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Purifica l’intestino con la terra vergine e l’argilla

I cataplasmi e gli impacchi di fango sono benefici per mantenere l’organismo in salute

Romina Rossi - 02/02/2018




Numerosi studi messi a punto dal medico cileno Manuel Lazaeta Acharan e dal suo discepolo Luigi Costacurta hanno messo in evidenza la stretta relazione fra l’insorgenza delle malattie e la febbre gastrointestinale.

 

Secondo i due pionieri del naturismo, gran parte delle malattie origina quando la temperatura del tratto digerente è anomala e variabile.

Il nostro corpo ha una temperatura di circa 37 °C: è quella ottimale per far sì che i processi biochimici ed enzimatici si compiano in modo corretto.

 

Quando questa temperatura si altera, è facile cadere nell’infiammazione e nella malattia.

 

 

Febbre gastrointestinale provoca malattie

Le cause della febbre gastrointestinale risiedono in uno scorretto stile di vita, nell’alimentazione troppo ricca di grassi o zuccheri e nell’insufficiente e difficile digestione del cibo che richiede continui e prolungati sforzi. Fattori, questi, che causano processi putrefattivi intestinali che, a loro volta, alterano: la componente enzimatica, il pH della mucosa intestinale e di quello digestivo e la flora batterica. Una delle conseguenze di questo squilibrio è la congestione delle mucose del tratto digerente: quando ciò avviene, si produce un maggiore afflusso sanguigno che provoca uno squilibrio termico, poiché la temperatura interna si alza sensibilmente, anche fino a 40 °C.

Raramente ci accorgiamo di questa febbre interna soprattutto perché il maggior afflusso sanguigno nell’apparato digerente causa un abbassamento della temperatura esterna (35-36 °C) e pallore cutaneo dovuto al deficit circolatorio periferico.

Decongestionare gli organi addominali e tenere il tubo digerente a una temperatura costante e ottimale significa evitare la formazione di questi processi infettivi o infiammatori.

Il modo migliore per farlo è con l’uso di cataplasmi freddi di fango.

Le proprietà del fango

Unendo terra vergine e argilla si ottiene infatti un fango con notevoli proprietà benefiche.

L’argilla è un remineralizzante e riequilibrante con proprietà antimicrobiche e antitossiche. La terra è ricca di sali minerali e di sostanze organiche. Sfiamma, cicatrizza, decongestiona, assorbe e vivifica. Per terra vergine si intende quella non inquinata, non concimata né sfruttata da coltivazioni intensive per almeno 8-10 anni. Per il cataplasma l’ideale è trovare un pezzo di terra incontaminato. Fai uno scavo di almeno 20 cm e preleva un quantitativo idoneo di terra. Dev’essere il più pulita possibile, senza radici, sassi o foglie. Tienila al sole per qualche giorno, in modo che si purifichi. Poi procedi al setaccio.

La puoi conservare in un barattolo di vetro o di ceramica.

Come preparare il cataplasma di fango

Dopo aver preparato la terra come appena descritto, metti 2/3 di terra vergine e un 1/3 di argilla in un recipiente, aggiungi acqua fredda e mescola con un cucchiaio di legno.

Deve risultare un fango dalla consistenza morbida ma non liquido. Stendi sul tavolo della carta da pacchi grande abbastanza da coprire lo sterno fino al pube. Stendici il fango, creando uno strato di circa ½ cm. Lascia qualche centimetro di bordo tutto intorno alla carta, così che non fuoriesca quando lo applichi sulla pelle.

Copri il fango con 2-3 veli di garza, per non lasciarvi la pelle a contatto diretto. Prima di applicare il cataplasma assicurati che il corpo sia ben caldo e di non avere parti fredde, come mani o piedi. All’occorrenza puoi usare la borsa dell’acqua calda o scaldarti con delle coperte.

Solo a questo punto applica il cataplasma appoggiando la carta da pacchi già pronta sull’addome.

Falla aderire bene in modo che non si formino bolle di aria. Indossa, nell’ordine, delle mutande di cotone alte, una pancera di lana e i pantaloni del pigiama. È importante che la parte con il cataplasma rimanga ben calda.

Per avere un risultato ottimale dovresti tenere il cataplasma per almeno un paio di ore; meglio sarebbe tutta la notte.

Una volta tolto, rimani ben al caldo sotto le coperte per un’altra ora.

Con la febbre gastrointestinale, il fango tende a seccarsi dopo qualche ora.

L’ottimale è continuare a fare il cataplasma tutti i giorni fino a che, quando lo togli, rimane umido come quando lo applichi, segno che la purificazione è conclusa e che la febbre gastrointestinale non c’è più. Il fango già usato non va riutilizzato. È indispensabile essere a stomaco vuoto quando applichi il cataplasma. Non ci sono controindicazioni, invece, durante il ciclo mestruale.

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 51


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