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Il giardino segreto della natura è ovunque

Marianna Gualazzi




Biodiversità è una parola bellissima che ci fa pensare a posti stupendi e lontani… le Galapagos, la foresta Amazzonica, il Costa Rica, il Madagascar, luoghi in cui la flora e la fauna raggiungono livelli di splendore e rigoglio non comuni.

Ma la ricchezza della vita che caratterizza il nostro pianeta la ritroviamo anche vicino a casa nostra, se sappiamo dove guardare. Io abito in città, ma in una zona in cui il centro abitato si dirada per lasciare posto alla campagna e alla prima collina, che pian piano sale verso l’Appennino.

In un pomeriggio di Ottobre ero a spasso a piedi con i miei bambini e ci siamo fermati in un parco giochi costruito da poco all’interno di una nuova lottizzazione: dove prima c’erano dei campi ora ci sono delle villette, almeno in bioedilizia.

Un lato del parco confina ancora con un campo e il campo sale verso una collina alberata. Sulla collina c’è una vecchia villa, abbandonata. Un fosso divide la pista ciclabile della zona urbanizzata da quel bel campo e dalla sua collina. I miei bambini si sono divertiti tanto sullo scivolo e sull’altalena, poi si sono diretti verso il campo. Volevano andarci ma c’era il fosso e così hanno iniziato a esplorare l’argine. Dopo pochi minuti mi sono sentita chiamare dalle loro voci festose: “Mamma, mamma vieni c’è la menta!”. Ed era vero: ce n’erano diversi cespugli, sia di menta selvatica che di menta piperita, che fa un profumo buonissimo e molto intenso. Loro se ne stavano a testa bassa a vagliare il fosso e anche io mi sono messa a guardare.

Abbiamo trovato anche della malva e dell’ortica. Poi c’erano degli arbusti di rosa canina. Abbiamo fatto man bassa di tutto e ci siamo portati a casa un bel raccolto. Con la menta piperita ci abbiamo fatto un’acqua aromatizzata; con la malva un infuso; con la ortiche una frittata e i rami di rosa canina li abbiamo messi in un vaso per decorare la casa.

Il penultimo fine settimana di Settembre sono stata con mia figlia maggiore, di otto anni, al corso di autoproduzione Fatto in Fattoria con Lucia Cuffaro nella splendida cornice della Fattoria dell’Autosufficienza: qui la biodiversità è un vero rigoglio di specie vegetali che vivono l’una accanto all’altra sapientemente avvicinate dall’uomo secondo i principi della permacultura. Non c’è nulla che ricordi una fattoria tradizionale: negli gli orti le insalate sono inframezzate agli ortaggi, alle erbe aromatiche, alle siepi, ai fiori eduli e agli alberi da frutto.

La Fattoria è un vero e proprio giardino segreto e magico, un eden, e mia figlia lo ha adorato in quei due giorni che abbiamo trascorso lì – si sa che sono più bravi di noi a cogliere il lato magico della vita e lei sostiene di aver visto anche degli elfi aggirarsi tra gli alberi del prugnolo.

Francesco Rosso – ideatore del progetto Fattoria dell’Autosufficienza – ci ha parlato di permacultura e di biodiversità. Ci ha detto che la più alta concentrazione di biodiversità è ai margini: sulla riva di un lago, per esempio, o dove i campi lasciano il posto al bosco, o ancora ai margini di un fosso. È una frase che mi ritorna in mente e alla quale ho ripensato quel giorno in cui abbiamo trovato tutto quel ben di Dio nel parco dietro casa. Ci ripenso anche quando guardo i miei figli, quando intravedo i loro mille talenti e le loro infinite potenzialità di crescita ed evoluzione.

In un mondo che ci vuole tutti omologati, rivolti al successo precoce e alla performance a tutti i costi, mi piacerebbe che loro mettessero a frutto la loro “biodiversità ai margini”, ovvero quei lati del carattere e della personalità, magari più nascosti e difficili, che li rendono ricchi, rigogliosi, unici, speciali e pullulanti di vita: proprio come un fosso tra un campo e una collina.

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 51


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Categorie: Ecologia e Localismo


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