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Novità Libro: Il Codice della Guarigione

Guarire in 6 minuti con il libro The Healing Code

- 09/02/2012

Segnalato da: Macrolibrarsi.it




Prefazione al libro a cura del dott. Ben Johnson che racconta la sua malattia, l'incontro con Alex Loyd e la sua personale guarigione.

Durante le mie ricerche rivolte al benessere dei miei pazienti, cominciai ad avere io stesso alcuni sintomi a livello fisico, accusando principalmente affaticamento e fascicolazione (uno spasmo involontario o contrazione convulsa delle fibre muscolari). 

Cercai d’ignorarli, mettendoli da parte come una conseguenza dell’infortunio al midollo spinale che avevo subito nel 1996. Ma col passare del tempo le mie condizioni peggioravano. I muscoli di una gamba mi tremavano all’altezza del polpaccio e contemporaneamente subivo degli spasmi muscolari alla schiena o nella parte alta delle braccia. Ci si sarebbe potuti mettere lì seduti  a osservare quei muscoli che saltavano su e giù sotto lo strato di epidermide. Per di più, mi affaticavo molto, anche solo per salire una corta rampa di scale, e la mia voce si era indebolita. Decisi che era ora di fissare una visita dal mio chirurgo ortopedico, che è anche un amico personale. Dopo avermi esaminato, m’informò con grande riluttanza della sua diagnosi: sclerosi laterale  amiotrofica (SLA), comunemente nota col nome di morbo di Lou Gehrig.

Non essendo soddisfatto di quella diagnosi, mi misi subito in contatto con un altro mio amico medico per avere una seconda opinione. Anche lui fece la stessa diagnosi.

Andai a casa e mi tuffai nei miei volumi di medicina. Quello che scoprii fu piuttosto spiacevole. L’ottanta per cento dei pazienti affetti dal morbo di Lou Gehrig muore nell’arco di cinque anni dopo la comparsa dei sintomi, e io li avevo già avuti  per almeno un anno! Secondo le statistiche riferite a quella malattia, avevo appena vissuto tra il venticinque e il cinquanta per cento del tempo che mi restava da vivere. Molti dei miei pazienti oncologici avevano prognosi migliori di quella.

Poco tempo dopo aver ricevuto quella diagnosi frequentai un seminario durante il quale ebbi modo di ascoltare il dottor Alex Loyd mentre esponeva il suo recente lavoro sui Codici di Guarigione. Ero molto incuriosito dal fatto che, quando il dottor Loyd iniziava a fornire consulenza e a lavorare con i suoi pazienti e quando questi ultimi cominciavano a guarire emotivamente, iniziava a manifestarsi in loro anche una guarigione di tipo fisico. Il fenomeno era del tutto inatteso, ma si dimostrava vero, poiché il dottor Loyd rilevava la presenza di un numero crescente di pazienti che guarivano fisicamente.

Con la mia recente diagnosi in mano, raddoppiai gli sforzi per saperne di più sulla scoperta del dottor Loyd. 

Analizzare le basi filosofiche

Le basi filosofiche erano importanti per me, perché se la filosofia fosse stata difettosa, anche il mio lavoro sarebbe stato imperfetto. Come questo libro spiegherà più in dettaglio, uno dei concetti base della metodica dei Codici di Guarigione consiste nel fatto che tutta la memoria è immagazzinata sottoforma d’immagini, e che alcune di queste immagini contengono delle non-verità o menzogne che, se non vengono corrette, finiscono per dare luogo a problemi di natura emotiva e/o fisica.

Il concetto che i ricordi fossero immagazzinati sotto forma d’immagini non mi creava alcun problema, visto che il cervello funziona in maniera molto simile a un supercomputer. L’idea delle non-verità o menzogne contenute in quelle immagini mi risultava un po’ nuova, ma aveva perfettamente senso.

Tutti, a partire da Freud e da altri prima di lui, avevano teorizzato che ancoriamo parte della nostra energia a uno stadio precedente, il che poi ci rende incapaci di gestire i problemi di vita che sorgono innanzi a noi. L’idea nuova era il concetto che tali eventi, tali immagini, non fossero vere. Per esempio, se qualcuno si sentiva non amato, era davvero indegno di amore? Naturalmente no! Se ci si sentiva incompetenti, ciò significava che il nostro corpo e la nostra mente fossero davvero incapaci di svolgere quella data azione? Probabilmente no.

È più verosimile pensare che semplicemente non si pensava di poterci riuscire. Quindi mi andava bene il concetto che si potesse credere a delle non-verità. Ma come poteva, tutto questo, tradursi in malattia?

Cercai di paragonare la cosa a un modello informatico che mi riuscisse di comprendere. Noi siamo stati creati avendo in dotazione determinati programmi. Uno dei nostri programmi è quello di “autoguarigione”. Quando crediamo a delle non-verità, i file di questo programma si corrompono, facendo sì che il programma giri sempre più lentamente e che poi finisca per bloccarsi. Se solo si potesse trovare il modo di ripulire il programma… 

Voilà! L’innata capacità dell’organismo di guarirsi, secondo il piano divino, sarebbe ristabilita! Questo era logico in un modello informatico, e plausibile in un modello umano.

Ma come si fa per eliminare i dati sbagliati e sostituire a essi quelli giusti? Questo per me si riduceva a un concetto di fisica, poiché tutto, inclusa l’informazione digitale, in definitiva esiste in termini del suo denominatore più comune: l’energia, dotata di una sua frequenza vibrazionale. Qualsiasi frequenza può essere cambiata, se soltanto si sa come fare. 

 


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Categorie: Alimentazione e salute


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