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Prendi Jungo e vai

Come trasformare il traffico in una risorsa

Marianna Gualazzi - 15/05/2007




Un nuovo e rivoluzionario sistema di mobilità aggregativa, nato dall’intuizione geniale di un poliedrico avvocato romagnolo.
Dalle ceneri dell’autostop – il sistema di trasporto prediletto dai giovani negli anni Settanta – nasce Jungo: autostop razionalizzato del nuovo millennio

34 milioni di automobili su 56 milioni di abitanti. Il problema del traffico è, in primo luogo, una questione di numeri: troppe automobili.
E va da sé che se aumenta il numero delle auto in circolazione, diminuisce la velocità di scorrimento sulle strade. Se viceversa riuscissimo a diminuire il numero di auto, otterremmo un beneficio immediato in termini di salute ambitale e personale e un incremento considerevole della velocità di scorrimento.
La soluzione di tanti mali sembra dunque essere una sola: meno auto sulle nostre strade.
Semplice da dire, difficile da realizzare, contando che tutti noi utilizziamo quotidianamnte l’auto per compiere anche i più brevi tragitti. E soprattutto la utilizziamo dal soli. Un auto, un passeggero. Un’equivalenza pericolosa da mettere al bando. Ma per quale motivo i sistemi di mobilità aggregativa sino ad ora sperimentati – come il car-pooling e il car-sharing – tendono ad avere un impatto del tutto marginale? Perché presuppongono un appuntamento o comunque un’organizzazione dello spostamento a monte: se cinque colleghi dello stesso ufficio si mettono d’accordo per utilizzare una sola vettura per il tragitto casa-lavoro, dovranno preventivamente accordarsi su luoghi e orari di fermata. Luoghi e tempi che non potranno essere flessibili e adattabili alle esigenze e ai mille imprevisti della quotidianità, pena il cattivo funzionamento del servizio.
Per riassumere la questione in numeri, se pensiamo che l’84% degli spostamenti individuali avviene nella prima mezz’ora e il 50% degli spostamenti è sotto i 5 km, come si può pensare di utilizzare su vasta scala forme di mobilità aggregativa che presuppongono un appuntamento?

Un nastro trasportatore sotto utilizzato
L’appuntamento è dunque vincolante e oneroso su vari fronti: nella grande maggioranza degli spostamenti, la gente vuole essere libera di scegliere di volta in volta l’orario e l’itinerario.
Da un punto di vista teorico, se tutti facessero reciprocamente l’autostop, si dimezzerebbe il numero delle auto. Ma l’autostop non funziona. Non funziona – in particolare sui grandi numeri –per la presenza di due remore fondamentali: la paura dell’altro e la convenienza economica unilaterale, ovvero ci guadagna solo chi non è al volante.
Ed è qui che si innesta l’idea di Jungo, pensata e sviluppata dall’avvocato Enrico Gorini: un autostop opportunamente corretto e revisionato in grado di diventare una modalità di spostamento diffusa e potenzialmente di massa.
Jungo permette di eliminare i due elementi critici dell’autostop, mettendo al loro posto la sicurezza e la convenienza economica per entrambe le parti.
È possibile usare una risorsa già pronta e sovradimensionata rispetto al bisogno, ovvero il traffico, che può essere interpretato come un enorme nastro trasportatore di persone. Oggi questo nastro è usato al 25% (una persona per auto), ma potrebbe essere usato al 50% o a percentuali maggiori.
Jungo è il sistema che crea le condizioni pratiche e realistiche per permettere all’utente di sfruttare i flussi di auto in movimento, incentivando l’imbarco estemporaneo su una comune direttrice di percorrenza, senza preventiva programmazione.

La strategia della pulce
L’aspirante passeggero intercetta l’automobilista esibendo la ‘card Jungo’ direttamente sulla strada: l’imbarco avviene come nell’autostop. Anche l’automobilista che offre il servizio è in possesso della ‘card’. I partecipanti si fidano gli uni degli altri in quanto soggetti al controllo organizzato dal gestore del sistema: questo è il momento cruciale. Ogni utente vuole assicurarsi che il compagno di viaggio è stato preventivamente censito e controllato dalla centrale di Jungo. Jungo ha rilasciato la tessera identificativa dopo aver accertato che il richiedente non ha precedenti stradali o penali significativi, e inoltre che non ha mai violato il codice Jungo.
Grazie al gestore, la suddivisione delle spese è facile e immediata: l’importo dovuto al pilota’ è predeterminato dal gestore e facilmente calcolabile grazie alla tabella contenuta nella ‘card’.
Nessuna percentuale va al gestore.
La strategia della pulce esprime in maniera efficace la strategia del sistema: si sfrutta il passaggio delle automobili, il traffico esistente, saltandoci sopra al momento del bisogno.

Lo stato del progetto
Jungo è per ora quasi solo un movimento di opinione ‘underground’, che si sta sviluppando negli ambienti del consumo critico, dell’economia solidale, della decrescita.
Dal gennaio 2006 è attiva l’associazione Jungo. Si prevede la costituzione di un soggetto imprenditoriale entro il 2006, per un primo progetto pilota nel 2007
Il progetto necessita di una fase di preparazione culturale piuttosto intensa (blogs, conferenze, fiere del settore eco). Finora si è prescelta una strategia underground, rifiutando qualsiasi tentazione pubblicitaria, per evitare una possibile sovraesposizione dannosa. Nei prossimi mesi l’impegno è quello di far conoscere il sistema Jungo negli ambienti più sensibili.
Il sistema non richiede alcun apporto o contributo pubblico: si autosostiene, si autoalimenta, si autoregola (per es. in caso di eccesso di piloti rispetto ai passeggeri, basta abbassare la tariffa a chilometraggio).
Esistono contatti preliminari rivolti a far sì che il progetto Jungo possa partire da una provincia-pilota. L’eventuale successo garantirebbe un allargamento a macchia d’olio, perché i tempi di attesa diminuirebbero in proporzione all’aumento degli utenti iscritti.
Un business plan dimostra che un costo tessera di 20 euro annui è più che sufficiente a realizzare utili imprenditoriali.

I “buoni” effetti di JUNGO
Ecologicità: Jungo tende a ridurre il numero delle auto circolanti, con effetti dirompenti sul traffico, sull’ambiente, e sulla salute; riduce l’importazione di derivati del petrolio.
Relazionalità: crea un nuovo spazio di incontro per chi viaggia e apre spazi di autonomia e contatto umano per le persone anziane.
Efficienza: Jungo ti permette di andare dove vuoi, nell’orario che vuoi, senza programmazione.
Qualità urbana: l’aggregazione su un minor numero di veicoli determina una serie benefica di effetti a catena, un circolo virtuoso: abbassamento del traffico, aumento della scorrevolezza stradale, aumento della velocità media delle auto, ulteriore riduzione di auto in movimento, riduzione globale della spesa di benzina, minore dipendenza energetica dall’estero e miglioramento della bilancia dei pagamenti; riduzione dell’inquinamento.
Glocalization: Jungo promuove la socialità degli uomini e delle donne che si spostano, eliminando la solitudine del viaggiare post-moderno; è strumento di libertà e autonomia per anziani e persone disabili, i quali possono muoversi senza dover dipendere dalla disponibilità e volontà degli assistenti; è fattore di uguaglianza, perché consente una mobilità alternativa anche a chi, per marginalità geografica o sociale, non si potrebbe permettere spostamenti in auto.

Info
Enrico Gorini, avvocato e inventore del progetto Jungo, vive e lavora a Rimini.
Tutte le informazioni sul progetto sul sito
www.jungo.it.

 

 

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Categorie: Decrescita,Ambiente


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