Il verde fa bene al cervello
Le aree verdi cittadine non svolgono solo un’importante funzione ambientale ma, secondo un recente studio, avrebbero effetti benefici anche sul cervello umano
Ilaria Bertini - 26/10/2014
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Che passeggiare in un parco, magari dopo una lunga giornata davanti al computer, sia rilassante non vi è dubbio. Tuttavia, se state pensando di scappare dalla città, forse vi interesserà sapere che godere quotidianamente di uno spazio verde può migliorare notevolmente la qualità della vostra vita.
È quanto suggerito da alcuni ricercatori inglesi, i quali hanno scoperto come trasferirsi in zone più verdi abbia effetti benefici duraturi sul nostro cervello. Questa tesi è da anni al centro di uno specifico filone di ricerca, denominato psicologia ambientale, che studia l’interazione tra uomo e ambiente.
Lo studio, del Centro Europeo per l’Ambiente e la Salute Umana della facoltà di medicina dell’Università di Exter, ha analizzato due gruppi di individui che avevano appena cambiato residenza. Uno di essi si era spostato in zone con un’alta concentrazione di spazi verdi, mentre un altro in aree molto più povere di parchi e maggiormente urbanizzate.
I ricercatori hanno osservato che nel primo gruppo i membri hanno immediatamente manifestato un miglioramento del benessere mentale, mentre i partecipanti del secondo gruppo hanno mostrato un peggioramento.
Lo studio è quindi arrivato alla conclusione che trasferirsi in aree verdi, con un’alta concentrazione di parchi, giardini e riserve urbane, è associato a duraturi miglioramenti della salute mentale e che, di conseguenza, promuovere e sviluppare spazi in verdi in città comporterebbe notevoli benefici – e quindi risparmi – in termini di salute pubblica.
Il dottor Ian Alcock, che ha guidato lo studio, ha dichiarato che la ricerca potrà essere utile a coloro che si occupano di pianificazione urbana, dato che proporre maggiori spazi verdi può apportare notevoli benefici ai residenti.
Un benessere che dura nel tempo
Lo stesso centro di ricerca aveva già effettuato uno studio simile l’anno precedente, suggerendo che coloro che dispongono di ampie aree verdi sono meno stressati e mostrano una qualità della vita più alta rispetto a chi vive in zone povere di verde cittadino. Tuttavia, l’ultimo studio ha confermato non solo che tali benefici esistono, ma che si protraggono nel tempo, fino a 3 anni dopo aver cambiato casa.
Il professor Mathew White, esperto in psicologia sociale, che ha preso parte alla ricerca, ha spiegato: «Avevamo bisogno di rispondere ad alcune importanti domande su come l’effetto degli spazi verdi cambia nel corso del tempo.
Forse le persone apprezzano le aree verdi quando cambiano casa, come effetto di una novità, ma poi questa novità svanisce? O forse hanno bisogno di tempo per rendersi conto dei benefici nelle loro vicinanze, man mano che esplorano i parchi vicino a casa?
I nostri risultati lasciano intendere che i benefici degli spazi verdi non solo sono immediati ma resistono sul lungo periodo».
La natura ci aiuta a ricaricare le pile
Oltre a promuovere benefici per la salute umana, come è stato dimostrato in questi studi, le aree verdi ricoprono altre importanti funzioni, dal momento che rappresentano spesso un’oasi ecologica urbana per diverse specie animali e vegetali e contribuiscono all'assorbimento di anidride carbonica dall'atmosfera.
Ferdinando Fornara, ricercatore esperto di psicologia ambientale all’Università di Cagliari e membro del CIRPA (Centro Interuniversitario di Ricerca in Psicologia Ambientale) ha spiegato a «Vivi Consapevole»: «Parecchi studi hanno dimostrato che la natura ha una capacità rigenerativa sulla nostra mente, in parole semplici, ci aiuta a ricaricare le pile, catturando con i suoi suoni e odori la nostra attenzione involontaria e permettendoci di migliorare la cosiddetta attenzione “diretta”, che è poi quella che utilizziamo nelle attività quotidiane, come studiare o lavorare, dove è richiesto uno sforzo mentale.
Oltre a questo, la presenza di spazi verdi ha anche altri effetti benefici sulla salute, per esempio invogliando all'attività fisica e al moto, e funzionando come elemento di prevenzione per alcune patologie, come l’obesità. Coloro che vivono a distanza maggiore da un ambiente in cui è possibile anche solo fare una passeggiata, saranno meno invogliati a praticare attività fisica».
Verde urbano: come siamo messi in Italia?
In Italia, il verde urbano rimane una questione spinosa.
Nel 2013, l’Istat rivelò che ogni abitante aveva a disposizione circa 30,3 mq di verde, con un piccolo 15% di capoluoghi che offrivano una percentuale pari o superiore a 50 mq, specialmente al Nord Est e al Sud Italia.
Tra i comuni più “verdi” spiccano Matera, Trento e Sondrio, mentre tra i peggiori figurano Taranto, Messina e L’Aquila.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 38
Categorie: Ambiente
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