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La Fattoria dell’autosufficienza: un grande passo!

Dall’acquisto di un rudere con terra abbandonata a un grande progetto dedicato alla permacultura e alla formazione olistica delle persone

Francesco Rosso - 23/11/2016




Nel 2009 in Macrolibrarsi decidiamo di acquistare 68 ettari di terreno in montagna, nell’Appennino romagnolo ai confini con il Parco delle Foreste Casentinesi. Si trattava di terreni abbandonati da oltre 10 anni poiché considerati poco attrattivi per la moderna agricoltura. 

In famiglia Macrolibrarsi tutti siamo esperti di libri, ma nessuno conosce il mondo dell’agricoltura; decidiamo comunque di progettare una fattoria che sia autosufficiente dal punto di vista alimentare ed energetico con lo scopo di diventare un modello per un nuovo mondo sostenibile. 

Parola d’ordine: sostenibilità 

Per avviare e gestire la Fattoria scegliamo di seguire l’approccio della permacultura, che ha come scopo principale quello di progettare ed organizzare insediamenti umani che siano sostenibili nel tempo. Per farlo, la permacultura si ispira ai principi della natura e ai sistemi naturali che si sono evoluti sul pianeta nell’arco di migliaia di anni.

I sistemi naturali come i boschi sono luoghi ricchi di biodiversità, con la massima produttività di biomassa, estremamente efficienti in termini di riciclo delle sostanze nutritive, e sono sostenibili nel vero senso della parola. Sono infatti in grado di sostentarsi per migliaia di anni autonomamente e non richiedono diserbanti, annaffiature, fertilizzanti, arature ecc. Basti pensare che l’Italia stessa, se non ci fosse l’uomo, sarebbe ricoperta unicamente da boschi.

La natura tende quindi alla creazione del sistema boschivo e più ci allontaniamo da esso, più dobbiamo immettere energia nel nostro sistema per evitare che la natura riporti tutto all’armonia. 

La Fattoria prende forma 

Partire da zero, senza conoscenza e competenza, senza strutture e con poco tempo a disposizione non è stato facile. Abbiamo subito deciso di diventare un’azienda agricola certificata biologica, anche se ancora non avevamo produzioni avviate. Inizialmente abbiamo dovuto risolvere molte difficoltà burocratiche legate ad un mondo che non conoscevamo e che a sua volta non è preparato per progetti di questo tipo. Abbiamo perso la possibilità di ricevere finanziamenti e ci siamo affidati a consulenti che non si sono rilevati all’altezza del progetto.  

I primi due anni sono stati dedicati prevalentemente alla progettazione e alla nostra formazione personale. In Fattoria c’erano solo strutture fatiscenti, quindi abbiamo pulito il centro aziendale, trasformato una vecchia stalla in un ricovero attrezzi e programmato il futuro dei campi e delle costruzioni.  

A partire dal 2011, grazie a delle strutture provvisorie in legno, abbiamo potuto cominciare a svolgere le attività in loco in maniera più continuativa, innanzitutto recintando i primi campi, condizione indispensabile per salvaguardare qualsiasi tipo di coltura dalla splendida e popolosa fauna locale.

Da allora abbiamo iniziato ad organizzare corsi inerenti alla permacultura e a sperimentare la coltivazione di alberi da frutto di varietà antiche su portainnesti rustici, orti naturali, orti sinergici, piccoli frutti, foodforest (foresta commestibile), hugelkurturm (orti a cumulo), cereali antichi, legumi, spirali di piante aromatiche, nonché l’allevamento di piccoli animali da cortile e la semina attraverso palline d’argilla. Abbiamo realizzato swales (fossi livellari), serre, siepi, stagni, muri a secco, terrazzamenti ecc. 

Imparare dagli errori 

Queste esperienze ci hanno portato a determinare i pregi e i limiti dei vari sistemi, a comprendere gli errori che stavamo commettendo e, soprattutto, a capire che non sempre ciò che pensavamo fosse buona permacultura alla fine si rivelava come tale.

Riassumendo al massimo, lo scopo della permacultura dovrebbe essere quello di impiegare poco lavoro, avere un alto rendimento e un impatto ecologico positivo. Molto spesso invece ci siamo trovati nella situazione di sperimentare qualcosa che avevamo letto nei libri pensando di realizzare ottimi progetti di permacultura, per poi renderci conto, con analisi produzione-rendimento, che i risultati non erano positivi rispetto al tempo, l’energia e i materiali impiegati per il loro conseguimento. 

Lo stesso errore lo abbiamo commesso nel primo grande cantiere di costruzione della Fattoria, iniziato ad aprile 2014 e concluso ad agosto 2016. 

Da un rudere in sasso, con parte del tetto e delle pareti che era crollata, è stato creato un bellissimo agriturismo in bioedilizia con una superficie di quasi 500 mq. Nel ristrutturare ci siamo affidati a tutte le nostre conoscenze teoriche per realizzare un edificio a forte risparmio energetico, in bioedilizia e che mantenesse le caratteristiche storiche e paesaggistiche come richiesto dal comune di Bagno di Romagna. 

L’agriturismo vanta una struttura interamente costruita con sassi del luogo e calce naturale 100%, tetto e solai in legno di abete della Toscana, coibentazione interna delle pareti in calce-canapa, isolamento del tetto con 20 cm di fibra di legno e 5 cm di ventilazione, impianto di riscaldamento micro-capillare a parete, sistema di ricircolo dell’aria con scambio di calore, caldaia alimentata con la legna della Fattoria, 2 puffer da 1000 l ciascuno, infissi in legno a risparmio energetico con indice di trasmittanza 1,1 e trattati con vernici naturali, intonaci di calce e canapa e in terra cruda, pavimento in legno trattato con olio naturale, vasca di recupero delle acque piovane, arredamenti in legno naturale e di riciclo, materassi e biancheria delle camere certificati biologici. 

Il risultato di tutto ciò è qualcosa di bellissimo e straordinario dove alcune soluzioni si sono rivelate lungimiranti e altre, come per esempio l’abbondanza di impianti termoidraulici complessi, non adatte al contesto di una ristrutturazione in sasso con vincolo storico-paesaggistico. Nuovamente ci siamo ritrovati ad applicare quella che in generale è una buona tecnica, ma che alla fine non è risultata adatta al contesto.

Il grande passo di quest’anno quindi, oltre ad avere finalmente una grande struttura per l’accoglienza, è stato quello di comprendere che esistono degli esempi di permacultura che non possono essere presi come modelli replicabili, se non dopo aver fatto un’attenta analisi produzione-rendimento; uno dei principali strumenti della permacultura progettata. 

Per approfondire 

La Fattoria dell’autosufficienza organizza periodicamente dei corsi di ecologia applicata e benessere della persona e dell’ambiente. Per essere sempre informato su tutti i corsi e gli eventi organizzati seguici su: http://www.autosufficienza.it/ 

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 46


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Categorie: Ecologia e Localismo,Ambiente


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