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Pedalando in Istria: la Parenzana

Un comodo itinerario percorribile con bambini, a stretto contatto con una terra incontaminata

Chiara Meriani - 06/08/2013




Il rosso della terra istriana, il blu del mare con il profumo di salsedine, il verde delle viti e degli ulivi, avvolti dal sole giallo: e centinaia di chilometri da percorrere tra sentieri, piste ciclabili e sterrati.

La bicicletta e l’Istria sembrano fatti l’una per l’altra.

Si ha solo l’imbarazzo della scelta su dove andare e magari, durante il percorso, vien voglia di cambiare strada, imboccare un nuovo sentiero e raggiungere un’altra collina o un altro paesino.

Lo spiega bene Martin Cotar, ex campione delle due ruote che, conclusa la carriera da professionista, ora s’impegna a sviluppare al meglio il cicloturismo in Istria. E racconta: «I ciclisti cercano percorsi alternativi, in scala ridotta, che attraversino i paesini, fuori dalle rotte del turismo di massa. Il ciclista cerca il piccolo e il bello, e qui in Istria lo trova. E trova un’ottima accoglienza: perché il ciclista piace! Insomma è un turista meno invadente di altri che può essere senz’altro definito il prototipo del turista responsabile».

Tra i ciclo-progetti meglio riusciti, a cui anche Martin Cotar si sta dedicando, spicca quello della Parenzana (www.parenzana.net): una spettacolare pista ciclabile che segue il percorso di quella che fu una leggendaria ferrovia a scartamento ridotto che penetrava nell’entroterra della penisola istriana collegando, tra Trieste e Parenzo, 33 cittadine che oggi si trovano sul suolo di tre Stati diversi. Poiché attraversava stupendi paesaggi collinari e leggiadri vigneti istriani, a suo tempo fu chiamata “la ferrovia del vino”.

Inaugurata nel 1902 con un viaggio tra Trieste e Buje, e purtroppo dismessa già nel 1935 (sostituita dagli autobus più veloci), nel 2009 ne sono stati recuperati 61 km, per realizzare una ciclabile d’eccezione, con un dislivello di 610 m ben “spalmati” tra diverse piccole salite (il punto più alto della Parenzana è di appena 290 m sul livello del mare): i viadotti e i terrapieni sono stati ripristinati, riaperte e illuminate le gallerie (spesso con pannelli fotovoltaici) e si sta continuando il lavoro di sistemazione dei cartelli e la creazione di aree di sosta, per non parlare della ristrutturazione delle antiche stazioni ferroviarie!

Ma non solo: la Parenzana è diventata anche una competizione di mountain bike, inclusa nel calendario della Federazione ciclistica mondiale: quest’anno, per la diciassettesima edizione (27, 28 e 29 settembre 2013) si attende una gran partecipazione e una gara accanita.

E per chi non ha lo spirito “da gara”, la Parenzana è perfetta in qualsiasi altro momento, magari in autunno quando le vigne si tingono di rosso e i paesi si rallegrano con le vendemmie; oppure in estate, quando per rinfrescarsi e riposarsi dopo una bella pedalata, non ci si può negare un tuffo a Semedella, Isola o Strugnano o nella famosa località di Portorose: e chi ha voglia di pedalare lungo tutta la ciclabile, potrà concludere la gita sul mare di Parenzo. 

Itinerario formato famiglia 

Per chi pedala con bimbi al seguito, segnaliamo uno splendido sentiero di circa 15 km che da Buie (Buje), la “sentinella d’Istria” (orgogliosa dei suoi due campanili) porta fino a Grisignana (Grožnjan), la “città degli artisti”, famosa per i suoi festival di musica jazz e classica e per l’Accademia cinematografica immaginaria. Pedalando verso sud, in direzione del Monte Polegrin, lungo una strada campestre in leggera discesa si attraversa Verteneglio (Brtonigla) e proseguendo verso est si raggiunge Cràsiza (Krasica): se ci passate nel mese di marzo non perdetevi Oleum Olivarum, il Festival Internazionale dell’olio di oliva. Ancora alcuni chilometri e si raggiunge Grisignana, ai cui piedi ci si ricongiunge con il tracciato della Parenzana.

Per dormire, mangiare, noleggiare le mountain bike (ma anche farsi recuperare a itinerario concluso), c’è la Casa del Merlo Olivo, bed&breakfast da poco inaugurato: ottimo per famiglie con bambini, che troveranno la compagnia di Olivo appunto, figlio dei proprietari, piccolo ciclista da cui la casa ha preso il nome.

E chi non ha (più) voglia di pedalare, può sempre andare alla scoperta dell’Istria con i 4x4 della piccola agenzia di viaggio Camelus di Franz e Antonela, oppure restare nel loro b&b per seguire uno dei corsi di cucina tipica: provate la gustosissima “minestra di bobìci”! 

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 33


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Categorie: Turismo Responsabile

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