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Una casa per tutti

Stampanti 3D che costruiscono case in argilla: un sogno per dare a tutti una casa confortevole e a bassissimo costo

La redazione - 27/05/2016




Molti hanno sogni. Pochi hanno grandi sogni. Ancora meno sono coloro che riescono a trasformare i grandi sogni in realtà, a colpi di visione, tenacia, consapevolezza e spirito anarchico. 

Il grande sogno che anima il WASP, è quello di dare una casa degna di questo nome a tutte quelle persone - oltre quattro miliardi - del terzo e quarto mondo che ora vivono in favela, bidonville e baraccopoli ai margini delle grandi metropoli. Per farlo servono tecnologie all'avanguardia legate all'autoproduzione, capaci di realizzare case a basso costo e a bassissimo impatto ambientale. Il gruppo WASP di Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, lavora con questi presupposti allo sviluppo di una grande stampante 3D in grado di costruire case in argilla. Ma come è nato questo progetto e dove vuole arrivare? Lo abbiamo chiesto a Massimo Moretti, ceo di WASP.

«Il progetto WASP (World’s Advanced Saving Project) nasce nel 2012 e l’obiettivo della ricerca è chiaro fin da subito: costruire una stampante 3D in grado di realizzare case con materiali reperiti sul territorio, con un costo tendente a zero. 

La possibilità di una casa per tutti è il grande sogno che indirizza la ricerca di WASP, un lavoro continuativo che viene finanziato attraverso la vendita delle stampanti solide. 

La costruzione della BigDelta – così si chiama la stampante gigante per le case – procede per tappe nel corso di questi tre anni. La sfida è quella di costruire una casa per quattro miliardi di persone, quelle che nei prossimi anni avranno bisogno di una casa con una spesa massima di 300 euro» 

WASP è identificata ormai come grandi stampanti 3D: ci sono altri sviluppi del progetto? 

Siamo un gruppo di smanettoni e ragazzotti che vogliono salvare il mondo. In WASP, acronimo di progetti avanzati per salvare il mondo, abbiamo come obiettivo quello di pensare e sviluppare tecnologie in grado di far fronte ai grandi problemi dell’umanità e del pianeta, come l’alimentazione, l’energia, l’eco-compatibilità, la sostenibilità, l'autoproduzione e la libertà dai sistemi di produzione di massa, la diffusione del sapere, l’intelligenza collettiva. 

Quali sono i riferimenti culturali e filosofici che vi ispirano nel vostro lavoro di ricerca e sviluppo? 

Ci lasciamo ispirare da alcuni pensieri-guida tra cui “piccoli, sottili pensieri prendono forma”: una massima orientale che ci fa ben capire come tutto abbia origine dai nostri pensieri. Tra i nostri “maestri” c’è anche Yoda della nota saga cinematografica Guerre Stellari la cui massima è “fare o non fare, non esiste provare”. Senza pregiudizi attingiamo a tutto quello che ci ispira e lo portiamo nel progetto. 

Che tipo di tecnologie state sviluppando al momento? 

Abbiamo progettato delle macchine per autoprodurre i mobili. Siamo partiti dal fatto che in una casa ci sono circa 5000 oggetti e noi crediamo che il singolo non debba essere costretto a comprarli tutti, ma debba disporre della tecnologia per progettarli e autoprodurli, sé per sé e per la piccola comunità in cui vive, come il vicinato o il quartiere. Pensiamo anche a una città autoprodotta e promuoviamo un artigianato digitale. Abbiamo progettato macchine per stampare la ceramica, ad esempio. Ora stiamo lavorando sulla stampa dei materiali riciclati, cercando sempre di adattare la tecnologia ai materiali e i materiali alla tecnologia.

Cosa cambia cambiando i sistemi di produzione? 

Cambia il mondo per come lo conosciamo ora. Parlo della gestione delle merci, dei trasporti, dello stoccaggio, dei capitali, del credito, della finanza. Ora pochi grandi gruppi industriali detengono il monopolio della produzione e noi siamo “costretti” a lavorare per comprare i beni di cui abbiamo bisogno. In un sistema che prevede la nascita di micro-produttori di beni di consumo, la vita economica e sociale del singolo e della collettività cambiano radicalmente. 

Per info e contatti: wasproject.it

 

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Articolo tratto dalla rivista nr. 44


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Categorie: Bioedilizia e Bioarchitettura


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