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Saper leggere l'etichetta

La passata di pomodoro

Monica Rossi - 27/05/2007




La passata di pomodoro è uno dei prodotti confezionati più utilizzati in Italia, ci sono degli indicatori di qualità che possono aiutarci a scegliere e acquistare meglio questo e altri prodotti preconfezionati. Ad esempio l’indicazione del residuo secco che indica ciò che resta del vegetale solido dopo aver fatto evaporare tutta l’acqua. Le conserve con residuo secco più elevato hanno in genere più pomodori e sono di qualità superiore rispetto a quelle con residuo fisso più basso. A volte il residuo secco è indicato in etichetta, anche se non è obbligatorio: più il valore supera il 7 per cento e più la passata è da considerare buona. In ogni caso, spesso la consistenza è grosso modo visibile anche ad occhio. Nelle confezioni è riportata l’indicazione del lotto di produzione: una lettera seguita da un numero che varia da 1 a 365. Il numero indica il giorno dell’anno in cui è stata prodotta la passata, la lettera che lo precede identifica l’anno. Es. D.223: D identifica l’anno 2005 e il 223 il 223° giorno dell’anno, l’11agosto, in piena stagione di raccolta. Se il lotto è D.303, la produzione è avvenuta il 30 ottobre, data un po’ posticipata rispetto alla raccolta del pomodoro. Inoltre la legge proibisce l’aggiunta di coloranti, anche se privi di nocività, ai prodotti derivati dal pomodoro. Il colore che si osserva è quindi quello del pomodoro, una passata di un bel rosso vivo sta a indicare che sono stati impiegati pomodori adatti e lavorati a un giusto grado di maturazione In un prossimo futuro sarà probabilmente possibile vedere indicato in etichetta un altro criterio di qualità: il residuo ottico. Questo termine di valutazione è influenzato positivamente dalla quantità di zuccheri presenti nel prodotto finale. Gli zuccheri sono un elemento nutrizionale che, a sua volta, dipende dalla maturazione ottimale dei pomodori. Se il residuo ottico avrà un valore di 8 o superiore, sarà segno evidente che la passata è stata fatta con materia prima di qualità e al giusto punto di maturazione.

Infine sulla confezione di alcuni prodotti freschi è scritto “da consumarsi preferibilmente entro”, questa dicitura indica la durata minima entro la quale l’alimento in corrette condizioni di conservazione non altera le sue specifiche proprietà nutrizionali e organolettiche. Il suo superamento non significa che il prodotto non è più sicuro. Differente è la dicitura “da consumarsi entro” riportata su quei prodotti il cui contenuto è altamente deperibile e che oltre quel tempo, pur in condizioni di buona conservazione, non è suggeribile consumarli per aspetti di ordine microbiologico o comunque salutistico.

 

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Categorie: Ambiente,Alimentazione e salute





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