MANDORLAND: il turismo eco-sostenibile e le nuove prospettive della Green Economy

Il percorso di una piccola realtà che è diventata un felice esempio di salvaguardia della biodiversità

Mila Colonna - 08/06/2016

Stagionalità, biodiversità, valorizzazione del lavoro agricolo e sostenibilità ambientale: questi i cardini della moderna agricoltura biologica, che sempre più spesso rifugge dalla filiera tradizionale per creare nuovi modelli aziendali e prodotti altamente innovativi, pensati con un occhio di riguardo al Salutismo e alla Nutraceutica.

Il ritorno ai valori della Terra, attraverso il recupero e la salvaguardia di cultivar antiche e autoctone, è una delle sfide della più moderna Green Economy, settore in costante espansione che, secondo i più recenti rapporti dell’UNEP (United Nations Evironment Programme) e dell’ILO (International Labour Organization), offre, nell’immediato, un potenziale di oltre 4 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto l’Occidente, rivolti non solo a personale tecnico altamente specializzato (operatori agricoli, impiantisti, installatori ecc.) ma sempre più a figure gestionali e del mondo della finanza. Una nuova imprenditoria, eco-sostenibile e illuminata, che si rivolge eminentemente ai giovani offrendo nuove prospettive di realizzazione nel mondo del lavoro.

La filiera corta: tradizione e innovazione

In risposta alla delocalizzazione d’impresa che ha caratterizzato l’economia mondiale e, in particolare, il settore alimentare a partire dal secondo dopoguerra, la Green Economy mira sempre più alla rivalutazione delle piccole realtà di filiera corta, le quali, seguendo la trasformazione della materia prima in tutte le fasi della lavorazione dalla raccolta al prodotto finito, si fanno garanti di sicurezza e qualità nei confronti del consumatore.

La consapevolezza agraria più antica si fonde, dunque, con la più moderna ricerca scientifica per volgere lo sguardo a nuovi mercati e nuove tecnologie, che possano affrancarsi dalla filiera tradizionale per andare incontro a esigenze sempre nuove.

Un costante stimolo all’innovazione, resa possibile soltanto dalla solida consapevolezza delle proprie radici e dal rispetto del territorio.

Mandorla Filippo Cea e Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Fattoria della Mandorla nasce nella primavera del 1989 dal sogno imprenditoriale di Isabella e Dino Latrofa: creare un progetto fondato sul recupero delle radici del territorio, per dar vita a un’impresa a filiera corta del bio impegnata nella salvaguardia del territorio e nell’esaltazione della sua naturale biodiversità.

Nel 1998 il progetto prende corpo con la piantumazione di circa 20.000 mandorli, ulivi e ciliegi; all’alba del 2000 sorge 47 Speciale Eco vacanze il primo nucleo dell’azienda, con l’impianto di sgusciatura e trasformazione della mandorla certificato AIAB-ICEA, ultimato nel settembre del 2002 con l’unità di pelatura e l’inaugurazione del laboratorio. Nel 2004 la Mandorla di Toritto ottiene il riconoscimento di Presidio Slow Food e il 1° luglio dello stesso anno nasce il Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

Le attività sul territorio e il progetto didattico

Fin dalla propria fondazione nel 2001, Fattoria della Mandorla si è resa promotrice di salvaguardia della biodiversità del territorio, agricoltura sostenibile ed educazione al consumo consapevole e alla sana nutrizione. Sotto l’egida del Progetto Mandorland e nell’ottica di una sempre più ampia e fiorente rete di impresa, l’azienda organizza eventi sul territorio rivolti ad associazioni culturali e istituti scolastici, oltre a laboratori e workshop itineranti sul territorio nazionale rivolti a tutte le fasce d’età. Partire dall’infanzia, aprire le menti al contatto con la Natura e a un giusto rapporto con il cibo fin dalla più tenera età, significa formare adulti migliori, consumatori più consapevoli e soggetti più sani.

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