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Autismo: la causa nei vaccini al mercurio

Claudia Benatti, intervistata da Valerio Pignatta, ci parla del libro "La Prova del Danno" (Macro Edizioni, 2006) che mette in luce le correlazioni tra vaccinazioni e autismo.

- 23/01/2009




Il libro La Prova del Danno - pubblicato da Macro Edizioni nel 2006 - è un'inchiesta giornalistica che indaga i retroscena dell'industria farmaceutica al fine di dimostrare la nocività del mercurio nei vaccini e la correlazione di esso con l’epidemia di autismo che si è verificata negli ultimi anni nelle società occidentali. Negli Stati Uniti quest’opera ha vinto uno dei più prestigiosi premi giornalistici ed ha suscitato un vero polverone per le prove scientifiche e la documentazione che l’autore, già collaboratore del New York Times, ha saputo scovare intervistando una marea di personaggi coinvolti nello scandalo come ricercatori, deputati, genitori, giornalisti, scienziati, medici, funzionari di stato ecc.
Quello che qui viene presentato è dunque un lavoro di inestimabile valore e difficilmente ignorabile. Abbiamo sentito allora Claudia Benatti, scrittrice, giornalista e portavoce di Vaccinetwork, un gruppo di genitori e medici nato una decina di anni fa che raccoglie e diffonde informazioni di carattere scientifico sulla pratica vaccinale; Benatti ha tradotto il testo per i tipi di Macro Edizioni. A lei abbiamo voluto chiedere quale peso questo libro potrà avere e quale discussione e riflessione potrebbe aprire nel nostro paese, specialmente tra i genitori di bimbi affetti da autismo e nella classe medica.

Pensi che questo libro possa avere degli effetti positivi tra i genitori di bimbi autistici e all'interno della classe medica solitamente avvolta nelle certezze scientifiche dettate dalle case farmaceutiche?

«Sicuramente si tratta di un testo che fornisce molte informazioni che solitamente non emergono, grazie alle quali si delinea un quadro nient’affatto rassicurante: intrighi politici, colpi bassi, stretti legami tra case farmaceutiche e membri del Congresso americano, conflitti di interesse di ricercatori che fanno parte di commissioni istituzionali, cause legali alle quali parte della classe politica ha cercato di mettere i bastoni fra le ruote. Insomma, un lettore che affronta per la prima volta un tema del genere si troverà sicuramente con parecchie certezze in meno e molte preoccupazioni in più. D’altra parte non è più possibile né auspicabile ignorare la mole di prove, di letteratura e di fatti che ruotano intorno alla questione, malgrado la discussione sul piano scientifico sia ancora aperta. Credo che sia un libro che certamente aiuta ad aprire gli occhi, a rendere più elastico il pensiero e ad abbandonare l’illusione secondo cui possiamo stare tranquilli crogiolandoci nelle nostre certezze».


In generale, qual è la lezione che un genitore di un bimbo piccolo e in età vaccinale può trarre dalle dimostrazioni qui riportate della connivenza di pratiche scorrette e di corruzione tra industria dei farmaci, classe medica, politici ed enti statali?

«Non ritengo mai cosa saggia fare di tutt’erba un fascio. La classe medica, così come quella politica, conta tra le proprie fila bravissime persone, oneste e rette. Poi ci sono anche le persone scorrette, che purtroppo spesso concorrono a prendere o sollecitare decisioni importanti per la salute della gente. Di questo occorre prendere atto senza cadere nella disperazione o nel panico; purtroppo spesso si fatica a valutare in maniera equilibrata le situazioni e a ragionare autonomamente con la propria testa. Siamo stati convinti che non ne siamo in grado, ma questo non è vero. Per quanto mi riguarda, quello che posso aupsicare è che questo libro faccia pensare, induca i genitori a fermarsi un attimo a riflettere e li solleciti a raccogliere altre informazioni per divenire in grado, alla fine, di prendere autonomamente la loro decisione su ciò che intendono fare».

Dopo aver tradotto questo libro, se tu dovessi pensare all’aspetto, dal punto di vista scientifico, che maggiormente ti ha colpito di tutta la vicenda in esso narrata, cosa vorresti dire a un medico?
«La medicina non è una scienza esatta, si fonda sull’osservazione e si rafforza soltanto se chi la pratica riconosce e ammette errori per poterli superare. Purtroppo oggi la scienza medica si è quasi sostituita alla religione, è spesso diventata una questione di adesione fideistica a principi che tanti medici e istituzioni si ostinano a ritenere inscalfibili, incrollabili, indiscutibili. Questo paradossalmente frena il progredire della medicina stessa, ci si fossilizza su quelle che si ritengono “verità assolute” e spesso ci si scaglia ferocemente verso chi osa metterle in discussione anche se lo fa su basi solide e ragionate. Perché non rieducarci all’ascolto dell’altro con serenità, al piacere del confronto senza risentimento e al rispetto vero delle diverse scelte od opinioni? In quest’ottica però bisogna accettare che non ci sarà qualcuno che prevale sull’altro e occorre abbandonare le tentazioni autoritarie».

 

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Categorie: Critica al Sistema Sanitario





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