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Psicofarmaci ai bambini

Spesso un abuso dei tempi moderni evitabile con la psichiatria ortomolecola che cura e guarisce patologie psicologiche anche gravi supplementando l'alimentazione con potenti dosi di vitamine

Valerio Pignatta - 14/01/2009




Si sta sempre più diffondendo anche in Europa, sul modello statunitense, l’abitudine di prescrivere psicofarmaci a bambini nel pieno dell’infanzia, per i problemi più disparati che vanno da ritardi mentali e disturbi dell’apprendimento a quelli del comportamento e all’iperattività.
In Stati Uniti e Canada, e anche in Gran Bretagna per la verità, sono decenni che si usa trattare milioni di bambini con alcuni tipi di psicofarmaci per indurre comportamenti più miti in soggetti difficili e distruttivi all’interno dell’attività scolastica.
I risultati disastrosi sono però ormai di dominio pubblico. Molti di questi bambini, una volta divenuti adulti hanno sviluppato altri tipi di tossicodipendenza, tentato il suicidio e accumulato una considerevole mole di altri disturbi psiscologici e fisici.
Alcune statistiche ufficiali sostengono che in Italia si può parlare di presenza “certa” di 1 bambino con questa tipologia di problemi ogni 25, ossia più o meno uno per ogni classe scolastica. Ma uno psicologo serio sa per esperienza che i bambini che è possibile diagnosticare così duramente sono in realtà pochissimi, e anzi ancor meglio vede nella sua pratica clinica che i bimbi che gli vengono segnalati con queste problematiche non hanno mai raggiunto le percentuali di tali stupefacenti statistiche (1).
Come dice Federico Bianchi di Castelbianco, dell’équipe dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, questa è una situazione paradossale che abbiamo già visto anni fa con le diagnosi di dislessia. Questa patologia aveva infatti raggiunto stime ufficiali comprese tra il 14 e il 18% che ora si sono ridimensionate clamorosamente così come si è ridotto l’aspetto genetico ecc. (2).
Il problema attuale che fa la differenza è che qui a pagarne le conseguenze sono direttamente i bambini stessi e le loro famiglie, dato che gli effetti collaterali degli psicofarmaci in bimbi che probabilmente, nella maggior parte dei casi, hanno problemi di maleducazione, di allergia o sono naturalmente dei distratti (perché no?), sono devastanti.
Quello che mi sembra inquietante è che oggi, soprattutto in ambito psicologico ma anche in quello medico più stretto, a seconda dello specialista cui una persona si rivolge si possono avere diagnosi e terapie completamente diverse, con rischi talora elevati per la salute che si intendeva invece curare.
Serve allora sapere che in Canada già negli anni Settanta del secolo scorso è nata una branca della psicologia che si chiama ortomolecolare, i cui aderenti, medici, psichiatri e ricercatori, sono riusciti a dimostrare che è possibile curare e guarire patologie psicologiche anche gravi come la schizofrenia, la psicosi, le allucinazioni, i disturbi del comportamento, i ritardi mentali ecc. semplicemente supplementando l’alimentazione del bambino (e dell’adulto) con potenti dosi di vitamine. Tra questi ricercatori ci sono anche premi Nobel come il biochimico Linus Pauling.
Ed è dal testo di uno di questi pionieri (Abram Hoffer), appena tradotto per la prima volta in Italia per i tipi di Macro Edizioni (3), che si possono finalmente acquisire importanti notizie anche tecniche rispetto a questo tipo di cure.
L’utilizzo soprattutto di niacina (vitamina B3) e di piridossina (vitamina B6) ha svelato panorami di impensabile efficacia rispetto a patologie che normalmente la medicina ufficiale non riesce a curare e per le quali i pazienti trascinano una vita imbottiti di sostanze che li devastano nel corpo e nella mente.
Il dott. Hoffer ritiene infatti che «l’uomo stia attraversando adesso un processo che non lo rende più capace di sintetizzare vitamina B3 dal triptofano. Nei malati delle varie forme di schizofrenia, per esempio, questo processo è molto accentuato. Man mano che le diete sono diventate meno naturali e più sintetiche, la quantità di vitamina B3 è diminuita, e chi non ha più gli strumenti per convertire abbastanza triptofano in vitamina si ammala. Da molto tempo sono convinto che se aggiungessimo 100 mg di vitamina B3 in forma di niacinamide alla dieta di ognuno, ci sarebbe una grande diminuzione dei casi di schizofrenia e di molte altre malattie, come l’iperattività e i problemi caratteriali e di apprendimento nei bambini» (4).
E in decenni di pratica clinica il dott. Hoffer ha effettivamente curato con successo migliaia di bambini con questi sintomi patologici. E se si cominciasse a tenerne conto?


Note:
(1) Bianchi di Castelbianco, Federico, “ADHD: diffusione reale o immaginaria?”, in Babele, n. 29, gennaio-aprile 2005, p. 1.
(2) Loc. cit.
(3) Hoffer, Abram, "Come guarire i disturbi dell’attenzione, dell’apprendimento e del comportamento nei bambini", Macro Edizioni, Cesena, 2006.
(4) Ibidem.

 

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Categorie: Alimentazione e salute




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