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Nucleare, o acqua salata?

Massimo Mazzucco - 18/07/2007




Due notizie recenti, messe una accanto all’altra, sembrano provenire da due pianeti diversi.

Da un lato abbiamo l’unica nazione al mondo ad aver sofferto un attacco nucleare che continua imperterrita a trastullarsi con i reattori atomici, pur essendo seduta su una faglia tettonica che provoca una media di cento scosse telluriche all’anno. Dopo Stati Uniti e Francia, il Giappone è il terzo paese al mondo per quantità di energia ricavata dal nucleare, ed incidenti come quello di ieri a Kashiwazaki – dove un forte terremoto ha causato la fuoriuscita di liquido radioattivo, che ha finito per inquinare le acque marine – non sembrano scomporli più di tanto.

D’altronde, le risorse di carbone minerale e di idrocarburi in Giappone sono pressochè nulle, e una sorta di fatalismo generalizzato ha dovuto in qualche modo rimpiazzare le preoccupazioni che regolarmente emergono fra chi abita vicino ad una centrale atomica.

L’altra notizia, già stupefacente di per sè, rende la prima - appunto - degna di una altro pianeta. Come si può vedere dal filmato un tranquillo pensionato, ex-ingegnere appassionato di onde radio, ha scoperto come ricavare energia dall’acqua salata. Ma la cosa più sconcertante è che la sua scoperta è stata del tutto casuale: John Kansas infatti stava lavorando ad un progetto per riuscire a “marchiare” in qualche modo le cellule cancerogene, utilizzando certe precise radio frequenze, per isolarle da quelle sane e permettere una terapia mirata che sostituisse l’assalto generalizzato di radio e chemioterapia, notoriamente dannosi quasi quanto il cancro stesso.

Mentre sviluppava il suo progetto, Kansas si è accorto che quella specifica radiofrequenza era in grado di incendiare – letteralmente - l’acqua salata, innescando una combustione in grado di produrre calore per molto tempo.

Non tutti gli aspetti dell’invenzione sono chiari, e ci sarà subito chi sosterrà che magari ci vogliono più kilowatt per generare la frequenza desiderata di quanti ne escano dall’acqua che brucia il sale. Ma questo non è il primo caso in cui un inventore scopre sorgenti impensabili di energia vicino al composto più semplice che esista sul nostro pianeta: idrogeno e ossigeno. Se poi si rivelasse che davvero è l’acqua salata a contenere la soluzione ai nostri problemi energetici, i giapponesi potrebbero sicuramente liberarsi di tutte le centrali atomiche in un colpo solo: di acqua salata loro sono letteralmente circondati.

 

 

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Categorie: Economia delle Grandi Opere,Ambiente


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