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Come vive Rosi

Famiglie a basso consumo

A cura della redazione - 28/04/2014




Rosi ha 57 anni, è single, vive in un appartamento di 65 mq in una palazzina di una quarantina di famiglie, in una cittadina di 15 mila abitanti, vicino al lago di Lecco.

Si occupa di formazione degli adulti, di crescita e di benessere della persona. 

Cosa fai per risparmiare sulle spese della casa, ovvero sul consumo di acqua, luce, gas, spese per il riscaldamento?

L’appartamento ha il riscaldamento centralizzato e periodicamente valuto il cambio di gestori dei servizi. Risparmio utilizzando acqua, luce e gas in maniera oculata e senza sprechi.

Ho quasi smesso di stirare: stiro alcuni capi che mi permettono di accedere ad alcuni ambienti connessi alla mia professione.
Ho ripreso a stirare “a secco”, modalità mutuata da mia madre. Te lo spiego: innanzitutto stendo bene (!) poi piego bene (!) e impilo per fare peso; in inverno mi aiuto con i termosifoni.

Che cosa autoproduci a livello alimentare?

Conserve (antipasti, zucchine, melanzane, cipolle in agrodolce, patè di olive e pomodori secchi, cipolla di tropea e arance o peperoncino), confetture, pane per me e i miei genitori, croissant che baratto con un’amica (io li faccio e lei mette la crema spalmabile alla soia), diversi tipi di lievitati, biscotti. Coltivo piante aromatiche e alcuni ortaggi sul mio balcone. 

Dove fai la spesa per quello che non riesci ad autoprodurre?

Uso il mercato locale; un mercato settimanale di agricoltori locali; la grande distribuzione orientata a prodotti biologici; direttamente in azienda agricola. Acquisto olio e alcuni prodotti della Calabria di produzione di parenti.

Non sono vegetariana, anche se le volte in cui consumo carne e pesce in un anno si contano sulla dita di una mano.

Che cosa autoproduci a livello non alimentare (vestiario, detergenti per casa e persona, bricolage)?

Per molti anni mi sono cucita vestiti e fatto maglioni; ho una certa manualità e riparo il riparabile; rimoderno alcuni capi di abbigliamento; mi cucio le tende. Per la pulizia della casa utilizzo l’aceto, il bicarbonato e il limone.

Mia mamma ancora oggi preparara in casa il sapone all’olio d’oliva seguendo una vecchia ricetta.

In che modo ti regoli per l’abbigliamento: scambi, ricicli, ricrei?

Scambio e riciclo con alcune amiche; dono ad associazioni locali volte al riciclo.

Ovviamente, se mi piace il pezzo allungo con il pizzo o lo allargo o ci metto il nastro di raso per rinnovare il capo. 

Quali mezzi di trasporto utilizzi?

La bibicletta è la mia preferita e la uso molto. Utilizzo anche i mezzi pubblici, l’auto privata e mi muovo a piedi.

 Utilizzi la medicina non complementare?Autoproduci dei “rimedi della nonna”?

Uso omeopatia, fitoterapia e fiori di Bach. Alla bisogna (ma la situazione deve essere proprio grave!) mi avvalgo della medicina convenzionale.

Il mio rimedio della nonna principale è il riso bollito condito con olio evo, quando ho male di stomaco o l’intestino è affaticato; acqua e sale per alcuni gonfiori; malva per “sfiammare” o per la cistite; finocchio per sgonfiare l’addome, dopo pasti a base di legumi in particolare; tisane di vario genere; per energizzare radice di ginseng; melissa del mio “balcorto” per rilasciare la tensione.

Come forme di prevenzione primaria conduco uno stile di vita sano, sono attenta all’alimentazione, corro e cammino. Faccio scambi con operatori olistici avvalendomi di terapie di riequilibrio energetico quali craniosacrale, reiki, trauma work, meditazione, shiatsu.

Con le pratiche di autoproduzione e risparmio che porti avanti, quanto calcoli di risparmiare in un mese rispetto a un nucleo famigliare come il tuo che non pratica questo stile di vita?

Mediamente, 150/200 euro al mese.

Rispetto al vivere sociale: ricerchi e hai intessuto rapporti di buon vicinato, di sostegno reciproco con altre famiglie, di scambio del tempo e delle competenze?

La pratica del buon vicinato è informale e vissuto in forma consapevole all’interno della cerchia della famiglia di sangue e “culturale”, cioè quelle relazioni scelte e mantenute fino a ora che porto avanti da quasi quarant’anni 

Quante televisioni possiedi e quanto tempo rimangono accese durante il giorno?

Una televisione, solo per il riposo della guerriera, con qualche film di qualità che talvolta la tv passa. Si tratta di 3-4 ore alla settimana.

Come trascorri il tuo tempo libero?

Uso il tempo per aggiornamenti professionali o di piacere; viaggio utilizzando quando possibile voli low cost e scambio casa (da 14 anni); vado al cinema; invito a cena amici, conoscenti e familiari; vado in bicicletta, in montagna; corro e vado in palestra; leggo; mi dedico all’autoproduzione; me ne sto in pace, in quiete, in silenzio. 

Come ti senti rispetto a queste parole: libertà, autonomia, soddisfazione, denaro?

Mi dà molta soddisfazione autoprodurre, mi fa sentire anche libera, nell’immediata possibilità di sentirmi risorsa di me stessa. Per me si tratta di orientare la crescita verso uno stile di vita che mi fa onorare ciò che ho e che faccio.

Ho delle questioni aperte con chi sceglie lo spreco, in particolare per incuria e pigrizia, una forma di pigrizia che rende inabili e analfabeti nell’autosufficienza delle piccole cose della quotidianità.

TRECCIA RIPIENA - LA RICETTA  DI ROSI CON LA MACCINA DEL PANE 

  • 700 g di farina kamut (semintegrale o di tipo 2)  - io ho usato 450 kamut e 250 tipo 2 -
  • 250 g di feta (in alternativa tofu; provola)
  • 200 g dl olive nere
  • 150 g di pomodori sott’olio
  • 1 uovo
  • 3 cucchiai di semi di papavero
  • 3 cucchiaidi di semi di girasole
  • 3 cucchiai di semi di sesamo
  • 400 ml di acqua
  • 1 cucchiaio abbondante di miele o malto
  • 150 g. di pasta madre (oppure 25 g di lievito di birra fresco, un cubetto)
  • 8 cucchiai d’olio evo
  • 1 cucchiaino di sale

 

Impostate la macchina del pane sul programma di solo “impasto”, mettete 150 g. di pasta madre nella vaschetta e fatela sciogliere con una parte dell’acqua tiepida, aggiungendo poi farina, il miele o il malto, l’olio e il sale, versando altra acqua tiepida fino a ottenere un impasto abbastanza morbido. Portate a termine il programma (un’ora e mezza).

Preparate i 3 ripieni.
Tritate grossolanamente la feta (tofu; provola) e mescolatela ai semi di papavero; scolate con cura i pomodori dall’olio, tagliateli a dadini e mescolateli ai semi di girasole; tritate le olive e mescolatele al sesamo.

A conclusione del programma, estraete l’impasto lievitato, dividetelo in 3 parti uguali e stendetelo (possibilmente con le mani o in alternativa con un matterello) ottenendo 3 rettangoli lunghi 35-40 cm e larghi circa 8 cm. Distribuite in ogni rettangolo un ripieno diverso e arrotolate il lato lungo chiudendone bene i bordi in modo da formare un cilindro.

Unite delicatamente i 3 rotoli di pasta formando una treccia da disporre in una teglia rivestita con carta da forno, spennellatela con un po’ dell’uovo battuto e lasciatela lievitare fino a quando sarà ben gonfia (dipende dal calore dell’ambiente, 4-8 ore). Infornate la treccia a 190 °C per 40 minuti circa.

Una volta intiepidita, portatela in tavola e tagliatela a fette. 

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 36


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Categorie: Autoproduzione e Riciclaggio creativo,Decrescita










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