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La modulazione fisiologica di ossigeno “on demand”

Eugenio Luigi Iorio, MD, PhD - Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo




Il nostro stato di salute – inteso non come semplice assenza di malattia, ma come sensazione percepita di completo benessere psico-fisico e socio-culturale, in armonia con la Natura e l’ambiente circostante – è oggi sempre più seriamente minacciato dall’esposizione agli effetti potenzialmente nocivi di agenti di natura fisica (radiazioni ultraviolette, campi elettromagnetici, etc.), chimica (benzene, diossina, pesticidi, fumo di sigaretta, metalli pesanti, etc.) e biologica (virus, batteri, funghi, tossine, etc.).
Su un terreno geneticamente favorevole, complici spesso lo stress emotivo/relazionale ed uno stile di vita incongruo (alimentazione scorretta, abitudini viziose, attività fisica inadeguata), tali agenti possono alterare l’omeostasi dell’organismo a vari livelli (sistemi, organi, tessuti, cellule, organuli cellulari, molecole) e, attraverso differenti meccanismi, in primis la ridotta biodisponibilità di ossigeno – la “Cenerentola” dei nutrizionisti – indurre o favorire uno stato di malattia.
Infatti, l’abbassamento della pressione parziale di ossigeno al di sotto della soglia critica di 60 mm di mercurio nel sangue arterioso favorisce la degradazione cellulare del glucosio non ad anidride carbonica ed acqua ma ad acido lattico che, accumulandosi nel microcircolo, attiva inizialmente, attraverso l’abbassamento del pH, importanti meccanismidi compenso, quali la riduzione sia delle resistenze periferiche, con conseguente aumento del flusso sanguigno, sia dell’affinità dell’emoglobina nei confronti dell’ossigeno, con conseguente aumento della biodisponibilità del prezioso gas.
Tuttavia, se non corretta, la microacidosi indotta dall’ipossia favorisce il rilascio dalle rispettive proteine carrier (trasferrina e ceruloplasmina) di metalli di transizione (ferro e rame) responsabili della trasformazione degli idroperossidi circolanti – prodotti dell’insulto ossidativo cellulare e non più adeguatamente rimossi dagli enzimi antiossidanti, quali la glutatione perossidasi, GPx, – in radicali liberi dell’ossigeno (Reactive Oxygen Species, ROS) potenzialmente lesivi anche per la matrice extracellulare, con esito finale nella cosiddetta disfunzione endoteliale, momento patogenetico comune a tutte le malattie cardiovascolari.
Purtroppo, sia gli approcci tradizionali volti ad aumentare, in caso di ipossia, il livello di ossigenazione tissutale, quali ad esempio, la terapia iperbarica, sia i trattamenti antiossidanti convenzionali ad alto dosaggio volti a contrastare, in caso di iperossia, l’esuberante produzione di ROS, possono, paradossalmente, aumentare il rischio di stress ossidativo. Persino i trattamenti antiossidanti convenzionali, se basati sull’impiego di dosaggi elevati, possono, paradossalmente, indurre un effetto pro-ossidante. E’ questo il caso della vitamina C che, somministrata a dosi superiori a quelle previste dalla razione giornaliera suggerita dai nutrizionisti per la popolazione di appartenenza (LARN o RDA), induce un aumento dei livelli di perossido di idrogeno all’interno delle cellule che, per potersi difendere, “bruciano glucosio” (necessario per riciclare il glutatione, cofattore della GPx) e lo sottraggono alla glicolisi; ne consegue un deficit energetico che può condurre anche all’apoptosi.


In questo scenario, Cellfood® – integratore alimentare multifunzionale di natura colloidale contenente disciolta in fase disperdente acquosa una miscela complessa di amminoacidi, enzimi ed oligoelementi, in particolare selenio, accuratamente selezionati, ricavati da alghe della specie Lithothamnium calcareum viventi in ecosistemi marini praticamente incontaminati – appare come il promettente prototipo di una nuova classe di nutraceutici, i “modulatori fisiologici”, ossia agenti potenzialmente in grado di prevenire o rallentare, attraverso una fine regolazione di funzioni biochimiche chiave (es. permeabilità di membrana, trasduzione dei segnali, metabolismo energetico, etc.) la comparsa ovvero influenzare in senso favorevole l’evoluzione di una serie di malattie, spesso a carattere degenerativo e ad andamento cronico, come quelle associate allo stress ossidativo.
Infatti, sulla base degli studi in vitro (test dell’ossigeno disciolto e del potenziale biologico antiossidante) ed in vivo (nei vari studi clinici sugli atleti, sugli asmatici, sui fumatori, sui fibromialgici e sugli obesi), e che sono la sommatoria di valutazioni di tipo clinico, strumentale e laboratoristico, Cellfood® può effettivamente favorire un corretto uso dell’ossigeno e contrastare lo stress ossidativo che ne rappresenta l’evento indesiderato più temibile. La conferma di quanto qui postulato è emersa recentemente dai risultati di un recente studio eseguito presso l’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano. Inoltre, Cellfood®, accanto alla favorevole azione esercitata nei confronti delle cellule endoteliali, degli eritrociti e dei linfociti, in virtù della sua natura colloidale, presenta una straordinaria affinità con i componenti strutturali della matrice extracellulare, la quale potrebbe in varia misura spiegare l’azione drenante e disintossicante attribuita alla formulazione.
Cellfood® è un integratore alimentare naturale notificato e registrato presso il Ministero della Salute. Non essendo un farmaco, esso non possiede “indicazioni” nel senso stretto del termine né può sostituirsi ad alcun trattamento medico. Esso è suggerito come coadiuvante, nel contesto di uno stile di vita salutare, basato su una sana alimentazione ed un esercizio fisico regolare, in tutte le situazioni di carenza nutrizionale (da stress psicofisico, diete squilibrate, etc.), nei disturbi legati ad un’ossigenazione insufficiente dei tessuti (es. cefalea, difficoltà di concentrazione, astenia, etc.), nei casi di aumentata produzione di radicali liberi e/o carenza di antiossidanti (da malattie infiammatorie, degenerative, metaboliche o terapie mediche, es. pillola, associate a stress ossidativo), nella disfunzione endoteliale (da patologie cardiovascolari), nei deficit immunitari, nelleintossicazioni croniche (es. da alcol o farmaci), nella sindrome da ipersensibilità chimica multipla, nella fibromialgia e nelle allergie alimentari. Esso, infine, può essere utile nel contesto di protocolli di disintossicazione, drenaggio, depurazione, e, in particolare, nel supporto nutrizionale dell’attività sportiva, amatoriale o agonistica.
Negli adulti Cellfood® – dispensato al pubblico in flacone da 30 mL, sufficiente per circa 30 dosi giornaliere – va assunto seguendo un protocollo crescente scalare che parte da 1 goccia fino a raggiungere 8 gocce, tre al giorno, per una dose quotidiana, quindi, che varia da 3 fino al massimo di 24 gocce. Il passaggio al dosaggio immediatamente superiore deve avvenire gradualmente, a giorni alterni, senza soluzione di continuo.
Grazie alla sua formulazione in gocce che, rispetto a quella in polvere o in capsule o in compresse della stragrande maggioranza degli integratori, garantisce una migliore biodisponibilità dei principi attivi, Cellfod® può essere adattato posologicamente alle più diverse esigenze di chi l’assume, per un trattamento personalizzato. Specifici protocolli, poi, sono stati elaborati per coloro che soffrono di fibromialgia, o altre condizioni morbose. In queste e particolari altre situazioni, poi, come ad esempio nello sport, Cellfood® può essere associato ad una o più formulazioni della sua linea, sia sistemiche (MSM, SAMe, SILICA, DNA-RNA, MULTIVITAMINE, VITAMINA C, DIET SWITCH) che topica (OXYGEN GEL), che soddisfano ampiamente le linee guida dell’Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo per la gestione dello stress ossidativo nella pratica clinica. Esse, sia per l’apporto delle innumerevoli e preziose sostanze – ormai difficili da ritrovare nell’alimentazione di tutti i giorni – sia per la qualità ampiamente garantita dei suoi singolicomponenti, forniscono una soluzione altamente innovativa per una corretta e sana integrazione alimentare quotidiana.

 

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Categorie: Alimentazione e salute

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