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OGM: il controllo degli alimenti dei popoli

Mario Fernandez - 27/04/2009




“Se controlli il petrolio, controlli le nazioni, se controlli gli alimenti, controlli i popoli”.
Henry Kissinger, Premio Nobel per la Pace nel 1973

Nella completa dominazione dell'imperialismo nordamericano ci sono attività produttive nelle quali le corporazioni multinazionali che le rappresentano hanno prodotto veri disastri umani e ambientali, non solo per molte popolazioni del resto del mondo ma anche negli stessi Stati Uniti.

Dopo la seconda guerra mondiale, l’imperialismo nordamericano si pose in posizione vantaggiosa per incrementare lo sfruttamento del resto del mondo. Le sue corporazioni minerarie, petrolifere, manifatturiere, finanziarie e delle banane [nell’originale bananeras, potrebbe anche essere un modo per dire “di poco conto” (n.d.t.), ebbero buon gioco con tutto ciò che avevano a loro disposizione, incluse la scienza, la tecnologia, la propaganda ideologica, l’estorsione e la forza militare. Si consolidò così una dominazione economica controllata da una piccola elite che proclamava a gran voce il “secolo americano”. Una delle industrie più redditizie, che si presentò come soluzione al problema della fame nel mondo, è stata l’industria dell’ agroalimentare. Nella sua presentazione come “benefattore dell’umanità” e contribuendo allo “sviluppo”, gli agroalimentari nascondono le attività più sinistre e più pericolose per l’umanità intera.

Sementi di distruzione
Nel suo libro “Seeds of Destruction The Hidden Agenda of Genetic Manipulation” (“Semi di distruzione. L’agenda nascosta della manipolazione genetica”, edito da Global Research, Center for Research on Globalizatiion, Montreal, Canada), F. William Engdahl approfondisce in maniera dettagliata lo sviluppo di quella che è cominciata negli anni ’30 del ventesimo secolo come una strategia di una elite corporativa per controllare la sicurezza alimentare del mondo, il presente e il futuro della vita sul pianeta, in una dimensione mai immaginata prima.

Engdahl mostra le importanti connessioni che esistono dentro l’industria della produzione di alimenti, industria che si è convertita in un monopolio mondiale e che è la seconda industria più redditizia degli Stati Uniti – dopo l’industria farmaceutica. Questo gran commercio americano comincia con un’iniziativa per aumentare l’arricchimento e il potere, nella fondazione Rockfeller di New York. Questa iniziativa ha coinvolto vari centri scientifici di importanti università nordamericane, incluse Princeton, Stanford, Harvard e ha contato sull’appoggio del governo statunitense di turno e di alcune delle sue istituzioni più importanti.

Le corporazioni che producono e commerciano le sementi, il grano e i prodotti chimici usati per la semina, sono parte di questo circolo che include non solo imprenditori della terra e autorità governative statunitensi, ma anche vari presidenti di paesi del terzo mondo.

Il fondatore della Stanford Oil, John D. Rockfeller, nel 1913 ricevette una raccomandazione perché costituisse una fondazione con il suo nome, in modo da poter evadere le tasse. Quindi fondò la Fondazione Rockfeller costituita, si suppone, con la missione di “promuovere il benessere dell’umanità nel mondo.”

Però, uno dei primi obiettivi della Fondazione fu trovare i modi di ridimensionare quelle che per loro erano catalogate come “razze inferiori”. Fu con questo fine che la fondazione Rockfeller diede contributi finanziari al Social Science Research Council nel 1923, finanziando ricerche destinate allo sviluppo tecnico del controllo della natalità, da essere applicate per il controllo della riproduzione degli “indesiderabili”. Nel 1936, la Fondazione crea e finanzia la prima agenzia di ricerca sulla popolazione nella università di Princeton, con finalità analoghe al controllo della popolazione.

Nei primi progetti filantropici della Fondazione Rockfeller compare il finanziamento della American Eugenic Society (Società Americana di Eugenetica). L’“Eugenetica” è stata una pseudo -cienza; la parola fu inventata in Inghilterra nel 1883 dal cugino di Charles Darwin, Francis Galton, che applicò la teoria di Malthus al regno vegetale e animale in connessione con il lavoro di Darwin, “L’Origine delle Specie”. Negli anni ’20 questi studi di Galton servirono come argomento ideologico per il quale Rockfeller, Carnegie e altri ricchi americani usassero il concetto di “Darwinismo sociale” per giustificare le proprie fortune: era la prova che loro rappresentavano un sottogruppo “superiore” della specie umana, un gruppo che dominava per questa ragione gli altri esseri umani meno fortunati.

Vale la pena segnalare che il presidente della prestigiosa università di Stanford (California), David Starr Jordan, affermava nel 1902 nel suo libro “Blood of a Nation” (Il sangue di una nazione) che la povertà era il risultato della eredità genetica, così come il talento – l’educazione (o le opportunità) non avevano troppa influenza.

La razza superiore e la rivoluzione verde
Molti oggi ignorano che l’idea di una razza nordica superiore, questa fantasia da incubo della Germania nazista, ebbe le sue radici negli Stati uniti. Tra il 1922 e il 1926, la fondazione Rockfeller donò denaro, attraverso il suo ufficio a Parigi, per lo studio dell’”eugenetica” e aiutò a creare il Kaiser Wilhelm Institute per la Psichiatria a Berlino (KWG), istituto base della idea nazista della razza superiore. Negli anni successivi, Ernst Rudin, l’architetto del programma “Eugenics” di Adolf Hitler, avrebbe creato la legge nazista di sterilizzazione spiegata come un “modello americano” e adottata in Germania nel 1933. Fu questa legge che obbligò 400.000 tedeschi affetti da manie depressive e da schizofrenia a sterilizzarsi. E per questa legge migliaia di bambini tedeschi con varie disabilità furono semplicemente “eliminati”. La fondazione Rockfeller finanziò l’istituto KWG anche durante il Terzo Reich e fino al 1939.

Engdahl spiega come, dopo la seconda guerra mondiale, le elite degli Stati Uniti si dispongano a conquistare tutte le aree economiche del mondo (o la Grande Area), che consiste nella maggior parte del mondo eccetto ciò che era sotto la sfera dell’Unione Sovietica. Una delle aree economiche importanti era quella della produzione degli alimenti.

Nelson Rockfeller fonda la IBEC (International Basic Economic Corporation) che dopo si sarebbe unita con Cargill, altro gigante del settore – per sviluppare ibridi con varietà di sementi di mais. Queste sementi di mais si coltivavano inizialmente in Brasile che si convertì nel terzo produttore mondiale di mais – dopo gli Stati Uniti e la Cina. In Brasile si comincia a mescolare il mais con la soia per animali, il che facilita la proliferazione della soia geneticamente modificata, che inizia a divenire comune nel mercato dei fine anni ’90.

Questa, chiamata “Rivoluzione Verde”, fu un progetto targato Rockfeller che cominciò in Messico e si espanse per quasi tutta l’America Latina e pure in Asia, specialmente in India, come strategia per controllare la produzione di alimenti fondamentali in paesi chiave del terzo mondo – sempre nel nome dell’efficacia del principio “della libera impresa di mercato” e contro al principio dell'“inefficienza comunista”.

Nel 1960 la Fondazione Rockfeller e la Fondazione Ford creano insieme l’ International Rice Research Institute (Istituto di Ricerca Internazione sul Riso) a Los Banos, nelle Filippine, con lo scopo di controllare la produzione del riso. Nel 1972 queste stesse fondazioni crearono centri di ricerca in materia di agricoltura tropicale in Nigeria, con finalità di controllo analoghe.

Attraverso la Rivoluzione Verde le fondazioni Rockfeller e Ford lavorano mano a mano con la USAID e la CIA con finalità specifiche nel mondo. E anche con la Banca Mondiale, la quale dà crediti per i progetti di costruzione di dighe e sistemi di irrigazione di cui essi necessitano per facilitare ed espandere i propri affari.

I Rockfeller
La famiglia Rockfeller espanse i suoi affari con il petrolio e l’agricoltura nei paesi del Terzo Mondo grazie alla sua rivoluzione verde. Finanziarono tanti diversi progetti, alcuni dei quali nell’Università di Harvard – progetti che avrebbero formato l’infrastruttura della produzione di alimenti sotto il controllo centrale di poche corporazioni private. I suoi creatori battezzarono tutta questa area come “agroalimentare” [letteralmente agronegocios si traduce con “agro-commercio” – ndt], infattiper differenziarsi dalla tradizionale e millenaria agricoltura sostenuta dai contadini il nuovo nome era necessario. Nessuno sano di mente avrebbe accettato che una corporazione si dichiarasse proprietaria, o titolare del brevetto, dell’agricoltura e della manipolazione a fini domestici delle piante che sono con noi da millenni.

Nel 1985 la Fondazione Rockfeller inizia lo studio su larga scala dell’ingegneria genetica delle piante per uso commerciale, sovvenzionando centri di ricerca con cento milioni di dollari e “creando” quelle che erano le piante geneticamente modificate attraverso un’applicazione di alcune nuove tecniche, frutto della Biologia Molecolare, applicate alla flora con qualità alimentari del pianeta. Il riso fu la prima pianta modificata – con dubbi vantaggi per il riso e un numero crescente di consapevoli svantaggi per il consumatore.

Alla fine degli anni ’80 esisteva tutta una rete di scienziati istruiti sulle piante geneticamente modificate (Genetic Modified Organism, GMO o transgenici). Il progetto necessitava di un posto sicuro dove poter essere attuato. Questo posto era l’Argentina, sotto la presidenza di Carlos Menem. Menem aveva forti vincoli con Rockfeller e la sua banca, la Chase Manhattan. I campi argentini servirono da “cavia” per quella che venne chiamata Seconda Rivoluzione Verde, la quale comprendeva la soia e il glisofato chimico. L’Argentina fu il luogo per sperimentare un’agricoltura totalmente dipendente dalle sementi transgeniche e chimiche provenienti dalla stessa compagnia: la Monsanto.

Nello spazio di otto anni, entro il 2004, erano stati coltivati più di 65 milioni di ettari in tutto il mondo con grano geneticamente modificato, il 25% della terra coltivabile del mondo. La maggior parte di questo grano venne piantato negli Stati uniti per aumentare la fiducia del resto del mondo verso i prodotti transgenici, ma anche perché i governi nordamericani di turno erano completamente favorevoli agli agroalimenti. L’Argentina era il secondo paese produttore di grano transgenico, con più di 17 milioni di ettari coltivati. Nel 2005 viene tolta la proibizione verso i prodotti transgenici in Brasile, Canada, Sud Africa e Cina. Tutti questi paesi hanno un significativo programma inerente al grano transgenico.

L’Europa resistette di più, però nell’Europa dell’Est la pressione corporativa diede risultati e i suoli ricchi della Romania, Bulgaria e Polonia, che avevano regolamentazioni povere da un punto di vista legale, furono un campo fertile per i prodotti transgenici. Indonesia, Filippine, India, Colombia, Honduras e Spagna hanno oggi pure loro coltivazioni transgeniche.

Il caso dell’Argentina necessita di attenzione perché è stato unico, poiché nessun paese autosufficiente dal punto di vista alimentare come l’Argentina avrebbe accettato di convertirsi in un paese a monocoltura di soia per l’esportazione, in nome del progresso. L’Argentina è stata una pedina di Rockfeller, Monsanto e Cargill Inc. E nel 1991 servì come laboratorio segreto per esperimenti con grano transgenico al punto che l’amministrazione Menem creò una Commissione di Consulenza sulla Biotecnologia, completamente pseudo scientifica, che si riuniva in segreto ed era formata da membri che venivano direttamente dalla Monsanto, dalla Syngenta, dalla Dow AgroSciences e da altre corporazioni dell’agroalimentare.

Monsanto e Cargill
Monsanto funziona come un nuovo conquistatore, vendendo sementi di soia resistenti al glifosato e il glifosato, e esige non solo il pagamento per la licenza tecnologica ma anche che le sementi comprate non si tornino ad utilizzare l’anno seguente senza pagare i diritti derivanti dal brevetto. Si tratta di una nuova servitù nell’agricoltura. Quando l’Argentina si rifiuta di pagare i diritti derivanti dal brevetto, Monsanto sparge illegalmente le sue sementi fino agli altri paesi (Brasile, Paraguay, Bolivia e Uruguay) contaminandoli e dunque li accusa di utilizzare le sue sementi senza pagare il brevetto. Alla fine l’Argentina accetta nel 2004 di pagare un 1% delle vendite del grano agli esportatori, Cargill – altro aggressivo conquistatore alleato di Monsanto. È un ricatto [nel testo originale viene utilizzato il termine francese “Chantage” – ndt].

Engdahl spiega pure come l’imperialismo nordamericano abbia imposto all’Iraq (oltre a distruggerlo con le bombe) una terapia di “shock” economico che include l’imposizione di un sistema agricolo dominato da agroalimenti transgenici. Essendo che l’Iraq è parte della Mesopotamia, dove venne reso domestico il grano, e che l’agricoltura esiste là da più di 8000 anni, dotata di una ricca varietà di sementi di frumento che oggi il mondo intero usa senza pagare, l’ironia è grande. Molte sementi naturali dell’Iraq furono salvate in una banca delle sementi ad Abu Ghraib, la città delle torture. Questa banca fu completamente distrutta dai bombardamenti americani, magari di proposito. È stata pura fortuna che il governo iracheno prima dell’invasione avesse inviato le sue sementi in Siria, dove sono oggi catalogate e in salvo dalla distruzione americana.

Il settore agroalimentare statunitense si è trasformato in una strategia di dominazione del mondo, usando il suo potere per tre o più decadi per distruggere qualunque barriera esistente di fronte ai suoi monopoli- ponendo fine alle regolamentazioni sanitarie e di sicurezza nell’agricoltura o usando l’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO – World Trade Org.) per controllare l’agricoltura mondiale.

Le coltivazioni sono state generalmente parte del mercato locale e la base dell’esistenza umana. Monsanto, Dupont, Dow Chemical e altre giganti corporazioni della chimica e dell’agricoltura hanno usato il potere politico e militare americano per controllare le coltivazioni degli alimenti del mondo tramite il controllo dei brevetti sulle sementi,. Il progetto va oltre le sementi e include molti alimenti, tipo latte, suini, ecc.

Engdahl ha prodotto un documento che aiuta a capire quest’area della dominazione imperialistica – che si unisce ad altre come il controllo delle terre ricche e delle riserve acquifere in una strategia ben pianificata per i più ricchi dell’impero. Se vediamo milionari acquisire distese di terre fertili e boschi nel Terzo Mondo con la scusa di “proteggere l’ecosistema”, dobbiamo pensare che lo scopo ultimo è il controllo. Questa crisi può creare uno spazio che lasci la possibilità ai popoli di alzare la propria voce per il reclamare il diritto inalienabile di coltivare e distribuire i propri alimenti in faccia a questi polpi che desiderano schiavizzare l’umanità.

Titolo originale: "El control de los alimentos"

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Categorie: OGM

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Commenti

PENSO CHE PER DISTRUGGERE i malvagi che comandano le multinazionali si deve imporre al prete (durante la messa)DI NON DIRE MAI PIU' "BEVETE,QUESTO E' IL MIO SANGUE,etc" ma dire"BEVETE,QUESTA E' L'ACQUA.MANGIATE,QUESTO E' IL PANE....CHE DIO DONA A TUTI I POPOLI PER POTERE VIVERE FELICEMNTE".In questo logico,naturale e veritiero contesto i popoli comprendono che nessuno può privatizzare i DONI elargiti a tutti i popoli da DIO...PER CUI LE MULTINAZIONALI SONO DESTINATE A FALLIRE.L'INGANNO è dunque prima religoso,poi sociopolitico,culturale e scientifico!? Non possiamo accettare che"servi di satana"quali sono coloro che comandano le multinazionali possano distruggere la NATURA che DIO HA CREATO!

Antonio Linardi - 30 gennaio 2012

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