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Non è colpa dei bambini: disattenzione, iperattività e ADHD

Di che cosa parliamo quanto abbiamo a che fare con i disturbi psichici infantili? Il libro di Stefano Scoglio "Non è colpa dei bambini" ci propone un quadro estremamente chiaro e soluzioni nuovi: per curare, quando necessario partendo dall'alimentazione

Stefano Scoglio - tratto da CONSAPEVOLE 9 - 12/11/2007




L’Emea, l’Agenzia europea per il farmaco, ha da poco (novembre 2006) abbassato da 18 a 8 anni l’età a partire dalla quale poter somministrare Prozac e similari
Conseguenza: la dipendenza si crea in tenera età e il mercato si allarga a dismisura.
Farmaci facili per diagnosi toppo disinvolte: a tutto vantaggio delle multinazionali del farmaco.
Ma di che cosa parliamo quanto abbiamo a che fare con i disturbi psichici infantili? Il libro di Stefano Scoglio Non è colpa dei bambini (Macro Edizioni) ci propone un quadro estremamente chiaro e una chiave interpretativa nuova: per curare, quando necessario, in modo alternativo: partendo dall’alimentazione.

Bambini difficili, iperattivi, irrequieti, che fanno fatica a concentrarsi, a prestare attenzione, a rimanere seduti e quieti in classe.
Chiunque abbia un figlio in età scolare o abbia in qualche modo a che fare, anche marginalmente, con il mondo della scuola primaria, sa che in ogni classe almeno uno o due bambini rispondono a questa descrizione. Il pensiero comune e vulgato, il mainstream contemporaneo, creato e rafforzato dai media, dalla medicina e dalla scuola, ha predisposto, per questi bambini, una strada segnata: quella della malattia.
Bambini con problemi psichiatrici, con una patologia specifica, quasi creata apposta per loro, chiamata ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o Sindrome del Deficit dell’Attenzione
e dell’Iperattività
, da trattare nell’immediato con il Ritalin, un potente psicofarmaco a base di metilfenidato – ovvero anfetamina – che negli USA ha già schiavizzato 11 milioni di bambini.
Come impedire che molti bambini – considerati, fino a pochi anni fa, solo particolarmente vivaci – possano subire una medicalizzazione di massa a base di psicofarmaci, sin dalla tenera età di otto anni?
Secondo Stefano Scoglio – esperto di nutrizione e fitoterapia, autore del recentissimo Non è colpa dei bambini. Disattenzione, iperattività e ADHD: il ruolo della nutrizione, Macro Edizioni 2007 – occorre in primo luogo agire sulle parole: l’ADHD non è una patologia ma piuttosto una sintomatologia vaga e diffusa che non va sottovalutata per cui è preferibile parlare, invece di bambini malati, di bambini “difficili o in difficoltà”. «L’approccio farmacologico e l’uso devastante degli psicofarmaci – dice Scoglio – è da criticare, anche in bambini piccoli; ma va messo in discussione, anche se in misura notevolmente minore, l’approccio puramente psicologico, che arriva anche a negare che esista un problema, o che comunque afferma che sia possibile risolverlo solo con il dialogo. È necessario dimostrare come l’aspetto nutrizionale, nelle sue componenti di “nutrizione negativa” (tossine ecc.) e di crollo della “nutrizione positiva”, rappresenti una componente centrale del problema “bambini iperattivi e/o disattenti».

Di cosa parliamo quando parliamo di ADHD?
«Secondo il NIMH (National Institute of Mental Health, USA), leader nel mondo della promozione della patologia ADHD – scrive Scoglio nel suo libro – questa presunta patologia coinvolge tre elementi principali: defcit di attenzione; iperattività; impulsività.
La combinazione di questi tre elementi dà vita alla definizione di tre sottogruppi:tipo prevalentemente iperattivo-impulsivo; tipo prevalentemente incapace di attenzione; tipo combinato (iperattivo e incapace di attenzione).
Per quanto riguarda i tre elementi, essi vengono definiti come segue:
Iperattività - Sempre in movimento; parlano incessantemente; non riescono a stare seduti a lungo; hanno bisogno di essere sempre occupati.
Impulsività - Incapaci di dominare le reazioni, o di pensare prima di agire; emettono commenti inappropriati; agiscono senza valutare le conseguenze; sono un po’ bulli.
Deficit di attenzione - Si annoiano dopo pochi minuti; non riescono a concentrarsi su un compito alla volta. Sono molto attenti se fanno qualcosa che piace loro, ma fanno fatica a fare i compiti o ad apprendere qualcosa di nuovo. “Sognatori a occhi aperti”; confusi, letargici.

Un’invenzione dell’industria farmaceutica
«Si badi – segue Scoglio – che i termini usati sopra non sono miei, ma proprio quelli usati dagli scienziati dell’NIMH, e non sembrano davvero molto “scientifici”. Si tratta di comportamenti che, in maniera più o meno intensa, sono sempre esistiti, sia come caratteri propri di qualsiasi bambino normalmente vivace, sia, nelle forme più intense, come caratteristiche di un certo numero di bambini più problematici, ma certo non per questo “malati”. Inoltre, quelle descritte sopra sembrano proprio essere caratteristiche che definiscono il bambino in quanto tale: impulsività-spontaneità, mancanza di responsabilità come sperimentazione dei limiti; sognare a occhi aperti ecc. Così, a causa della vaghezza e debolezza della sua definizione, il NIMH si affretta ad aggiungere che queste caratteristiche devono essere presenti tutte assieme per ogni sotto-gruppo; e che devono prorogarsi per almeno sei mesi. Tuttavia, anche così, i conti non tornano, perché al massimo questo prefigura situazioni di aggravamento della difficoltà del comportamento, senza che vi sia una vera e propria alterazione patologica sufficiente a definire una malattia in senso formale. Questa vaghezza e mancanza di scientificità nella definizione dell’ADHD dà ampio spazio all’accusa di “malattia inventata”. Con la definizione di ADHD perseguita dalle autorità sanitarie, il nostro Gianburrasca, anziché eroe letterario e televisivo, sarebbe già da un pezzo in un ospedale psichiatrico!

Negli USA ci sono 2 milioni di bambini diagnosticati come ADHD, ma fino a 11 milioni di bambini usano Ritalin. In Germania – che alcuni anni fa aveva affermato di non voler riprodurre gli eccessi americani – oggi vi si consumano 13,5 milioni di dosi giornaliere di Ritalin


Inutile illudersi che in Italia si possa evitare il rischio che accada quello che è già successo negli USA, e cioè che ogni bambino in qualche modo difficile, fatto rientrare a forza nei parametri vaghi e manipolabili di una “patologia” vaga e indefinita, venga sottoposto all’uso dello psicofarmaco. È vero che si sta formando un ampio movimento di opinione trasversale contro i rischi e i possibili abusi psicofarmacologici nell’ADHD, anche grazie all’azione di associazioni come “Giù le mani dai bambini”, alla quale hanno aderito esponenti di destra e di sinistra. Tuttavia, spesso neppure una opinione pubblica trasversale riesce a farcela contro il potere del legame che si instaura tra le potenti lobbies economiche e le loro controparti politico-burocratiche.»

Tra patologia e fisiologia
L’ADHD non deve dunque essere considerato una malattia, a meno che non vogliamo ritrovarci, tra dieci anni, con una generazione di giovani cronicamente depressi e tossicodipendenti di Stato. Ma non possiamo neppure fare finta che il problema non esista. Tra patologizzazione e negazione è possibile percorrere una terza via, una via che deve essere messa a disposizione di insegnanti, genitori e medici per fermare la dilagante macchia d’olio dello psicofarmaco: considerare i bambini difficili come rientranti in una sintomatologia con possibili basi fisiologiche soft.

Secondo il rapporto OMS-UNICEF 2005 in Italia circa il 17% degli “under 18” soffre di disturbi mentali. In particolare i problemi dell’apprendimento riguardano circa il 6% della popolazione pediatrica, quelli del comportamento l’1,6%, i disturbi pervasivi dello sviluppo incidono per lo 0,8%. I disturbi psichici infantili riguardano l’8% dei bambini. L’ADHD riguarderebbe circa il 4% dei bambini


«È vero che non ci sono basi biochimiche (difetti cerebrali, alterazioni genetiche ecc.) – continua Stefano Scoglio – che accomunano i bambini più o meno difficili (e a volte, come riconosciuto da molti, magari più o meno geniali!); e che dunque non si possa definire una patologia unitaria, come avviene ad esempio quando si parla di diabete. Ma ciò non toglie che, soprattutto nei casi delle alterazioni comportamentali più gravi che caratterizzano i bambini davvero difficili, o davvero incapaci di attenzione e concentrazione, esistano delle basi fisiologiche che però, prima di dover essere trattate farmacologicamente, possono essere affrontate intervenendo sui principali motori della fisiologia umana, la nutrizione nei suoi vari aspetti da un lato, e dall’altro l’intervento dialogico, psicologico e soprattutto affettivo, che certamente ha un effetto sulla nostra fisiologia.»

ADHD e nutrizione
«Fa che il cibo sia la tua medicina, e la tua medicina sia il tuo cibo». Questa affermazione di Ippocrate, padre della medicina, sembra oggi essere stata dimenticata: la medicina tradizionale tende a minimizza il ruolo dell’alimentazione per la preservazione di una buona salute.
Stefano Scoglio è dello stesso parere: «La medicina moderna ha seppellito l’essenziale rapporto tra nutrizione e salute/malattia sotto una coltre di totale ignoranza, anche attraverso la rimozione dello studio della fisiologia dai corsi di medicina. Ovviamente ci sono numerose e crescenti eccezioni, dovute però alla buona volontà dei singoli medici piuttosto che all’intenzione effettiva del sistema medico-farmaceutico. Questo vale anche per l’ADHD, dove l’effetto che la nutrizione può avere sul comportamento dei bambini difficili viene velocemente liquidato dai fautori del modello patologico-farmacologico, e troppo spesso anche dagli stessi fautori del modello puramente psicologico. Fortunatamente, la ricerca moderna, soprattutto attraverso la branca definita come “nutriceutica”, che studia gli effetti fisiologici e “natural-farmacologici” degli alimenti, sta riportando la nutrizione all’attenzione della medicina.»
I cibi che ingeriamo e che dovrebbero fornire i nutrienti necessari al nostro organismo (nutrizione positiva) per vivere in salute (vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi, ma anche svariate altre molecole) risultano impoveriti da decenni di agricoltura chimica ed intensiva. Per contro ci troviamo ad ingerire diverse sostanze più o meno tossiche (nutrizione negativa), sia per via alimentare (pesticidi, fertilizzanti, coloranti, grassi idrogenati ecc.), sia per via ambientale (metalli pesanti nell’acqua potabile, nei medicinali e vaccini, nei fumi di scarico delle auto ecc.). La bilancia pende dunque a favore dell’alimentazione negativa che ingenera nel nostro organismo meccanismi di ossidazione, e cattiva assimilazione dei nutrienti. Questo squilibrio – come Scoglio dimostra ampiamente nel libro – è da considerarsi come una delle cause fondamentali della sintomatologia ADHD.
«Visti i precedenti degli altri paesi – conclude Scoglio – la battaglia per difendere i nostri figli dagli abusi dell’industria farmaceutica sarà durissima, e anche se sarà difficile vincere la “guerra”, è importante vincere quante più “battaglie” possibile, a cominciare da ciascuno di noi. Mi auguro che sempre più genitori decidano di informarsi e di attivarsi per far crescere e diffondere la consapevolezza della gravità di questo tragico problema che si chiama ADHD, ovvero farmacologizzazione distruttiva dei nostri bambini.»

Per saperne di più
Gli italiani dicono no agli psicofarmaci ai bambini
«Psicofarmaci ai bambini italiani, è uno scandalo! – dice Luca Poma, portavoce di Giù le mani dai bambini, la più nota e visibile campagna di vigilanza sul farmaco attiva in Italia. “Troppi e somministrati con troppa leggerezza. In cinque anni in Italia la prescrizione di psicofarmaci ai bambini è aumentata addirittura del 280 per cento. Negli Usa, dove i bambini in terapia sono più di undici milioni, l’aumento è stato del 150 per cento. Ma gli scandali non finiscono qui: si stanno aprendo in Italia, su tutto il Territorio, 82 Centri per la somministrazione di psicofarmaci ai bambini ‘iperattivi’. E pensare che le Autorità di controllo sanitario avevano garantito di istituire un solo Centro di eccellenza per regione, in modo da prevenire gli abusi. E il rosario degli scandali continua: l’Emea, l’Agenzia Europea per i farmaci, ha autorizzato la somministrazione del Prozac, la discussa e potente ‘pillola della felicità’, ai bambini già da otto anni, dopo appena 4-6 sedute di psicoterapia senza risultati. Di scandalo, in scandalo: le scuole non hanno risorse per affrontare il problema dei ‘bambini-giamburrasca’ e così si sono già registrati i primi casi di alunni allontanati da scuola.»
Giù le Mani dai Bambini ha recentemente svolto un sondaggio fra 1600 italiani dai 16 ai 65 anni di età chiedendo il loro parere sull’uso degli psicofarmaci ai bambini. Il 97 per cento ha detto “no” all’uso degli psicofarmaci per risolvere i disagi psichici dei minori. Il 97,1 per cento ha detto che le diagnosi fatte oggi con i questionari non sono affidabili.

Per saperne di più
Lo scandalo dei centri di riferimento regionale
Rispondendo alle interrogazioni parlamentari sulla questione della somministrazione degli psicofarmaci ai bambini, l’allora ministro della Salute Storace affermò che, proprio per evitare l’uso incontrollato degli psicofarmaci nei confronti dei bambini diagnosticati come ADHD, e per evitare che la somministrazione di tali farmaci potesse essere lasciata a qualsiasi medico indiscriminatamente, anche non specialista, come avviene negli USA, il Governo intendeva promuovere la costituzione di Centri di riferimento regionale, specializzati nelle patologie neurologiche infantili, e dunque adatti ad identificare coloro che hanno davvero bisogno dell’intervento farmacologico.
Dato che l’esigenza sottostante a tale approccio è chiaramente quella di minimizzare il rischio di eccessi nella somministrazione dello psicofarmaco, pareva logico che si sarebbe proceduto alla costituzione di un solo centro per Regione, che certo avrebbe potuto facilmente gestire una piccola percentuale di bambini davvero gravi.
E invece, già dopo pochi giorni dal Decreto governativo in questione, fu annunciato che la Regione Veneto aveva approvato ben dodici Centri di riferimento regionale! È noto che gli organismi burocratici, proprio come gli organismi viventi, sono retti dal principio di autoconservazione e autoriproduzione. Un ufficio che nasce per identificare bambini ADHD e per trattarli nell’unico modo ufficialmente accettato, ovvero la somministrazione di psicofarmaci, farà di tutto per trovare quanti più bambini ADHD e per somministrare quanti più farmaci possibile (certamente aiutati in questo dai numerosi incentivi offerti dal sistema medico-farmaceutico). Dunque, è facile capire
come dodici Centri anziché uno significa che ci saranno quasi sicuramente dodici volte più bambini classificati come ADHD e dodici volte più farmaci somministrati!

L'autore
Stefano Scoglio
, Ph.D., è esperto di nutrizione e fitoterapia ed è il direttore del Centro di Ricerche Nutriterapiche di Urbino.

L'evento
Convegno: “Bambini diversamente vivaci: patologia o risorsa?”
Comitato “Giù le Mani dai Bambini Onlus” - www.giulemanidaibambini.org

Sotto l’Alto Patronato del Presidente del Parlamento Europeo
L’iniziativa ha ricevuto la “Targa d'Argento” del Presidente della Repubblica Italiana
Patrocinii: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio; Regione Lazio; Provincia di Roma, Comune di Roma, Assessorato allo Sviluppo delle Politiche per la Famiglia e l’Infanzia; Comune di Latina; Ordine Nazionale dei Giornalisti, Consiglio Nazionale
Relatori:

    * Antonio Addis, Agenzia Italiana del Farmaco
    * Claudio Ajmone, Psicologo, Fondatore dell’Osservatorio Italiano Salute Mentale
    * Federico Bianchi di Castelbianco, Psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva
    * Luigi Cancrini, Psichiatra, membro della Commissione Bicamerale per l’Infanzia
    * Cinzia Caporale, Comitato Nazionale per la Bioetica
    * William B. Carey, Professore di Pediatria Clinica, Università della Pennsylvania (USA)
    * Emilia Costa, I Cattedra di Psichiatria, Università di Roma “La Sapienza”
    * Maria Colombo, Pediatra, docente dell’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AIOT)
    * Piero Crispiani, Pedagogista, Professore di Pedagogia Clinica, Università di Macerata
    * Dario Forasassi, Avvocato del Foro di Bologna
    * Paola Guerci, Presidente degli Istituti Socio-Assistenziali di Santa Maria in Aquiro
    * Enrico Nonnis, Neuropsichiatra Infantile, componente di Psichiatria Democratica
    * Pietro Panei, Istituto Superiore di Sanità
    * Luca Poma, Giornalista scientifico, Portavoce Nazionale della Campagna “Giù le Mani dai Bambini”
    * Paolo Roberti di Sarsina, Psichiatra, Esperto per le Medicine Non Convenzionali del Consiglio Superiore di Sanità
    * Stefano Scoglio, Centro di Ricerche Nutriterapiche di Urbino

Modera: Orlando Perera, Giornalista RAI
Roma, martedi 20 novembre 2007, ore 9.30, Campidoglio, Sala “Giulio Cesare”
Per informazioni: www.giulemanidaibambini.org


Libri consigliati
Stefano Scoglio
Non è colpa dei bambini
Disattenzione, iperattività e ADHD: il ruolo della Nutrizione
Macro Edizioni, 2007

Heinrich Kremer
Ritalin e Cervello
I disastrosi effetti del narcotico Ritalin e le sue conseguenze sul cervello
Macro Edizioni, 2003

David Kirby
La Prova Evidente del Danno
La prova evidente del grave danno, provocato dai vaccini, alla salute dei bambini
Maro Edizioni, 2006

Marco Bertali
Psichiatria come Medicina dell'Anima
Guida alla salute psichica e all'evoluzione psico-spirituale. Un manifesto per Psiche e contro l'industria e il mercato del cerebrofarmaco (ex psicofarmaco)

Macro Edizioni, 2006

 

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Categorie: Alimentazione e salute,Critica al Sistema Sanitario

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Commenti

E' uno scandalo gigantesco. Il fatto che gli psicofarmaci siano droghe legali somministrate da veri medici con tanto di laurea in medicina persino ai bambini e agli adolescenti, oltre che agli adulti. E' il numero è di milioni o anche decine di milioni di minorenni che assumono queste sostanze. Anche io ho cominciato a prenderli da adolescente a 15 anni pensando che facevano bene perchè pensavo fossero farmaci non droghe. Insomma non certo per abusarne, come credo non li prendano per sballare i bambini che li assumono. Li prendiamo perchè gli psichiatri, veri medici, li raccomandano.

Silvio Marchetti - 5 marzo 2012

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