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Quando arriva l’inverno

M. Pia Fanciulli - 09/01/2018




Nel cuore festoso dell’anno le giornate riprendono timidamente ad allungarsi. E così, dopo il Solstizio, Natale e Capodanno, anche la terra si prepara ad una nuova stagione. In giardino, nell’orto e sul balcone, dove solo qualche aromatica non ha ceduto al freddo, mani indaffarate pensano già alla primavera. Si getta il cuore oltre l’ostacolo, mentre spuntano le prime violette e un timido sole scalda i nuovi progetti, “semi” da gettare sul nuovo anno.

Si pota, si semina e si preparano i trapianti. E molto c’è da fare anche in cucina, dove cachi e corbezzoli sono pronti a donare squisite confetture.  

Solstizio o Santa Lucia?

Lo si impara da bambini: «Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia». Ma il giorno più corto dell’anno è quello del Solstizio d’inverno, il 21 o 22 Dicembre. Un errore? No, un tempo ha avuto la sua verità seppur oggi non sia più così.

Il proverbio risale in realtà a cinque secoli fa, cioè a prima della riforma del calendario di Papa Gregorio XIII, nel 1582. Prima di allora una sfasatura fra calendario civile e calendario solare aveva portato il solstizio al 12 o 13 Dicembre. Con il calendario gregoriano – il nostro di oggi – questo anticipo fu corretto facendo tornare il solstizio al 21 o 22.

La festa della Santa però, ormai radicata, rimase, e con lei il proverbio ancora così vitale.

Il fiore: profumato calicanthus C’è chi lo chiama fiore d’inverno. Ma soprattutto il calicanthus è una sorta di prodigio quando nel cuore della stagione più fredda dona i suoi fiori, profumatissimi, bianchi e cerosi, sul cespuglio ancora spoglio. Molto decorativi, i rami vanno colti con i fiori ancora chiusi e immersi in molta acqua. Donarli sarà come dire: “ti voglio bene”.

La parola: sorridere Il rigore dei mesi invernali, il freddo che ci tiene più a lungo in casa, influiscono sul tono dell’umore. Proviamo allora a sorridere di più, ad aprirci ogni giorno a piccole novità, come parlare con persone appena incontrate, provare una nuova ricetta, sorprendere chi si ama. Composta di arance, cipolle e uvetta Proprio dal cestino di stagione esce questa prelibata composta dal gusto agrodolce, capace di accompagnare in modo unico formaggi, lessi e arrosti.

Semplice anche da preparare, richiede 1 kg di arance pelate al vivo e 400 g di cipolla rossa di Tropea, tutto tagliato finemente. Si aggiungono poi 600 g di zucchero di canna, il succo di un limone e si lascia marinare per 12 ore.

Si cuoce il tutto con l’aggiunta di 200 g di uvetta, ½ cucchiaino di sale e 250 ml di vino bianco. Si toglie dal fuoco quando avrà raggiunto la giusta consistenza e si riempiono i barattoli da sterilizzare facendoli bollire per 20 minuti. Nell’orto, nel giardino, sul balcone Con meno lavori all’aperto, un’attenzione in più si dedica alle piante in casa. Se allora la stella di Natale – la poinsettia, Euphorbia pulcherrima – perde pian piano le belle foglie rosse, basterà potare i rami spogli, sistemarla in un ambiente non troppo caldo e buio, e rinvasarla poi a maggio.

In Ottobre ricomincerà a germogliare.

Sul terrazzo è invece il momento di controllare l’efficienza delle protezioni contro il freddo. In caso di neve rimuoverla dai rampicanti e dai sostegni per non compromettere la stabilità delle piante, lasciandola invece sui vasi che ne saranno protetti. Continua la raccolta di cavoli, porri, valerianella, verze: in Luna crescente per il consumo fresco, in calante per la conservazione. Sempre in crescente seminare in semenzaio cavolfiori, cavolo broccolo.

In giardino seminare azalee, begonie, primule, tuberose e bulbi a fioritura primaverile. Mettere a dimora e/o trapiantare alberi, arbusti e rampicanti a foglia caduca e rosai a radice nuda. Piantare i bulbi dei gladioli. In Luna calante mettere a dimora in piena terra o in vasi capienti sul balcone i bulbilli di aglio e di cipolla invernale e seminare in semenzaio lattuga, radicchio estivo, ravanello, rucola, sedano, valerianella. In giardino lavorare superficialmente il terreno aggiungendo concimi organici. Nel cestino dell’autunno Ortaggi: aglio, cardi, carote, catalogna, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cicorie, cime di rapa, cipolle, finocchi, indivie, lattughe, porri, radicchi rossi, rape, sedano, spinaci, valerianella. Frutta: arance tarocco, cachi, cedri, limoni, pompelmi, mandarini, clementine, mele Golden e Deliziose, kiwi, pompelmi. Aromatiche: rosmarino e salvia.

Bucato al sole. Anche in inverno!

Per quanto supertecnologica e di ultima generazione, non c’è asciugabiancheria che tenga! Stendere il bucato all’aperto è sempre la soluzione migliore e questa è una buona notizia, anche perché permette di aggiungere un tassello in più al risparmio energetico. È anche vero che gli inconvenienti non mancano: talvolta, ad esempio, il sole tende a stingere gli indumenti colorati o a ingiallire quelli bianchi.

Per non incappare in simili rischi, non c’è niente di più semplice che appendere gli indumenti al rovescio. Se invece si vuole evitare che gli abiti gelino per il freddo, il vecchio consiglio della nonna è quello di aggiungere all’acqua del risciacquo due o tre pugni di sale grosso da cucina. Buone pratiche in casa Per riscaldamento e acqua calda ogni famiglia italiana spende, ogni anno, circa 9-10 euro per metro quadrato.

È importante ricordare che ogni grado corrisponde a un consumo di energia tra il 4 e l’8%.

In inverno è quindi bene mantenere una temperatura non superiore ai 20 °C e adottare accorgimenti per non disperdere il calore: chiudere le tapparelle dopo il tramonto, utilizzare doppi vetri e tappare gli spifferi. Per risparmiare, se si hanno più fonti di calore, meglio tenerle tutte accese a temperature moderate, che delegare a una sola.

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 51


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