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Inverdimento del tetto

Friedrich HUNDERTWASSER - 06/07/2007




Gli inverdimenti del tetto sono le coperture del tetto del futuro. Avere sul tetto un bosco o un prato incolto o un orto di verdure sarà una cosa ovvia. Sarà difficile riuscire a immaginarsi che ci sia stata un’epoca in cui i tetti erano morti, senza vita e senza vegetazione. È ovvio che, in seguito a una pace con la natura, a questa debbano essere restituiti territori che noi le abbiamo indebitamente sottratto. Uno di questi territori illecitamente sottratti sono i tetti, cioè le superfici intatte che noi abbiamo distrutto; dato che costruiamo, dobbiamo ripristinare sui tetti questi territori distrutti.
Ma attenzione, quella a cui noi restituiamo i suoi diritti dev’essere la natura intatta. Perché, se concludiamo un trattato di pace con la natura, dobbiamo farlo con una controparte indipendente e libera, non con uno schiavo sottomesso. La natura imbavagliata, espropriata dei suoi diritti, monocoltivata, livellata, avvelenata e “ingozzata” (sovralimentata a forza), non può essere un partner paritetico dell’uomo.
Avviene un rovesciamento. Quello che finora era accettato come giusto, cioè assoggettare la natura, non si è dimostrato soltanto sbagliato, ma mortalmente rischioso per gli stessi esseri umani. La linea diritta e le sue forme derivate producono formazioni cancerogene, non solo in architettura, ma anche in medicina.
Dev’essere ripristinato il rapporto personale diretto con la natura, a tu per tu. Questo rapporto a tu per tu ha ora un’importanza incomparabilmente più grande delle relazioni interpersonali tra gli esseri umani ed è estremamente vario (a diversi strati). Non si tratta solo del fatto che le piante ci nutrano e ci consentano la vita in tutto il mondo; per esempio, attraverso l’ossigeno che respiriamo, e con l’acqua pura che beviamo, noi impariamo dalla natura a conoscere l’essenza del creato, l’essenza della creatività. Io, da artista, divento sempre più consapevole, che la creatività della natura e la creatività dell’uomo devono essere ricongiunte, se tutti noi, come immagine di Dio, vogliamo sopravvivere su questa Terra. Nelle città, e oggi purtroppo addirittura in campagna, ci siamo talmente distanziati dalla natura, che corriamo il rischio di cessare la nostra esistenza. Soprattutto nei deserti urbani diventa un dovere assoluto rimboschire i tetti.
Troppo a lungo abbiamo vissuto secondo la massima: assoggettiamoci la natura. Ora è arrivato il momento di ritirarci da questa via sbagliata, mettendoci noi stessi al di sotto della natura, avendo cioè la natura sopra di noi, natura intonsa, invece di spianarla e distruggerla. Le tecnologie che servono a impiantare erba, bosco, giardini e alberi sulla casa, sono talmente progredite, che non c’è più alcuna giustificazione per non avere tetti d’erba. Chi non ha accesso al tetto, può inverdire la sua finestra e dare alloggio a un inquilino-albero, cioè un albero che cresce fuori dalla finestra.
In Nuova Zelanda e a Vienna, nella Loewengasse, ho introdotto tetti di erba e di bosco, che sono un completo successo. Nella Loewengasse, a Vienna, sono state dislocate 900 tonnellate di terra su 13 tetti incorniciati (trasformati in contenitori a scatola) e vi sono stati piantati 250 alberi e cespugli. Vista dall’alto, la casa è completamente verde. Ne è addirittura coinvolta, inverdita, più della superficie totale del fondo costruito, perché la piantagione si estende anche su piani ricoperti dal tetto e cinque alberi-inquilini danno altre superfici verdi.
Un inverdimento del tetto è una cosa incredibilmente positiva. Porta vantaggi, gioia e benessere, non soltanto a quelli che utilizzano un tetto verde come questo (pensate, un pezzo di prato e di bosco in mezzo alla città!), ma anche a quelli che abitano sotto a un pezzo di natura come questa: un’incredibile sensazione di gradevole calore e allo stesso tempo di frescura, una senso di sicurezza contro il  FALL OUT e le radiazioni e un profumo quasi come in un bosco, comunque senza umidità, poi, il tetto d’erba porta vantaggi altrettanto grandi anche a coloro che né lo utilizzano, né ci abitano sotto, ma godono della sua vista, i passanti, gli abitanti delle case adiacenti che, invece di tetti brulli e di edifici calvi, posano lo sguardo su radure di bosco vivente, con tutte le meraviglie della natura, che si trasforma attraverso le stagioni con foglie, germogli e profumi. Inoltre, quelli che non abitano nella casa verde hanno i vantaggi della riduzione delle polveri e del rumore, di un’aria migliore da respirare e di un migliore clima.
Per capire quanto positivo sia l’effetto di un tetto d’erba sulla psiche e sul senso di benessere, bisognerebbe aver dormito una volta sotto un tetto d’erba. È una sensazione completamente diversa di liberazione e tutto un altro senso di sicurezza (di protezione) e di molto altro di inesprimibile. Se un tetto d’erba è fatto bene, ci si risparmia per almeno una o due generazioni, qualunque lavoro sul tetto, qualunque riparazione. Si ha la bella sensazione, di aver compiuto il proprio dovere e di vivere in pace con la natura, e si dà un buon esempio.
Un’indicazione che viene dall’esperienza: il bordo, che trattiene l’appezzamento di terra del tetto verde, deve essere mantenuto scuro, cioè marrone scuro o nero – di legno trattato o di cemento, in nessun caso bianco o di colore chiaro, perché alle nostre latitudini si conciliano bene soltanto colori scuri, in particolare marrone scuro, con il verde dell’erba e con il colore della terra. Se il tetto d’erba debba essere falciato una volta all’anno, o non debba esserlo affatto, e se debba essere innaffiato o lasciato a se stesso, lo deciderà ognuno  singolarmente.
I tetti d’erba che si seccano d’estate ritornano completamente verdi, per conto proprio, in primavera e in autunno e dopo lunghi periodi di pioggia, e addirittura negli inverni senza neve. È sconsigliabile usare come strato isolante il cartone catramato, perché le radici crescono trapassandolo, e l’esperienza migliore l’ho fatta con spessi fogli di gomma, purchè siano in un pezzo tutt’intero e non siano incollati. I pezzi aggiunti sopra devono misurare almeno un metro.
La vegetazione dell’erba è ogni anno diversa, il che è molto sorprendente. L’erba tagliata, o le balle d’erba arrotolate, vengono ricambiate ogni anno da tipi d’erba e di piante diversi, grazie ai semi o al volo degli uccelli - è una trasformazione continua. Sul mio tetto d’erba, a Vienna, ho visto e fotografato api, farfalle, maggiolini, merli, e addirittura un’anatra selvatica che deponeva le uova.

 

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Categorie: Ecologia e Localismo,Ambiente




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