visita mensile dal ginecologo, solo gli esami strettamente necessari e non invasivi e un parto naturale in mezzo alla natura.

Abbiamo così trovato un altro medico, una ginecologa che abbiamo incontrato cinque volte durante tutto il periodo della gravidanza. A Malo (VI) abbiamo trovato l’ostetrica che ha fatto venire al mondo questa anima, la dottoressa Elena Cecchetto, fondatrice dell'Associazione Mamastè. È stata l’unica che ha accolto la nostra richiesta di poter partorire non all’interno di una casa, ma nel bosco. Sempre lei ci ha indicato questo magico luogo a Monte Malo: visto dall’alto si può osservare un sentiero che traccia la forma di un angelo nel quale, in corrispondenza dell’utero, sorge una Tenda Rossa, luogo in cui Elena conduce il suo lavoro da anni con l’energia femminina sacra.

Abbiamo poi continuato il nostro lavoro ed è stato per me un grande insegnamento vedere come mama Alessia reagiva alla musica, alle persone, alla fatica, agli spostamenti; lo è stato per me e lo sarà per tutte le donne che vorranno vivere nuovamente in modo più naturale, semplice e serena la propria gravidanza.

Abbiamo fatto tutto quello che genericamente dicono di non fare, naturalmente sempre con coscienza, con ascolto e con rispetto.

Capanne del sudore, circoli di canti, bagni sonori, cerchi sciamanici notturni, cerimonie con le piante sacre, camminate sui carboni ardenti, trekking sciamanico, matrimoni spirituali, insomma mama Alessia non si è tirata mai indietro e anzi molto spesso stava meglio delle altre donne partecipanti, che rimanevano stupite e iniziavano ad avvicinarsi a lei per chiedere indicazioni e consigli. Era bello vedere nei loro occhi che la paura che avevano di questo rituale di passaggio spariva ascoltando le sue parole.

Massimiliano, Valentina e Cristiano sono state le persone che più ci hanno accompagnato in questo viaggio della gravidanza. I primi conducendoci in viaggi onirici per connetterci con l’energia di questa anima in modo più profondo e mistico, l’ultimo ci ha invece aiutato a trovare il nome di questo figlio della Terra.

Ci siamo regalati un bagno sonoro ogni mese. Ed è stato proprio al quinto mese che durante un magnifico bagno sonoro eseguito con tecniche di respirazione (anche questa sconsigliata dalla medicina tradizionale) Cristiano ha nominato in un canto il nome Angelo. Al termine della sessione mama Alessia ha condiviso il messaggio che le era arrivato, le sue guide le avevano detto che il nome sarebbe stato Michele ma che non era completo, e che io avevo la soluzione. A me era giunto Michelangelo, il nome dell’arcangelo di Dio.

Il nostro intento era sempre stato quello di non imporre a nostro figlio un nome che sarebbe piaciuto a noi o che avrebbe dovuto onorare i nostri genitori, come si usava in passato in meridione, dove i miei sono nati, ma un nome che potesse aiutarlo a ricordare il suo compito su questo pianeta, in questa vita.

Non avremmo mai scelto il nome Michelangelo se avessimo dovuto decidere noi, ma visto che ci affidiamo ciecamente alle nostre guide, non abbiamo avuto dubbi. Durante l’ecografia successiva abbiamo scoperto che questa anima aveva deciso di vivere la sua esperienza con un corpo di sesso maschile.

Abbiamo avuto appena il tempo di comunicarlo alle nostre famiglie, poi il padre di mama Alessia ha avuto un attacco epilettico dovuto all’avanzare della malattia ed è stato ricoverato in ospedale. Abbiamo capito subito che non sarebbe vissuto ancora molto.

Ho saputo apprezzare la forza, il coraggio e la centratura della mia compagna, in quel frangente così delicato della sua vita. Una manifestazione di vita stava arrivando e una stava lasciando il proprio corpo fisico. La nascita e la morte si stavano incontrando in modo così armonico e naturale. Anche dopo che il padre di mama Alessia ha lasciato il corpo, lei ha continuato ad essere una mamma felice, gioiosa, non ha permesso a niente e nessuno di portarla lontana dal suo ruolo e dalla sua visione serena di questi momenti di passaggio dell’essere umano.

Quanta bellezza, anche al funerale, lei con la sua pancia, i suoi sorrisi e il grande amore per suo padre manifestato in quel suo atteggiamento di presenza e supporto per tutti, per tutti quelli che ne avevano bisogno.

Amo infinitamente questa donna e il modo in cui vive la propria vita per essere un esempio per gli altri. Sembra facile quello che lei ha fatto, ma non lo è affatto. È sempre un essere umano, soggetto alle paure e alle incertezze, ma ha un grande coraggio e non vuole perdersi l’opportunità di vivere fino in fondo le esperienze che la vita le propone. È stata la mia migliore allieva prima di diventare una grande “sciamana moderna”.

L’incontro con l’ostetrica

Abbiamo incontrato Elena, l’ostetrica, per la prima volta due mesi prima del parto, ed è stato amore a prima vista. Devi poterti fidare di cuore per mettere la vita di tuo figlio nelle mani di qualcuno. Anche se sai che la vita farà quello che crederà giusto fare, una grande parte di te è in ascolto e in quell’ascolto abbiamo trovato una donna preparatissima, attenta, professionale, simpatica, rispettosa, dolce e decisa allo stesso tempo. 

Ancora prima di dirle sì, i nostri cuori l’avevano già scelta: sarebbe stata lei ad accompagnarci in quel bellissimo momento. Ci siamo affidati completamente e abbiamo sempre fatto quello che lei ci diceva e ci consigliava.

Abbiamo preparato insieme il rituale sciamanico del parto nativo, noi per la parte spirituale e lei per quella pratica/tecnica.

Ci piaceva l’idea di far partecipare le persone che ci avevano seguito di più in questo percorso e dunque abbiamo invitato Francisca, una potente donna di potere brasiliana, che ci ha dato sempre consigli utili per vivere in modo armonico la gravidanza e il parto, Massimiliano e Valentina perché abbiamo lavorato molto con loro anche durante la gravidanza, Cristiano Baraghini perché è un nostro fratello e ci ha permesso di “sentire” il nome di nostro figlio, Surya Cillo perché rappresentava quella famiglia dove tutto è nato e alla quale ci siamo sempre ispirati così come ad onorare con la sua presenza la figura di suo padre che abbiamo sempre nel cuore.

Sara Gasparotto, perché volevamo che la sua energia femminile aiutasse mama Alessia nel momento del parto, Roberto e Silvia perché erano le ultime due persone che avevamo unito con un matrimonio spirituale sciamanico.

Un raduno di grandi anime e di grandi cuori per fare da contorno alla bellezza della nascita di questo figlio della luce.

Molti dei nostri amici, i nostri parenti, molti conoscenti, ci hanno sempre chiesto in che ospedale sarebbe nato, se mama Alessia avrebbe fatto l’epidurale o un parto naturale e diciamo che per non offendere nessuno, per non spaventare le famiglie e gli amici abbiamo detto loro solo una mezza verità.

Le paure e i condizionamenti sono così forti che abbiamo percepito avrebbero potuto ostacolare il nostro sogno e il nostro desiderio. Certo sarebbe stato più bello poter dire a tutti cosa volevamo fare, ma ormai sappiamo per esperienza che non sempre questo è possibile e occorre rispettare il punto di coscienza degli altri e tutelarli come possibile.

Il momento del parto

I nove mesi della gravidanza sono passati velocemente.

Così è arrivato il momento di affittare una casa a Malo (VI) per noi, per ospitare i nostri amici, per accogliere Michelangelo. Elena ci ha donato l’appartamento sopra casa sua, che si trova a dieci minuti dal bosco della Tenda rossa.

Abbiamo preparato l’occorrente e ci siamo accorti che l’auto era davvero piena; restare fuori di casa un mese e pensare di vivere una nuova vita a tre implicava davvero molto più spazio di quello che avevamo immaginato.

Abbiamo iniziato a prendere contatto con i nostri amici, che aspettavano le indicazioni. Il giorno previsto per il parto era il 29 agosto.

Non potevamo farli venire tutti una settimana prima, così abbiamo creato un gruppo su whatsapp per comunicare con loro il più velocemente possibile. Solo Massimiliano e Valentina hanno deciso di venire con noi il giorno in cui saremmo arrivati a Malo.

Siamo arrivati in questa casa e ci siamo preparati per l’evento. Abbiamo studiato tutto nei minimi particolari. I rituali, i canti, le preghiere native, i simboli da usare, le piante sacre, come addobbare la tenda rossa, come preparala per accogliere un parto in modo sicuro, igienico e ospitale, anche nel caso in cui il travaglio fosse durato per ore. Tutto era pronto. Adesso toccava solo a mama Alessia e al piccolo Michelangelo.

Abbiamo trascorso una settimana tranquilla e serena, con Massimiliano e Valentina, ci ha commossi il loro modo di mettersi al servizio occupandosi di tutto quello che si doveva fare in ogni momento della giornata.

E così il 27 agosto alle ore 14.00 mama Alessia ha avuto la prima contrazione. Elena era al piano di sotto, l’abbiamo chiamata e lei ci ha detto di tenere il conto della durata di ogni contrazione e del tempo di frequenza tra una e l’altra. Mama Alessia non si aspettava un dolore così acuto; mi disse che si sarebbe dovuta connettere profondamente con questa energia e che quello era il momento per mettere in pratica tutto il nostro lavoro di preparazione. Io osservavo come comunicava attraverso le sue guide alla propria mente. Sapeva che solo lì potevano nascere i problemi.

Sono arrivate le altre contrazioni, che ho misurato come mi era stato richiesto.

Controllando questi dati Elena mi ha detto che il bimbo sarebbe nato verso sera, così ho inviato a tutti il messaggio, dicendo che potevano arrivare verso l’ora di cena.

Io e Elena siamo andati a controllare e sistemare le ultime cose in tenda rossa. Quando siamo tornati mama Alessia aveva già rotto le acque e sentiva che il bimbo voleva uscire. Non c’era più tempo. Ho accompagnato Alessia, prendendola sotto le ascelle, fino all’automobile di Elena, sembrava come in trance; quando arrivava il dolore più forte era come se lei lo trasformasse attraverso le vocalizzazioni, e subito dopo tornava a sorridere e incoraggiava gli altri.

Siamo arrivati nel bosco e abbiamo preparato tutto di corsa. Elena è stata bravissima nel mettere tutto in ordine e al proprio posto, nonostante il trambusto e la fretta. Io e Massimiliano abbiamo preparato la fascia rossa da appendere all’ estremità più alta della struttura in legno della tenda rossa.

Mama Alessia parlava con Elena, era diventata una storia a tre, Elena, mama Alessia e Michelangelo, io e gli altri eravamo solo un contorno, a quel punto, con i nostri canti, la nostra energia, i nostri cuori, la nostra gioia di essere presenti in un momento così raro, unico, naturale. A un certo punto mama Alessia si è alzata, arrampicandosi da sola al drappo rosso, ha aperto leggermente le gambe e dopo due sole spinte Michelangelo è venuto alla luce.

Elena lo ha preso tra le sue mani e lo ha subito appoggiato al petto di mama Alessia che come se nulla fosse accaduto lo ha stretto a sé; sorridendo e ringraziando la vita. È arrivata la gioia! Per noi, per tutto! Mi sono sentito parte del tutto!

Diventare genitori

Una connessione incredibilmente profonda. Un guarire il passato, guarire cose che ho detto e che non avrei voluto dire, cose che ho fatto e che non avrei voluto fossero accadute. Sono diventato genitore e ho capito cosa significa essere padre. Ho sentito il calore di un figlio, della placenta, e la gioia che mi ha fatto ridere e piangere. Una gioia infinita. 

Eravamo tutti lì ad osservare questo corpicino così fragile e così forte allo stesso tempo. Estasiati dalla bellezza della vita, dal senso della vita che stavamo vivendo. Osservando la perfezione delle dita delle mani, delle sue piccole orecchie, della sua voce, che abbiamo sentito solo per un piccolo momento, con un “Uaaa” a rompere la tensione di quell’attimo. Ci siamo sentiti tutti fratelli e sorelle di un mondo diverso.

Eravamo una sola cosa, un unico cuore intorno ad uno dei misteri più belli dell’esistenza: la vita. Siamo rimasti in tenda rossa ancora per altre due ore, il tempo che serviva ad Elena per controllare che tutto andasse nel modo giusto. Abbiamo deciso di tenere la placenta attaccata al bimbo per non creargli un trauma durante il taglio, ma lasciando a lui la decisione di liberarsene nel momento in cui non avrebbe avuto più bisogno.

Così siamo tornati a casa con lui e questo fagotto con dentro la sua placenta. Alle 15:44 era nato Michelangelo, accompagnato dallo stupore di tutti. Aveva deciso di non rispettare nessuna regola e nessuna previsione. Quando sono arrivati tutti gli altri, verso le otto della sera, lui era già con noi, e abbiamo fatto un cerchio per festeggiare, con canti, tamburi, sonagli, ringraziamenti e abbracci.

Mama Alessia è stata in piedi fino alle tre del mattino, quando all’improvviso ha detto di sentirsi un po’ stanca e che voleva stendersi un poco. Michelangelo aveva già preso il latte dal seno di sua madre e dormiva come un angioletto. Abbiamo passato la notte a guardarlo.

Quando è arrivata la luce del giorno ci siamo accorti che non avevamo ancora chiuso occhio. La nostra vita era cambiata, lo sentivamo. Lo osservavamo con senso di meraviglia, come per paura che non fosse davvero parte di noi, increduli che fosse toccato a noi un bimbo così bello, così tranquillo, così in pace con tutto e tutti.

Quella mattina abbiamo anche deciso che non avremmo pubblicato foto del suo volto prima dei quaranta giorni e che sarebbe stato almeno una settimana a contatto soltanto con mamma e papà, affinché ricevesse l’imprinting del nostro battito cardiaco, del nostro odore e della nostra aura.

Elena e sua sorella Giulia, che aveva realizzato le foto del parto, ci hanno chiesto se sarebbe stato possibile pubblicarle, e noi abbiamo acconsentito a mettere su Facebook la notizia dell’evento e alcune foto scelte, rispettando il sentire di tutti, per ringraziare ognuno di loro. Senza l’aiuto di Elena questo parto non avremmo mai, e ripeto mai, potuto realizzarlo.

Una nascita che ha smosso le coscienze

La pagina Facebook di Elena ha ricevuto in tre giorni quasi un milione di visualizzazioni, ottocento condivisioni e non so mai quante centinaia di commenti, alcuni belli, alcuni neutri e altri davvero molto brutti, questi ultimi ispirati forse dalla paura e dall’ignoranza. Molte erano mamme che avevano partorito in ospedale, oppure ostetriche che ci accusavano di essere irresponsabili e così via.

Dopo tre giorni Facebook ha chiuso l’account perché in molti avevano segnalato questo post come contenuto pornografico.

Non ho parole giuste per commentare questo fatto se non semplicemente dire che ci sono cose molto più brutte di una nascita così bella e naturale, uno dei momenti più belli di una donna e di una coppia.

Dopo una settimana è arrivato un messaggio da un signor “Mario Rossi” che, enunciando un versetto del Vangelo di Matteo, diceva che avrebbe messo offline il sito di Love Shaman Way, la nostra realtà aziendale, per punirci per il male che avevamo fatto a nostro figlio.

Ci abbiamo scherzato sopra definendolo “l’hacker cattolico contro lo sciamanesimo moderno”. Due ore più tardi è arrivata una mail da Siteground il provider americano che ospita il nostro sito: avevano dovuto metterlo off line, insieme e tutti quelli ospitati nel nostro stesso server, perché erano sotto attacco informatico, così per un'intera giornata siamo rimasti senza sito e senza mail lavorative.

Questo trambusto ha generato nei giorni successivi l’interesse dei media e sono arrivate le richieste di interviste da parte delle testate giornalistiche nazionali. Insomma Michelangelo era appena nato e già aveva smosso le coscienze di molte persone e attivato un interesse senza precedenti.

Le persone che ci hanno criticato e attaccato in realtà non ci hanno mai chiesto nulla, non sapevano nulla di noi e tanto meno di come si era preparato il tutto.

Non sanno che Elena è un medico esperto in ostetricia e ha al suo attivo oltre ottanta parti naturali svolti in casa; che abbiamo rispettato tutte le norme di igiene e sicurezza che la Ausl della Regione Veneto impone per casi di questo tipo; che c’era anche una seconda ostetrica a supporto (anche lei di nome Elena) e che eravamo a dieci minuti dal più vicino ospedale per le emergenze.

Non siamo affatto due persone irresponsabili e stupide. La cosa più importante era la vita di nostro figlio e abbiamo solo esaudito un messaggio che ci è arrivato e che sarebbe servito come esempio per tornare a vivere e fare in modo più naturale, non solo il parto ma tutte le cose legate al vivere umano.

Al di là di tutto, al di là delle polemiche scatenate sul web da persone in contrasto con questa scelta personale, al di là di critiche e delle segnalazioni assurde, che cosa resta? La cosa più importante è l'Amore. L’amore con il quale abbiamo pensato di procreare, l’amore con il quale abbiamo seguito la gravidanza entrando in profondo contatto con l’anima in arrivo, l’amore con il quale abbiamo vissuto il parto e tutto il resto.

L’amore di due persone che hanno realizzato uno dei loro più grandi desideri e la vita di un bimbo, appena giunto tra noi, che ignaro di tutte queste cose camminerà per la sua strada, guidato dai suoi genitori consapevoli di essere le guide al servizio della sua evoluzione.

Se vuoi conoscere direttamente prem Antonino e mama Alessia li potrai contattare attraverso questi contatti:

prem Antonino (lo sciamano dell'amore)

  • www.loveshamanway.com/prem-antonino (cv olistico e biografia)
  • Ceo e Fondatore della società Love Shaman Way
  • Operatore olistico Trainer Siaf N° ER1125T-OP LEGGE 4/2013 esperto in sciamanesimo
  • Web: loveshamanway.com
  • Mail: prem.antonino@loveshamanway.com
  • Skype: prem Antonino

mama Alessia (Sciamana della gioia)

  • www.loveshamanway.com/mama-alessia (cv olistico e biografia)
  • Co-fondatrice di Love Shaman Way
  • Dotta della divinazione sciamanica attraverso la lettura dell'anima
  • Web: loveshamanway.com
  • Mail: mama.alessia@loveshamanway.com
  • Skype: mama Alessia

Se vuoi vedere il video emozionante della storia che hai appena letto devi andare a questo link: https://youtu.be/BWAu9XmItbc

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 47


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Categorie: Crescita Personale,Naturalmente bambini e genitori


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