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Castel Merlino, cohousing incantato

Casa e orto in comune, ma anche vita partecipata e condivisione umana sono le caratteristiche di questo borgo

Grazia Cacciola - 11/03/2015




Castel Merlino è un piccolo borgo di case in pietra, in parte ancora da ristrutturare, che fa parte del comune di Monzuno, tra Bologna e Firenze. Un luogo incantato con casolari risalenti al XV secolo e due famiglie che lo abitano già stabilmente.

Tante le iniziative nate negli anni, perché Castel Merlino non vuole essere una comunità isolata ma parte integrante del tessuto umano della zona. 

Il borgo si trova su un poggio da cui si gode una vista meravigliosa e, mentre ne parlo con Giovanna, una degli abitanti del borgo, anche uno splendido tramonto rosso fuoco, come mi fa subito notare.
 

La partenza in salita 

Giovanna con suo marito è arrivata dalla città, da un appartamento, e qui vive nella casa ristrutturata che condivide la corte con la famiglia di Francesca, primi ri-abitanti del posto dato che i bimbi dovevano iniziare la scuola lì.

Il percorso per arrivare da un appartamento di città a questa vita completamente diversa dal punto di vista umano e abitativo è stato lungo, mi racconta Giovanna: quando lanciarono l’idea anni fa, si fecero avanti in molti. Poi come spesso accade in questi progetti, alcuni si ritirarono, fino a essere un gruppo di sette famiglie. Ma restarono solo due nuclei famigliari a definire realmente il progetto di acquisto e di vita quassù. Le due famiglie sono quindi in cerca ancora di nuovi compagni di avventura che abbiano voglia e mezzi per condividere un’esperienza di cohousing per tutto l’anno.

Un cohousing particolare, basato più sulla condivisione umana e di vicinato, sul reciproco aiuto e comprensione che non sulla classica condivisione della lavatrice dei cohousing di città. Mentre parliamo qualcuno è influenzato, qualcun altro si offre subito di andare a prendere i bimbi a scuola, passa qualcuno a dire cosa ha fatto oggi nell’orto (quello sì in comune e molto grande, così la gestione è divisa tra tutti e se uno non può, fa l’altro, senza nemmeno chiedere).

Un cohousing per condividere la vita 

L’idea inizialmente, nel 2008, era quella di fare un progetto che fosse più un cohousing che un ecovillaggio e oltre alle difficoltà burocratiche del ristrutturare un borgo isolato, all’impegno economico e mentale nel farlo, hanno dovuto affrontare anche quello delle relazioni umane.

È molto difficile, infatti, relazionarsi all’interno di un gruppo anche se si hanno le migliori intenzioni e identico fine. Le due famiglie hanno fatto molto lavoro sulle emozioni e sulla vita in comune per raggiungere l’equilibrio di oggi e ne stanno ancora facendo nella prospettiva di aprire l’esperienza ad altre famiglie.

Come conferma Giovanna, si tratta di un’esperienza difficile e arricchente, che stimola continuamente a mettersi in gioco con i propri valori.

Ridendo mi dice: «Di sicuro non è un’esperienza che rinsalda le coppie. Le difficoltà materiali ci sono, se si affrontano serenamente sono una crescita ma se ci sono altri problemi diventa un’esperienza terribile».

E ci sono gli altri, che nei condomini di città sappiamo a malapena che esistono: qui diventano il punto di riferimento, si vive una solidarietà quotidiana, si impara a stare insieme bene, ma non occasionalmente così come viene.

Intanto che si aspettano nuovi abitanti, c’è un gran fermento di attività. Hanno costruito un forno in terra cruda e ogni prima domenica del mese invitano il paese vicino a cuocere il pane: chi vuole si aggrega e magari impara anche a farlo.

Organizzano laboratori che vanno dalla cucina all’uso delle erbe, alle tinture naturali e che attuano ora con la neonata Associazione Castel Merlino.

Insomma, da questo borgo partono fuochi d’artificio di creatività e socialità per tutta la valle!

La ricerca di nuove famiglie 

Chiedo a Giovanna che caratteristiche dovrebbe avere un nucleo familiare che voglia venire a vivere qui, unirsi a questa esperienza di Castel Merlino.

Lei risponde: Devono essere famiglie economicamente solide e giovani, che conoscano i vantaggi e i problemi dell’acquistare case vincolate per ristrutturarle. I progetti esistono già, al momento sono rimaste due case, due blocchi abitativi per due famiglie distinte o per una molto grande. Economicamente, parliamo di una ristrutturazione che si aggira sui 3mila euro a mq, ogni singola abitazione si aggira, finita, sui 250-270mila euro.

Deve essere ovviamente la prima casa per la famiglia, abitata tutto l’anno, sapendo di avere delle parti in comune: la corte centrale, i terreni, l’orto, le arnie... Al lavoro si partecipa tutti.

Detto questo, va sottolineato che qui si scelgono in comune anche i nuovi abitanti, i quali devono avere dei valori aggiunti: volontà di creare ed esportare l’associazione umana, creare più reciprocità tra gli abitanti del borgo e il territorio circostante, evolvere umanamente facendo degli altri un punto di riferimento, a cui prestare sempre cura e attenzione. 

Per chi fosse interessato, può inviare un’email di richiesta a: asscasterlmerlino@gmail.com 

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 39


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Categorie: Decrescita


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