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DAL LANCET: PER L'AMBIENTE E LA SALUTE, OCCORRE PIU' CHE DIMEZZARE IL CONSUMO DI CARNE

nutritionecology.org - 23/09/2007




Nel numero del 13 settembre della rivista scientifica internazionale "The Lancet", l'articolo "Cibo, allevamenti, energia, cambiamenti climatici e salute" mostra quanto questi aspetti siano correlati tra loro e quanto sia urgente una diminuzione drastica del consumo di carne per evitare il disastro ambientale. E la responsabilit, sottolineano,  di tutti.

Nell'abstract, gli autori - scienziati di varie universit in Australia, Gran Bretagna e Cile - spiegano che il cibo fornisce energia e nutrimento, ma anche per produrlo occorre spendere energia e la quantit di energia spesa per unit di energia ottenuta dal cibo  in continuo aumento. In alcuni paesi l'energia totale spesa per la produzione di cibo  molto superiore a quella ottenuta dal cibo stesso, il che non  ormai pi sostenibile.

Nel mondo, le attivit agricole, in special modo l'allevamento del bestiame, sono responsabili per circa un quinto del totale delle emissioni di gas serra, che contribuiscono al cambiamento climatico. Questo equivale al carico dell'industria, ed  maggiore di quello causato globalmente dai trasporti.

La proposta degli autori  quella di una strategia di contrazione dei consumi e convergenza verso un livello di consumo sostenibile. L'attuale media globale dei consumi di carne  di 100 grammi al giorno per persona, ma con molte differenze (anche di 10 volte) tra le varie regioni del mondo (vedi schema sottostante).

L'unica soluzione  dunque quella di ridurre il consumo di prodotti animali da parte dei paesi pi ricchi, e fissare una soglia da non superare per i paesi in via di sviluppo, in modo che tutti i paesi convergano verso lo stesso livello di consumo, molto pi basso di quello attuale dei paesi ricchi: non pi di 90 grammi di carne al giorno pro-capite.

Consumi giornalieri di carne pro-capite in grammi
Africa - 31
Asia meridionale e orientale - 112
Asia occidendale (compreso il medio oriente) - 54
America Latina - 147
Paesi in via di sviluppo (media) - 47
Paesi sviluppati (media) - 224
Totale - 101

Per arrivare a 90 grammi, nei paesi industrializzati come l'Italia, occorre dunque pi che dimezzare il consumo di carne, per la precisione arrivare a un consumo che sia del 40% rispetto all'attuale. 

La conclusione degli scienziati, con la quale il NEIC - Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione - non pu che essere d'accordo, e che far il possibile per diffondere e sostenere,  che il problema del cambiamento climatico richiede risposte forte e radicali. Come sostengono gli autori dell'articolo, all'obiezione secondo cui la diminuzione dei consumi e la convergenza verso un livello comune non potr funzionare perch la gente ama mangiare carne, si deve rispondere con l'urgenza e la necessit estrema di un cambiamento per fermare un problema ben pi serio delle preferenze alimentari delle persone.

Le persone pi informate, nei paesi ricchi, specie in Gran Bretagna, stanno gi dimostrando di voler ridurre il consumo di cibi animali, a quanto sembra soprattutto per prevenire il rischio di malattie cardiovascolari.

Naturalmente, aggiungono gli esperti del NEIC, maggiore sar la contrazione dei consumi di alimenti animali, maggiore sar il benessere che si pu raggiungere da ogni punto di vista: impatto sull'ambiente, consumo di risorse ed energia, salute, benessere degli animali.

Fonte: NEIC - Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione
info@nutritionecology.org
24 settembre 2007

 

 

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Categorie: Ambiente,Alimentazione e salute








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