Tutte le passioni di Loredana
Diventare vegana come modo per aumentare la propria energia vitale
Andrea Costanzo - 18/07/2016
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Ogni mese, «Vegan Italy», la più completa e autorevole rivista di cultura, alimentazione e lifestyle vegan, intervista le più illustri personalità del mondo vegan, come chef, attivisti, artisti e non solo. Nel numero 8 di maggio, Martina Donati intervista Loredana Cannata, un’attrice di talento e attivista appassionata: morbida ed elegantissima sui red carpet e provocatoria e nuda (se serve) per difendere i diritti di animali e umani. Unica interprete italiana del film Youth.
La giovinezza, del regista premio Oscar Paolo Sorrentino, la sua ecletticità le permette di spaziare tra cinema, teatro e televisione (sia Rai che Mediaset) e di essere al tempo stesso un’attivista convinta e osservatrice internazionale in Chiapas. Ecco un estratto dell’intervista.
Loredana, quando sei diventata vegana e perché?
Presi la decisione di diventare vegana per una questione politica e spirituale, ma subito diventò soprattutto un impegno animalista. Era il maggio del 2012. Da anni ero un’attivista politica e sociale e facevo la mia parte per creare un mondo diverso. Un giorno chiesi con forza alla Vita di indicarmi come diventare un’attivista più incisiva ed efficace.
In quel momento volò vicino a me un falco, poi mi ripassò accanto e mi guardò, ci guardammo, per un lunghissimo istante. Nella tradizione sciamanica l’incontro con il falco significa che la Vita ti invita a tenere gli occhi ben aperti perché ha per te dei messaggi.
Cominciai così a valutare più attentamente ciò che mi accadeva. Pochi giorni dopo, partecipai alla prima mobilitazione a livello europeo contro le misure di austerity imposte dall’alto, eravamo a Francoforte, sede della Bce. Fui arrestata, insieme ad altri, e per me era la prima volta Pensai che il livello dello scontro si stesse alzando, in quella che percepisco anche come una lotta, eterna, tra Bene e Male, tra Luce e Ombra, e che, di pari passo, dovesse alzarsi il livello del mio impegno. Tornata a casa, per una serie di coincidenze, mi ritrovai davanti a un video in cui delle persone condividevano della frutta durante una meditazione.
Intuii, come ho poi sperimentato, che non nutrirmi delle sofferenze animali avrebbe aumentato e purificato la mia energia, la mia anima. Capii che diventare vegana era il passo che la Vita mi invitava a fare. Istantaneamente mi resi conto che, se mangiare solo vegetali migliorava la mia energia e acuiva tutti i miei sensi, soprattutto il sesto, allora uccidere e sfruttare gli animali non era una cosa indispensabile, né immutabile, ma percepita così solo perché la si fa da moltissimo tempo. Le torture e i massacri ai quali gli animali sono sottoposti si rivelavano finalmente per quello che sono: pratiche arcaiche, spietate e superabili.
Diventò per me lampante e straziante, imperdonabile, l’inutile martirio di miliardi di animali imprigionati, seviziati, violentati, ammazzati. Decisi, così, che il mio impegno sarebbe stato per loro, per queste straordinarie creature, ultime tra gli ultimi, che non hanno modo né voce per difendersi.
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Articolo tratto dalla rivista nr. 45
Categorie: Alimentazione e salute
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