Prato allo Stelvio: energia fatta in casa
È in Val Venosta il comune campione europeo delle rinnovabili
Monica Sparer - 27/08/2011
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“Energia fatta in casa” è il motto di Prato allo Stelvio, comune della Val Venosta in Alto Adige, che è risultato il vincitore 2010 della Res – Champions League, un torneo che vede ogni anno migliaia di comuni contendersi il titolo di comune più rinnovabile d’Europa. Dopo aver vinto nel 2009 il “campionato italiano” Comuni Rinnovabili indetto da Legambiente, Prato allo Stelvio è riuscito a guadagnarsi il primo posto anche a livello europeo, grazie all’utilizzo di risorse locali e rinnovabili che gli permettono di provvedere al fabbisogno energetico dei suoi 3.350 abitanti.
Carte vincenti del comune di Prato allo Stelvio sono da una parte una lunga tradizione nell’approvvigionamento energetico da fonte rinnovabile – risale infatti al 1926 la messa in funzione della prima centrale idroelettrica – e dall’altra una strategia energetica che vede il coinvolgimento dei privati cittadini, in buona parte soci della cooperativa energetica locale che gestisce gli impianti. La formazione messa in campo da Prato allo Stelvio si distingue però anche per la varietà di tecnologie utilizzate, che sfruttano le diverse risorse disponibili localmente.
Un lungo allenamento per una produzione energetica autonoma
Attualmente sul territorio del comune situato nel Parco Nazionale dello Stelvio si contano impianti idroelettrici, una centrale di teleriscaldamento a biomassa, un impianto biogas e numerosi impianti fotovoltaici, con i quali oggi si produce energia in esubero, che viene venduta alla rete elettrica nazionale. Ma non è sempre stato così.
A Prato allo Stelvio si vide l’illuminazione elettrica per la prima volta nel 1913, quando alcune case furono allacciate alla centrale idroelettrica di un paese limitrofo. Già nel primo dopoguerra l’approvvigionamento energetico iniziò a rappresentare però un problema. Aumentò infatti la richiesta e il prezzo per l’energia imposto dal paese vicino lievitò. Inoltre l’azienda nazionale per la distribuzione dell’energia elettrica non si mostrava all’epoca intenzionata a spingersi in queste zone remote della Provincia di Bolzano. Fu allora che cinque privati cittadini dotati di grande determinazione e spirito d’iniziativa si misero in testa di dotare il paese di una propria centrale idroelettrica, costruendo nel 1925 la prima centrale di Prato allo Stelvio. L’operazione costò 357.000 lire, che all’epoca corrispondevano al valore di circa 300 mucche. Per la gestione della centrale in un primo momento venne interpellato il comune, che però non fu in grado di affrontare la situazione. Nuovamente fu l’iniziativa dei privati a porre rimedio al problema. Nel 1926 fu fondata la prima Cooperativa Energetica di Prato allo Stelvio, cui aderirono 47 cittadini. Nei travagliati anni che seguirono, la cooperativa dovette affrontare diverse criticità come il furto della corrente, reso possibile dalla mancanza dei contatori, e i problemi finanziari sorti nel periodo della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra. Ancora una volta a salvare la situazione fu l’intervento dei privati cittadini, che provvidero a risanare le casse della cooperativa energetica..."
Utilizzare al meglio tutte le risorse del territorio
Le cose cambiarono nel 1956, quando Prato allo Stelvio fu allacciato alla rete elettrica nazionale gestita dalla Montecatini. Vent’anni dopo, oltre l’85% dell’energia necessaria in paese veniva acquistata dalla rete nazionale. Il fatto di dipendere per gran parte del fabbisogno energetico dalla rete nazionale, stimolò però la Cooperativa Energetica a compiere nuovi investimenti: tre nuove centrali idroelettriche furono costruite tra gli anni Ottanta e Novanta.
In totale i quattro impianti idroelettrici di piccola e media dimensione, che sfruttano il salto d’acqua dei torrenti della zona, garantiscono oggi 17 milioni di kWh all’anno, pari al fabbisogno di energia elettrica di circa 5.700 famiglie.
Con il nuovo millennio Prato allo Stelvio si è aperto alle nuove tecnologie per la produzione di energia basata sull’utilizzo di risorse locali e rinnovabili e sull’efficienza energetica.
L’energia termica a Prato allo Stelvio viene fornita mediante un impianto di teleriscaldamento. Attraverso una rete di tubazioni posta sotto terra, in cui scorre acqua alla temperatura di circa 80 gradi, viene fornito calore all’85% degli edifici del territorio. Il calore totale prodotto nelle due centrali della Cooperativa ammonta mediamente a 13,9 milioni di kWh all’anno. Metà del calore viene prodotto da una caldaia con la combustione di cippato. L’altra metà è fornita da un sistema ad altissima efficienza energetica, costituito da quattro cogeneratori (motori che producono contemporaneamente energia elettrica ed energia termica). Questi motori sono alimentati con biocombustibili, biogas e, in piccola parte, nei momenti di picco della domanda, con gasolio. Oltre al calore, recuperato dai sistemi di raffreddamento del motore, vengono prodotti 3,9 milioni di kWh di energia elettrica all’anno.
Il biogas utilizzato in questi motori viene generato in un vicino impianto, attraverso un processo di fermentazione degli effluenti da allevamento provenienti da aziende agricole del circondario. L’impianto stesso è gestito da una cooperativa di cinquanta contadini, che vende alla centrale di teleriscaldamento il biogas prodotto.
In crescita nel comune di Prato allo Stelvio sono anche gli impianti fotovoltaici, specialmente nella zona artigianale, dove quasi ogni tetto è ormai coperto da pannelli. In totale vengono prodotti oltre 4 milioni di kWh all’anno. La Cooperativa Energetica di Prato allo Stelvio è anche uno dei fautori e proprietari, insieme ad altri comuni della zona, di due impianti eolici di classe megawatt installati presso Malles, in una delle poche zone dell’Alto Adige in cui la forza del vento è sfruttabile per la produzione di energia.
Complessivamente, con le diverse tecnologie presenti sul territorio, a Prato allo Stelvio vengono generati 25 milioni di kWh di energia elettrica all’anno. Di questi, il paese ne richiede solo 12,5 milioni di kWh, mentre la restante metà viene venduta alla rete nazionale.
Gioco di squadra: un servizio di tutti per tutti
Nel sistema di approvvigionamento energetico del paesino della Val Venosta non è però rivoluzionaria solamente l’integrazione delle diverse tecnologie, ma anche e soprattutto la gestione degli impianti da parte degli utenti stessi. La Cooperativa Energetica di Prato allo Stelvio, infatti, conta oggi 1.100 membri, che corrispondono al 90% delle utenze domestiche e delle aziende presenti nel comune. La produzione energetica è in tal modo in mano alla cittadinanza e totalmente a suo servizio.
«Il fatto che il sistema energetico del nostro comune si basi sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica» – spiega Georg Wunderer, presidente della cooperativa energetica di Prato allo Stelvio – «garantisce in prima linea una sostenibilità di tipo economico e sociale al nostro comune e inoltre contribuisce alla protezione dell’ambiente contro i cambiamenti climatici». L’uso di tecnologie green a Prato allo Stelvio non è dunque un vantaggio meramente ecologico. «Punto di partenza della Cooperativa è il fatto che l’energia sia a servizio del cittadino e non del capitale. L’idea che sta dietro al motto “Energia fatta in casa” è infatti quella di sostenere anche lo sviluppo economico e sociale del comune» – continua Georg Wunderer. Grazie ad una gestione diretta dei servizi energetici e ad una valorizzazione delle risorse locali, gli investimenti per l’approvvigionamento energetico rimangono in loco. Si pensi, ad esempio, all’investimento in personale locale (la Cooperativa conta oggi una decina di dipendenti) e soprattutto agli investimenti in materie prime locali utilizzate. Un buon esempio di questa logica è il contratto d’acquisto del biogas che la Cooperativa energetica di Prato allo Stelvio ha stabilito con i contadini, che forniscono il biogas prodotto nel loro impianto. Il prezzo è stato fissato ad un equivalente del prezzo del petrolio per unità di energia prodotta. Ciò che l’utente dovrebbe pagare per una fonte fossile nociva per l’ambiente alle grandi compagnie petrolifere, viene invece investito a favore dei contadini locali.
«I grandi vantaggi di un approvvigionamento energetico come il nostro sono naturalmente una produzione energetica locale e a basso impatto ambientale» – spiega Georg Wunderer – «ci sono però anche grandi vantaggi per gli utenti. Attraverso la nostra organizzazione, che si occupa direttamente della produzione e della distribuzione dell’energia, siamo in grado di offrire un servizio veloce, affidabile e poco burocratico, per non parlare della sua economicità». Già, perché la vincente strategia di Prato allo Stelvio, grazie alla quale il comune si è distinto in ambito europeo per la sua sostenibilità, permette anche ai suoi cittadini notevoli risparmi in bolletta. I soci della cooperativa energetica beneficiano di prezzi finali al kWh elettrico ridotti circa del 30% rispetto ai normali prezzi di mercato, mentre per il riscaldamento possono contare in media sul costo al kWh di appena 7,1 centesimi di euro.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 26
Categorie: Ecologia e Localismo
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